Comunicato stampa 20 luglio 2012
Acque reflue, Italia sotto accusa dalla Corte Ue
La Corte di Giustizia europea condanna l'Italia per le irregolarità sugli scarichi fognari urbani. Continua la procedura d'infrazione del 2009. Andrea Zanoni (IdV): "Inammissibile in un Paese sviluppato. Le autorità intervengano al più presto. A rischio anche località turistiche"
«Con la conferma della Corte di Giustizia europea della violazione delle norme Ue sulla raccolta, trattamento e scarico delle acque reflue urbane, l'Italia si conferma la pecora nera ambientale d'Europa". E' il commento di Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute pubblica e Sicurezza alimentare, alla sentenza di condanna dei giudici di Lussemburgo che conferma la procedura d'infrazione aperta nel 2009 contro l'Italia per il mancato rispetto delle norme Ue sugli scarichi urbani in decine di comuni italiani. "L'Italia continua a trattare l'ambiente come un optional".
La Corte di Giustizia europea ha ribadito l'obbligo per circa un centinaio di comuni (in Calabria, Sicilia, Campania, Puglia, Abruzzo, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Liguria) di avviare al più presto le opere necessarie per mettersi in regola con la direttiva Ue. Iniziative che dovranno essere realizzate "al più presto possibile" altrimenti la Commissione potrà avviare una nuova procedura d'infrazione chiedendo stavolta allo Stato italiano, ultimo responsabile della corretta applicazione del diritto comunitario, di pagare delle multe.
"Delle 116 procedure d'infrazione a carico dell'Italia ben 32 riguardano l'ambiente, ovvero quasi il 30 per cento – attacca Zanoni – In questo caso un centinaio di comuni italiani non hanno rispettato la direttiva 271 del 1991 che introduce norme per proteggere l'ambiente dalle ripercussioni negative degli scarichi di acque reflue tra le quali l'obbligo di sottoporre le acque reflue a trattamento biologico prima dello scarico". Nel 2009 la Commissione aveva deciso di aprire una procedura d'infrazione contro l'Italia dopo aver constatato che decine di comuni, tra i quali anche famose località turistiche, non si erano ancora adeguati agli obblighi imposti dalla direttiva Ue.
"Fa specie che in un Paese del G8 come l'Italia esistano ancora problemi con gli scarichi fognari – conclude l'Eurodeputato – Mi auguro che le autorità locali, dopo la conferma dei giudici dell'Alta Corte, intervengano prima possibile per tutelare le falde, la salute dei nostri cittadini e dei tanti turisti che vengono in Italia a passare le vacanze"
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