Felice Naw Ruz
20 Marzo 2016: Felice Naw Rúz alle amiche ed amici Bahá’í, condividendo la gioia per il loro Capodanno
La Festività di Naw Rúz, celebrata il giorno in cui il sole entra nella costellazione dell’Ariete, ossia il giorno dell’equinozio di primavera, ha antiche origini.
Secondo la religione zoroastriana, che guidò la fioritura dell’antica civiltà persiana di Ciro, Dario e Serse, esso segna il capo d’anno. Con il diffondersi di questa civiltà anche questa festa si è diffusa nelle regioni circostanti.
Nel XIX secolo Bahá’u’lláh ( 1817-1892) ha scelto il Naw Rúz come inizio dell’anno per tutti coloro che seguono la Sua Fede. Per i bahá’í il Naw Rúz del 2014 dà inizio all’anno 171.
In poco più d’un secolo, la Rivelazione bahá’í si è sparsa in tutti i continenti, diventando la seconda religione del mondo per diffusione geografica dopo il Cristianesimo. Con essa anche l’osservanza del Naw Rúz si è molto diffusa.
Recentemente l’Assemblea generale delle Nazioni Unite le ha dato un riconoscimento ufficiale. Una relazione sulla risoluzione dell’ONU dice: “Questo pomeriggio [23 febbraio 2010] l’Assemblea generale ha riconosciuto la Giornata internazionale del Naw Ruz…
Secondo il preambolo della risoluzione sulla Giornata internazionale (A/64/L.30/Rev.2 documento), più di 300 milioni di persone in tutto il mondo celebrano il Naw Rúz, che significa nuovo giorno… l’inizio del nuovo anno. Lo si festeggia da oltre 3000 anni nei Balcani, nel Caucaso, in Asia Centrale, nel Medio Oriente e in altre regioni. L’Assemblea ha invitato gli Stati membri che osservano questa festa a studiarne la storia e le tradizioni per diffonderne la conoscenza nella comunità internazionale e per organizzare eventi di commemorazione annuale.».
Per i bahá’í Naw- Rúz è soprattutto un giorno di rinnovamento spirituale. Il sorgere del nuovo sole della nuova primavera è simbolo del sorgere del nuovo Sole della nuova Rivelazione di Dio e quindi dell’Avvento di Bahá’u’lláh.
Come in primavera la terra si rinnova, così oggi la civiltà si sta rinnovando e accanto ai segni distruttivi delle antiche politiche fondate sulle guerre e sulle rivalità fra i popoli, incominciano a comparire nuovi segni di amicizia e comprensione, come questo riconoscimento internazionale della festa di un’antica cultura, oggi rinnovata.
Maria Augusta Favali