Milano Congressi, 16 maggio, settima edizione di e-Commerce Forum, il più autorevole appuntamento dell'anno dedicato al commercio elettronico promosso da Netcomm, il consorzio del commercio elettronico italiano. Roberto Liscia, presidente di Netcomm: «Internet allarga l'offerta potenziale di mercato e provoca automaticamente un abbassamento dei prezzi. Serve un Ice digitale per promuovere in rete i prodotti italiani». Premio Netcomm e-Commerce Award 2012 all'eccellenza del commercio elettronico italiano.
Corre voce che Mark Zuckerberg sia pronto a fare un ultimo colpo alla vigilia dell'Ipo di Facebook. Nell'e-commerce. Gli analisti sono scettici, ma quel che è certo è che già oggi le recensioni e i commenti sui social network hanno un effetto determinante per le vendite online. In Italia su Facebook si discutono gli acquisti fatti, come in un'enorme piazza virtuale: il 63% dei navigatori partecipa ai gruppi di acquisto sui social network, il doppio del 32% dello stesso universo di utenti internet che effettivamente sono attivi nel comprare online.
Il social commerce è il trend che si va imponendo con più forza nel magmatico mondo delle vendite su internet. Le aziende si limitano spesso a usare i network in maniera poco integrata, come mera vetrina, ma le sperimentazioni si moltiplicano: dalle offerte esclusive agli incentivi per indurre gli amici all'acquisto, l'obiettivo è coinvolgere sempre più il consumatore.
In Italia l'e-commerce è entrato di prepotenza nell'Agenda digitale, forte di una crescita che non accenna a rallentare. Dopo un 2011 chiuso con un incremento dell'11% delle vendite a 8,1 miliardi di euro, le transazioni sono balzate del 19% nei primi tre mesi 2012, secondo l'Osservatorio CartaSi-Netcomm. Una performance che contrasta con la difficoltà con cui si dibatte il retail fisico. «Internet allarga l'offerta potenziale di mercato e provoca automaticamente un abbassamento dei prezzi», afferma Roberto Liscia, presidente di Netcomm.
«La crescita rimane dettata dal fattore-prezzo», gli fa eco Riccardo Mangiaracina, responsabile Osservatorio B2C del Politecnico di Milano. La possibilità di comparare i prezzi, la maggior scelta, le offerte imperdibili presenti solo sul web sono gli elementi decisivi per i consumatori, secondo il rapporto Contactlab che sarà presentato mercoledì all'e-Commerce Forum di Milano.
E come elementi abilitanti della scelta indicano la flessibilità dell'offerta, la varietà dei mezzi di pagamento, l'accessibilità (il 50% dice di acquistare in qualsiasi momento della giornata). Anche in mobilità, che è l'altro grande fenomeno (+120% le vendite da smartphone). Non è un caso che quasi un quarto della crescita sia da attribuire al couponing, trainato da Groupon, mentre aumenta la dimestichezza del consumatori con flash sales e saldi privati, le vendite a tempo di prodotti di design o di moda. Intanto l'elettronica di consumo, uno dei canali che subisce di più la crisi, segna un +25% per le vendite online: insieme al fattore prezzo, influisce la ricchezza dei contenuti informativi, secondo Mangiaracina. Più recente è l'emersione del "subscription commerce", la vendita su abbonamento di box di campioni che si va diffondendo soprattutto nella cosmetica.
Restano comunque diffuse le diffidenze. Molti ritengono fondamentale l'esperienza fisica nell'acquisto, mentre resistono i timori per la sicurezza dei pagamenti. Proprio per superare questo scoglio Netcomm ha messo a punto un nuovo strumento, accanto a carta di credito e sistemi ad hoc come PayPal: l'home banking. Da giugno sarà possibile trovare sui siti di e-commerce anche il pulsante "My Bank", per pagare direttamente dal proprio conto bancario online.
Inevitabilmente l'Italia denuncia ritardi, condizionati dalle infrastrutture, ma anche di familiarità con il web: anche tra i più giovani (16-24 anni) il tasso di penetrazione di internet è dell'81%, 10 punti in meno della media Ue. Così solo il 15% degli italiani acquista online (43% la media Ue), e solo il 5% delle aziende utilizza l'e-commerce (15% Ue). Per questo Netcomm propone, tra l'altro, una detassazione per le imprese sui ricavi da e-commerce B2B internazionale e un'Iva ridotta al 10% per il B2C.
Per le aziende è una sfida carica di opportunità, ma non semplice: nuovi mercati che si aprono e costi operativi ridotti, anche se a scapito dei margini. Le pmi non devono quindi fare il passo più lungo della gamba, partendo con le piattaforme già pronte per i negozi online. Ma anche riscoprendo quella capacità di fare sistema che è stata alla base dei distretti industriali. È tutto il sistema Italia chiamato a giocare la sua partita: già oggi le vendite estere online sono una delle voci più dinamiche (+32% nel 2011). Liscia fa la sua proposta: «Un Ice digitale per promovere e rendere visibili in rete i prodotti italiani attraverso un'indicizzazione sui motori di ricerca e una guida contribuita dalle aziende che dia vita a un social network».
Fonte: Il Sole 24 Ore
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