Il nuovo libro della collana Parva, Graphe.it edizioni, si rivolge principalmente ai traduttori,
professionisti così importanti per la letteratura mondiale, spesso confinati all'ombra dello
scrittore. Il breve saggio Dal Vesuvio alla steppa. Il teatro di Eduardo in russo, di
Natale P. Fioretto, si concentra sulle tecniche messe in campo dal traduttore per
trasferire senza troppi sconvolgimenti e "tradimenti" un testo da un ambito culturale a un
altro.
«Il traduttore unisce in sé i tratti dello scrittore e dello scienziato. Mentre i tratti dello
scienziato sono nascosti in profondità, quelli dello scrittore emergono chiaramente.»
La rilettura di uno dei capolavori del teatro eduardiano affronta il difficile lavoro del
traduttore in generale e nel particolare nell'ambito teatrale, non a caso dice Eduardo: Il
teatro è parole di voce e non d'inchiostro.
La lingua ci mette a diretto contatto con la storia del popolo di cui è l'espressione, dal
momento che non è solo un mezzo cognitivo, ma anche il luogo della conservazione, il
deposito delle esperienze e del sapere dell'intera generazione. La ragion d'essere della
comunicazione è il messaggio, che però non è l'unico elemento che la costituisce,
essendo infatti permeato dall'indice che rivela contemporaneamente, e involontariamente,
l'umore del momento, il carattere, la condizione sociale, il livello culturale dell'emittente.
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