IN CINA I "COLPEVOLI", IN ITALIA GLI "INNOCENTI"
TUTTI CONDANNATI ALL'ESPIANTO
Laogai Research Foundation Italia denuncia da anni l'orrore degli espianti dai cinesi condannati alla pena di morte, nonché dai prigionieri nei campi di concentramento sottoposti al lavoro forzato. Crimine indotto dal multimiliardario business dei trapianti, che è diventato un affare per lo Stato.
Crimine e malvagità non sono caratteristiche solo dei cinesi, idee predatorie similari sono apparse anche in occidente e in Italia dove qualcuno ha osato nel passato proporre sulla stampa la donazione di reni dai carcerati, come prova di pentimento e di buona condotta. In USA un giudice ha incluso nella sentenza di scarcerazione, emessa per due sorelle recluse da anni, la condizione che quella sana donasse un rene all'altra.
Quindi allerta! Nella foga dell'odierna pretesa di ricambio di organi, in un'atmosfera di corruzione generale e bramosia di soldi come l'attuale, c'è pericolo che germinino a lato dei già noti abusi nostrani anche l'uso dei carcerati.
Il prelievo da persone che si trovano in stato di detenzione (carceri e rianimazioni) non è mai "donazione", ma coercizione, estorsione, quando non esproprio.
L'immaginario emotivo promosso dalla drammatica situazione delle violente carceri cinesi, ampiamente denunciata in occidente, devia le menti dalla vera comprensione dell'orrore primario, più generale, non meno violento, degli espianti da "innocenti" cittadini, colpevoli solo di essere stati coinvolti in un incidente o malattia e che vengono messi a morte, sia in Occidente che in Cina, per il procacciamento di organi: espiantati a cuore battente.
Controbilanciare la semplificazione generata dalla giusta avversione alla pena di morte e relativo commercio d'organi con una radicale condanna dell'uso dei corpi di persone che hanno perso la coscienza, private dei diritti personalissimi e delle garanzie del "habeas corpus", è doveroso. Infatti neanche in Italia è richiesto l'assenso esplicito del donatore. In Cina, come in Italia, espiantano dai vivi ma si avvalgono della falsa dicitura "donazione dopo la morte", in Cina dopo iniezione letale o colpo di arma da fuoco, in Italia dopo dichiarazione autoritaria di "morte cerebrale" a cuore battente. Ma sui propri crimini l'Italia tace.
La lettera del Dott. Gianluca Maestrini alla Laogai Foundation, qui di seguito riportata, pare quanto mai opportuna a sottolineare l'ascientificità e falsità della legge italiana e l'ingannevole pressione che permea tutta la propaganda attuata dalle istituzioni, per sviluppare in occidente il consenso "disinformato" alla macellazione umana così redditizia nel mercato globalizzato.
Nerina Negrello
Presidente
Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi
e la Morte a Cuore Battente
Bergamo - Pass. C. Lateranensi, 22
Tel. 035-219255 fax 035-235660
www.antipredazione.org
* * *
To: info@laogai.it – 21 July 2012
Spett.le Laogai Research Foundation Italia,
ho avuto occasione di parlare con alcuni membri della Vostra Associazione nella serata appena trascorsa.
Siamo così giunti anche a parlare di come nelle "carceri" cinesi i corpi dei prigionieri condannati a morte vengano usati come dei veri e propri "serbatoi" dai quali poter prelevare gli organi vitali, utilizzati poi nei trapianti d'organo.
Essendo io un medico, ed essendo anche a conoscenza dei problemi legati all'espianto di organi vitali, ho avuto modo di parlare con i miei piacevoli interlocutori di molte cose interessanti, delle quali desidero riferirvi brevemente.
1) La condizione di "morte cerebrale", requisito ritenuto indispensabile per poter procedere all'espianto di organi vitali, è una invenzione delle "Neuroscienze" e non è basata su alcuna certezza incontestabile.
2) I pazienti in stato di morte cerebrale, ritenuti a tutti gli effetti dei "cadaveri" utili per un espianto di organi, hanno il cuore che batte ancora, presentano delle reazioni "neurovegetative" al momento dell'espianto, come la salivazione, la lacrimazione, o l'accelerazione del battito cardiaco (sono soltanto reazioni "neurovegetative"?), presentano dei movimenti degli arti e del tronco, motivi questi per i quali questi pazienti, prima dell'espianto di un organo vitale, vengono anestetizzati e curarizzati (ovvero paralizzati): non mi risulta che si debba anestetizzare e paralizzare un cadavere.
3) per farla breve desidero solamente aggiungere che molti dei pazienti ritenuti in "morte cerebrale" e candidati ad un rapido espianto di organi sono "miracolosamente" tornati in vita prima di essere sacrificati per la scienza.
Ma non desidero dilungarmi su questi argomenti, se non per aggiungere solamente che la potente Lobby dei Trapianti ha saputo mettere a tacere tante di queste verità (e tante e tante altre) al fine di difendere i suoi enormi guadagni economici e al fine di potere realizzare (permettetemelo di dirlo) il suo "progetto Frankenstein", progetto (pseudo)scientifico secondo, per gravità, soltanto al fatto di averci oramai praticamente convinti tutti che abbiamo un vero e proprio "computer" in testa, il quale computer regolerebbe tutte le nostre funzioni psichiche.
Qui mi fermo, andare oltre sarebbe troppo doloroso e farebbe crollare inesorabilmente tutto il "materialismo scientifico" al quale la nostra "falsa" scienza ci sta condannando!
Un solo consiglio: se desiderate saperne di più sulla "morte cerebrale" e sulla "morte a cuore battente" vi consiglio vivamente di prendere contatto con la "Lega Nazionale contro la Predazione di Organi" di Bergamo che da anni porta avanti la sua battaglia per cercare di smascherare l'imbroglio della Lobby dei Trapianti.
Questi i suoi recapiti:
LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI; Tel. 035 219255 - Fax 035 235660 - email: lega.nazionale@antipredazione.org
Vi saluto cordialmente e vi auguro un buon lavoro,
dott. Gianluca Maestrini (Ancona)
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