Il nuovo, appassionante romanzo di Alessandro Prandini ha fatto il suo esordio nelle librerie italiane il 30 ottobre. Il segreto di Ascanio (0111 Edizioni, 236 pagine) racconta una nuova intricata indagine che vede protagonista il commissario Scozia, personaggio chiave del mondo narrativo dell'autore emiliano. A pochi giorni dall'uscita del libro, lo abbiamo intervistato.
Alessandro Prandini, come si è appassionato al genere giallo?
È una passione che viene da lontano e, come tutte le passioni, la sua origine rimane avvolta tra le coltri del mistero. Sicuramente ha aiutato la mia propensione alla logica (amo i numeri e i piccoli e grandi misteri che essi custodiscono), ma credo che più di tutto abbia contribuito l'incontro con i libri di alcuni grandi autori in un momento importante della mia crescita "letteraria".
Chi è il suo giallista preferito?
Sarebbe un elenco troppo lungo (e quindi noioso) da fare. Mi limiterò a pescare un nome dal passato, Georges Simenon, un mito, e uno più recente: Montalban. Poi ci sarebbero gli autori del nord Europa, quelli italiani...
I personaggi de "Il segreto di Ascanio" hanno dei riferimenti nella realtà o sono puramente inventati?
Le storie che racconto sono frutto della mia fantasia. Questo vale tanto per 'Il segreto di Ascanio', quanto per i libri precedenti. E con questo intendo dire che le trame non sono la rivisitazione romanzata di notizie di cronaca, ma piuttosto sono il frutto di un'invenzione letteraria (che naturalmente può trarre spunto dalla realtà). Lo stesso vale per i due personaggi principali della serie il commissario Scozia e la sua vice Sara Fiorentino che vivono e indagano a Bologna.
Qual è il lettore "tipo" che può appassionarsi a Lorenzo, il protagonista?
Lorenzo rappresenta il filo su cui si muove la trama del romanzo, il suo innesco. È un ragazzo che si trova a giocare una partita che a un certo punto diventa troppo grande per essere solo giocata, ma deve essere affrontata. Sbilanciandomi in un giudizio personale, devo dire che amo molto Lucrezia, con le sue contraddizioni e la sua solitudine (cosa con cui tutti ci dobbiamo confrontare).
Perché un lettore dovrebbe scegliere il suo libro?
Questo non lo so: ancora non l'ho letto. Chi l'ha fatto mi ha detto che ne vale la pena.
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