Il presidente della Cia Dino Scanavino: "In un momento in cui il rapporto fra il prezzo del latte alla stalla e il suo costo di produzione ha raggiunto livelli inaccettabili per gli allevatori non si può tollerare il mercato della contraffazione. Il comparto ha bisogno di stabilità e trasparenza".
Bisogna lavorare sulla trasparenza assoluta, estendendo l'obbligo dell'indicazione di origine della materia prima in tutti i prodotti lattiero-caseari. Così la Cia-Agricoltori Italiani commenta l'operazione dei Carabinieri del Nas di Bari che hanno sequestrato 3 tonnellate e mezzo di cagliata di provenienza estera (tedesca e irlandese) in un caseificio della Murgia, in pessimo stato di conservazione e congelata senza corrette procedure.
In un momento in cui il rapporto fra il prezzo del latte alla stalla e il suo costo di produzione ha raggiunto livelli inaccettabili per gli allevatori -spiega il presidente nazionale Dino Scanavino- non si può tollerare il mercato della contraffazione, le frodi di chi spaccia per mozzarella Made in Italy un prodotto realizzato con cagliata straniera, né tanto meno l'utilizzo di latte in polvere nella produzione di derivati.
Il problema vero è conoscere l'origine del latte importato, che in Italia equivale a 8,6 milioni di tonnellate -sottolinea Scanavino-. Solo con un'etichetta chiara si possono tutelare i consumatori, consentendo loro di fare scelte d'acquisto realmente consapevoli, e al contempo si salvaguardano anche gli allevatori italiani, che ogni giorno lavorano per garantire la qualità e la salubrità del loro prodotto.
Il settore lattiero-caseario è una colonna portante dell'economia agroalimentare nazionale con oltre 35mila aziende -ricorda il presidente della Cia-. Per questo bisogna dare la stabilità necessaria al comparto, innanzitutto definendo un "prezzo del latte" con un contratto semestrale o, al massimo, quadrimestrale, al fine di consentire agli allevatori di poter avviare la programmazione a medio termine.
Bisogna lavorare sulla trasparenza assoluta, estendendo l'obbligo dell'indicazione di origine della materia prima in tutti i prodotti lattiero-caseari. Così la Cia-Agricoltori Italiani commenta l'operazione dei Carabinieri del Nas di Bari che hanno sequestrato 3 tonnellate e mezzo di cagliata di provenienza estera (tedesca e irlandese) in un caseificio della Murgia, in pessimo stato di conservazione e congelata senza corrette procedure.
In un momento in cui il rapporto fra il prezzo del latte alla stalla e il suo costo di produzione ha raggiunto livelli inaccettabili per gli allevatori -spiega il presidente nazionale Dino Scanavino- non si può tollerare il mercato della contraffazione, le frodi di chi spaccia per mozzarella Made in Italy un prodotto realizzato con cagliata straniera, né tanto meno l'utilizzo di latte in polvere nella produzione di derivati.
Il problema vero è conoscere l'origine del latte importato, che in Italia equivale a 8,6 milioni di tonnellate -sottolinea Scanavino-. Solo con un'etichetta chiara si possono tutelare i consumatori, consentendo loro di fare scelte d'acquisto realmente consapevoli, e al contempo si salvaguardano anche gli allevatori italiani, che ogni giorno lavorano per garantire la qualità e la salubrità del loro prodotto.
Il settore lattiero-caseario è una colonna portante dell'economia agroalimentare nazionale con oltre 35mila aziende -ricorda il presidente della Cia-. Per questo bisogna dare la stabilità necessaria al comparto, innanzitutto definendo un "prezzo del latte" con un contratto semestrale o, al massimo, quadrimestrale, al fine di consentire agli allevatori di poter avviare la programmazione a medio termine.
Nessun commento:
Posta un commento