L'amministrazione, attraverso l'impianto fotovoltaico del Consorzio CEV, diretto da Gaetano Zoccatelli, produce energia gratis per gli edifici pubblici. L'iniziativa permette di ottenere un risparmio di circa 22mila euro all'anno sulle bollette comunali dell'energia elettrica.
«Questi sono anni frustranti perché la crisi ha mutato radicalmente il modo di amministrare, anche se comunque siamo riusciti a raggiungere molti obiettivi programmati non facendo mai mancare i servizi».
Sintetizza così il sindaco Graziella Stefani i suoi 4 anni e mezzo alla guida di Conco, durante i quali ha sempre avuto a cuore il benessere dei cittadini, con un occhio però anche al risparmio.Come dimostra il progetto avviato con il Cev, diretto da Zoccatelli, per produrre energia elettrica gratis attraverso un impianto fotovoltaico in Sicilia.
Come è questa storia dell'impianto siciliano? «Il Consorzio energia Veneto ci ha proposto di realizzare in Sicilia un impianto fotovoltaico. La richiesta di finanziamento è stata avviata da un pool di Comuni, tra cui Conco, ed ora che è in funzione ci garantisce un ritorno in energia per il municipio, gli impianti sportivi e la scuola. Si tratta di circa 22 mila euro all'anno di soldi risparmiati in bolletta e che possiamo destinare ad altri progetti». Un sostituto alle mancate entrate delle cave. «Le entrate dal fotovoltaico ci danno respiro, ma le cifre sono completamente diverse: prima della crisi del settore marmo nelle casse comunali arrivavano circa 500 mila euro all'anno, oggi sono meno di 40 mila. Speriamo che la nuova cava finalmente abbia trovato la conclusione dell'iter burocratico dopo che da anni ci fanno ammattire; ci hanno imposto persino un'indagine archeologica». Si nota una certa rabbia. «Non rabbia, è frustrazione. Serve dare respiro ai Comuni per il bene dei cittadini. Fino ad ora Conco si è retto sui tagli del bosco ma non si poteva proseguire così. E non si può pensare di andare avanti con le patate». Cioè? «In Val Lastaro un gruppo di cittadini ha realizzato un orto dove predominano le patate. I volontari, oltre a rifornire gratuitamente la scuola, con il ricavato finanziano piccoli interventi sociali». Comune bloccato quindi? «Abbiamo fatto numerosi interventi come la messa in sicurezza del muro di contrada Mori, la sistemazione con il servizio forestale della Valle di Rubbio, contrada interessata anche da un contributo regionale; il ripristino della casa alpina grazie ad un accordo con le penne nere e il gruppo donatori, la sistemazione del tetto dell'ex scuola di Gomarolo. Infine, grazie alla vendita dell'ex casa del segretario abbiamo acquistato "Casa Sivocci" destinata all'ufficio turismo, sala riunioni e spazio museale». Il Pat non è ancora finito. «È in dirittura d'arrivo ma il ritardo è da attribuire allo spending review che ci ha imposto la riduzione del personale sguarnendo gli uffici». Si risolverà con le funzioni associate? «Altra sciocchezza calata dall'alto senza pensare. In un Comune piccolo spesso un servizio è espletato dal funzionario in persona. Era meglio imporre l'associazione dei servizi». Ma, sindaco, dopo tutto questo si ricandiderà? «Stiamo ragionando all'interno del gruppo; anche perché con la riforma cambia molto. Il Consiglio comunale si ridurrà a 6 consiglieri, 4 di maggioranza e 2 d'opposizione, più il sindaco; questo significa che chi sceglie di fare l'amministratore dovrà sobbarcarsi una mole di lavoro maggiore di adesso. Nello stesso tempo vorrei terminare ciò che ci siamo prefissati, riuscendo a dare delle risposte ai giovani in cerca di lavoro. Favorendo magari il ritorno alla terra che nel passato ha saputo sostenere la nostra gente».
FONTE: IlGiornalediVicenza.it
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