Roma, 18 settembre 2015 – Trivelle in azione in zone sismiche: accade sempre di più in Italia e le autorizzaizoni vengono concesse in numerosissimi casi senza la valutazione ambientale strategica. Proprio mentre in Olanda recenti studi hanno evidenziato la possibile correlazione tra le attività di trivellazioni per l'estrazione del gas e il verificarsi di terremoti legati al fenomeno della subsidenza (abbassamento del piano di campagna) a sua volta dovuto alla compattazione della roccia serbatoio in seguito all'estrazione del metano.
Per questo il Movimento 5 Stelle ha depositato un'interrogazione (a prima firma on. Patrizia Terzoni) ai ministri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico.
«Nonostante l'Olanda sia un Paese a bassissimo rischio sismico – si legge nel testo dell'interrogazione - nell'area di Groningen, sede di un grande giacimento, sono stati registrati danni a centinaia di edifici; una commissione ha stimato che 152 mila abitazioni dovranno essere ristrutturate a causa del rischio causato dai terremoti indotti dall'estrazione per un danno stimato in circa 30 miliardi».
I deputati chiedono che lo studio di impatto ambientale in caso di progetti che prevedano perforazioni, estrazioni di gas metano e petrolio nonché reiniezione di fluidi nel sottosuolo, considerino obbligatoriamente gli effetti sull'attività sismica, sia per l'attivazione della subsidenza sia per altri fenomeni connessi alle sollecitazioni di faglie; se non ritengano necessario assumere iniziative per introdurre nei procedimenti valutativi l'obbligo per i proponenti di accertare lo stato del patrimonio edilizio esistente nelle aree interessate per verificarne la capacità di sopportare sismi indotti/innescati.
«È necessario – sottolinea la deputata Patrizia Terzoni, componente della Commissione Ambiente – che le società detentrici dei titoli di perforazione abbiano le capacità tecnico/finanziarie in considerazione dei costi che la sismicità indotta/innescata potrebbe comportare per i risarcimenti dei danni a cose e/o persone. E chiediamo anche una moratoria sul rilascio di nuovi titoli minerari e di nuove autorizzazioni alle attività che possono comportare un aggravio del già pesante rischio sismico del Paese».
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