Il via libera del CdM alla riapertura della discarica di Cupinoro contro il veto del MIBACT
grazie a quelle paroline magiche attribuite a Renzi a sua insaputa
Bracciano (RM) 21/08/2014: l’attesa delibera del Consiglio de Ministri non fa che ratificare le decisioni già note e stabilite dai partiti. Ma come superare l’unico veto, posto dalla Soprintendenza del Ministero dei Beni Culturali e Paesaggistici che nega l’autorizzazione alla costruzione di un polo per il trattamento dei rifiuti di 25 comuni su un’area dalle “complesse peculiarità storico, archeologiche, paesaggistiche e naturalistiche” a protezione speciale (ZPS)?
La delibera resa nota ieri dal CdM porta due versioni diverse: quella ufficiale firmata da Renzi e una seconda, nella lettera d’accompagno a firma del capo dip.Elisa Grande (vedi allegati) col riferimento agli usi civici, per legge invalicabili. Ci chiediamo, e lo chiediamo allo stesso Renzi e al CdM se ne sono al corrente.
Ma più si entra nel merito dei “considerato” più aumentano le anomalie: atti con citazioni a pareri, autorizzazioni, dissensi senza dati certi di riferimento agli atti in questione, come prescrive la legge.
Il disastro ambientale, la gestione disastrosa della Bracciano Ambiente, le promesse del sindaco di Bracciano accolte senza prove documentali, senza progetti allegati, nonostante sia imputato per reati vari contro la pubblica amministrazione, con ripercussioni sulla disastrata gestione del comune stesso. Il CdM trascura di documentarsi sulle conseguenze che la discarica ha provocato sulla salute umana e su quella dell’intero territorio, come trascura di assicurarsi della fattibilità delle proposte di una partecipata che rischierebbe la bancarotta senza i milioni di euro ricevuti dalla Regione Lazio.
Tra le ultime conseguenze, quella delle numerose mensilità che la Bracciano Ambiente è stata condannata a pagare con sentenza del tribunale a tre dei 21 dipendenti licenziati. Se verranno accolti tutti i ricorsi, il danno per questa violazione della legge da parte della B.A. salirà ad oltre 700.000 euro. Sempre a carico dei cittadini del comune di Bracciano o ci pensa la Regione anche stavolta? Come può il CdM non tenerne conto? Il consigliere comunale Armando Tondinelli ha richiesto l’azione di responsabilità nei confronti di chi ha causato il danno.
Questa delibera appare più una decisione politica di partito (guarda caso tutti dello stesso schieramento: governo, regione e comune), mentre ha ben poco di giuridico.
D’altra parte, quando i ruoli sono affidati da decenni agli stessi funzionari e dirigenti, architetti, urbanisti, responsabili di modifiche, varianti, trasformazioni, adeguamenti dei piani territoriali paesistici e dei piani regolatori, quando gli organi di controllo non intervengono per motivi simili, il destino ci sembrerebbe segnato.
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