Tra le sfide più importanti per garantire il futuro energetico del pianeta, c'è sicuramente quella relativa alla CCS, ossia la tecnologia che consente la cattura e lo stoccaggio della CO2 prodotta dalle centrali a carbone. Un settore in cui l'Italia può dire certamente la sua. Realtà come la centrale Enel Federico II di Brindisi, considerata una delle principali eccellenze espresse dall'industria italiana in ambito di innovazione tecnologica, rappresentano infatti un modello anche a livello internazionale.
Al di là dei confini nazionali, il tema della CCS è stato posto al centro anche del recente Piano d'Azione o CED (Clean Energy Dialogue) firmato dai governi di USA e Canada, che hanno rinnovato il proprio impegno nello sviluppo di questa tecnologia che sta assumendo una rilevanza sempre maggiore, soprattutto alla luce dell'aumento dell'uso delle fonti fossili registrato in tutto il mondo.
Il Piano d'Azione si propone inoltre di proseguire la ricerca anche per quanto riguarda la sulla costruzione di reti elettriche più efficienti, le cosiddette smart grids, e sull'intensificazione dell'attività di ricerca e sviluppo nell'ambito dell'energia pulita.
"Questo piano è ambizioso e dimostra il nostro continuo impegno alla collaborazione internazionale per accelerare la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio e garantire che entrambe le nazioni possano beneficiare delle enormi opportunità fornite dall'energia pulita", ha dichiarato il Ministro dell'Energia statunitense Chu. "Gli Stati Uniti e il Canada stanno lavorando insieme per continuare a colmare le lacune tecnologiche, e sostenere lo sviluppo e la diffusione di nuove tecnologie energetiche pulite nel mercato
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