Una bella storia dell'Italia e delle sue imprese. Così il ministro dell'Economia e del Tesoro, Vittorio Grilli, ha definito le vicende del Gruppo Enel, in occasione delle celebrazioni di cinquant'anni dell'azienda, concluse il 6 dicembre all'Università Luigi Bocconi di Milano (GALLERIA FOTOGRAFICA DELL'EVENTO).
"L'Enel è uno dei più importanti esperimenti di trasformazione da monopolista a grande azienda che si apre alla concorrenza del mercato. Lo ha fatto con grande capacità e talento. È stato difficile ma queste sfide possono essere vinte – ha affermato Grilli – e quello di Enel è un bell' esempio".
Secondo il ministro dell'Economia, si tratta di una storia anche complessa, ma esemplificativa delle sfide passate e future per l'azienda e per l'Italia, che dimostra l'importanza di visione strategica nella politica industriale del Paese.
Enel è infatti ormai un gruppo multinazionale e tra i principali operatori integrati nei settori dell'elettricità e del gas di Europa e America Latina. Il Gruppo è presente in 40 paesi del mondo su 4 continenti, opera nel campo della generazione con una capacità installata netta di 98 GW e distribuisce elettricità e gas a 61 milioni di clienti grazie ad una rete di circa 1,9 milioni di chilometri.
"La storia di Enel ha aspetti eccezionali", ha confermato il rettore della Bocconi, Luigi Sironi. L'azienda, dopo la liberalizzazione del mercato elettrico italiano, avrebbe potuto limitarsi ad operare in ambito nazionale e mantenere la propria leadership locale, invece ha scelto coraggiosamente la strada dell'internazionalizzazione, come hanno sottolineato i professori Massimo Bergami (Alma Mater Studiorum Università di Bologna) e Giuseppe Soda (Università Luigi Bocconi di Milano), autori, insieme a Pierluigi Celli, del libro "Enel. Da monopolista nazionale a leader globale" (edito da Egea).
Per gli autori del libro, la forza di Enel e del suo management è stata da una parte quella di gestire la continuità nel cambiamento, grazie a solide competenze interne, e dall'altra di trasferire a chi lavora nell'azienda le idee e le opportunità derivanti dal cambiamento stesso.
Un merito riconosciuto anche dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che nel saluto inviato ai presenti ha ringraziato l'azienda per aver contribuito a portare l'eccellenza italiana nel mondo.
Un'eccellenza mostrata prima nell'apporto allo sviluppo economico del Paese, negli anni '60 – ha evidenziato ripercorrendo la storia di Enel, il presidente dell'azienda, Paolo Andrea Colombo – poi nella ricerca di soluzioni più efficienti nella produzione di energia, prima con il ricorso al nucleare e poi con lo sviluppo delle rinnovabili fra gli anni '70 e '80. Infine quella che Colombo ha definito "una metamorfosi straordinaria", con un percorso che dalla privatizzazione di fine anni '90 è arrivato alla multinazionale dell'energia di questi anni, perché "l'attitudine al cambiamento è caratteristica delle grandi aziende".
I prossimi cambiamenti sono quelli della Strategia energetica nazionale, che torna a dare priorità al futuro del Paese. Il presidente di Enel ha indicato il percorso di un'Italia che deve puntare a ridurre il costo dell'energia, a raggiungere gli obiettivi europei 20-20-20 (20% di produzione da rinnovabili e 20% di risparmio energetico entro il 2020) e a una crescita sostenibile. Ma è altrettanto necessario pensare al mercato elettrico in una dimensione europea, un mercato che sia efficiente, trasparente, interconnesso. Solo una politica energetica europea , ha spiegato Colombo, garantirà sviluppo economico e stabilità politica del Vecchio continente.
Nel concludere l'evento, l'amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, ha ripercorso sinteticamente i 50 anni di storia di un'azienda ormai presente in quattro continenti. Nata per portare l'elettricità in ogni angolo del Paese e sostenere la crescita dell'Italia, a sostegno della crescita e dello sviluppo industriale, negli ultimi anni "Enel è stata protagonista dello sviluppo delle comunità dei 40 Paesi in cui è presente. Lo ha fatto con la grande responsabilità che deriva dall'entrare in contatto con la vita di circa 500 milioni di persone al mondo". Esportando "voglia di fare, competenze e know-how tecnico" e con un approccio all'insegna di valori aziendali come lavoro, passione, attenzione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, rispetto dei clienti e delle loro esisgenze, rigore etico, sostenibilità".
Passare dall'Italia alla Russia, dalla Romania alla Slovacchia, fino ad arrivare a Spagna e America Latina, con l'espansione internazionale avviata nel 2006, ha spiegato l'ad, è stato molto più di un semplice processo di acquisizioni aziendali per il gruppo Enel: "Si è trattato di una vera e propria metamorfosi strategica, organizzativa e culturale".
"Trasformazione e cambiamento accomunano la storia di Enel e gli anni che stiamo vivendo", ha spiegato Conti. I clienti sono diventati ormai smart costumer, attori consapevoli della domanda di elettricità, produttori di energia e attenti alla sostenibilità, e le reti sono divenute smart, poiché trasmettono dati e non più solo elettricità.
"L'elettricità è il vettore energetico più pulito efficiente ed economico", ha affermato Conti. Da commodity è passata a servizio a valore aggiunto, le cui parole d'ordine sono produzione, scelta e responsabilità.
Per l'ad di Enel, le aziende sono chiamate a dare risposte in termini di sostenibilità e qualità della vita: il futuro delle utilities passa dal modo in cui "trasformeremo le città", grazie alla mobilità elettrica, per esempio ed Enel è stata pioniere nelle smart grids, le reti intelligenti, in cui detiene una leadership nazionale e internazionale.
Ma sono necessarie politiche lungimiranti e di lungo respiro, che garantiscano gli investimenti. La competitività del sistema Italia dipende dalla sicurezza degli approvvigionamenti e dalla diversificazione delle fonti, con un mix bilanciato tra produzione da rinnovabili e combustibili tradizionali, come il carbone ad alta efficienza e il gas garantito da contratti a lunga scadenza.
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