Una storia vera di immenso amore per la sua donna quella da cui parte il poeta/angelo Andrea Brusa. "Voglio credere, credere in eterno, che il cielo è essere, una condizione di essere, e che il solo inferno è l'inferno di me stesso. Voglio bruciare il cielo con le sue stesse fiamme. Voglio vivere e amare ed essere amato; voglio lodare ed essere lodato, voglio dormire e destarmi, e considerare il mio sonno soltanto come un altro risveglio; voglio vivere e morire".
Dunque, che cosa sono questi suoi due ultimi libri, questo canzoniere, potremmo dire a puntate: non è appunto una raccolta, non è un diario nel senso in cui si può intendere romanticamente l'idea che il poeta riversa sulla pagina la propria soggettività, la propria anima, la propria interiorità, ecc... L'autore dice che questa è una costruzione, una narrazione, un continuum narrativo, naturalmente non articolato come può essere articolato un romanzo, ma un continuum fatto per frammenti: ogni pagina è una tappa, un capitolo di una storia, e si tratta di individuare il disegno di questa costruzione, quella che appunto lui chiama, parafrasando Baudelaire, "l'architettura segreta". La donna per l'artista diventa uno scintillio di tutte le grazie della natura concentrate in un solo essere; è una sorta di idolo che tiene i destini e le volontà sospese ai suoi sguardi. La donna è senza dubbio una luce, un invito alla felicità; ella è armonia generale.
Dice Andrea Brusa: "È così dura per me immaginare la mia vita senza di te.... Ci provo, ci provo davvero e ci son giorni in cui sono convinto di non averti pensato nemmeno una volta, ma nel momento in cui faccio questa considerazione fra me e me mi rendo conto di averti pensato proprio in quel momento di riflessione.... e capisco che come sempre ti ho solo messo per un attimo in un angolino.... ma tu occupi sempre uno spazio fondamentale dentro di me…. a me sembra praticamente impossibile provare quello che provo per te con un'altra.... e forse sarò davvero costretto a rivivere un'altra vita per ritrovarti, perché io possa vivere questo amore e allora vivrò e rivivrò tante vite quante saranno necessarie per ritrovarti.... Questa ormai non m'interessa più.... perché senza te Chiara, moglie mia, non ha senso...".
Anche nel caso della LA VIA DEI MIRACOLI come per "INVALIDO D'AMORE", è possibile parlare di annunciazione: l'angelo, "descendu du ciel des stupéfiants", si reca spontaneamente presso il poeta e lo sconvolge con la sua presenza divenendo un tutt'uno con lui ed imponendogli la stesura di un poema. La storia da cui parte Il poeta/angelo è una storia vera. Per raccontarla ha cercato un linguaggio a metà strada tra la rappresentazione e la narrazione. L'angelo si trova alla frontiera fra il visibile e l'invisibile, è "le premier front accessible de l'inconnu". Appartenente all'altro mondo, egli è strettamente legato alla Morte e alle Muse, di cui costituisce per certi versi il messaggero o il soldato ("Ange, soldat des neuf sœurs"). Il poeta e l'angelo hanno un rapporto privilegiato proprio per la loro vicinanza, osiamo dire, geografica. Se l'angelo si trova subito oltre lo specchio, il poeta per come è descritto dall'autore si trova anche lui a costeggiare il limite, ma dalla parte opposta. O forse, chissa', i due sono la stessa persona...
ALBERTO DE PRA
Scrittore e ghostwriter Freelance
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