FederFauna - Ufficio Stampa
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Ma gli animalisti vogliono prendere tutti per la coda?
Dopo che nel maggio 2010, il Consiglio di Stato ha bocciato definitivamente l'ordinanza Martini sui canili, ora il Tar ha sospeso anche quella sulla "Tutela dell'incolumita' pubblica dall'aggressione dei cani" che, tra le altre cose, ribadiva il divieto agli interventi chirurgici come il taglio della coda o delle orecchie dei cani.
Tali interventi, che ad un profano possono apparire inutili se non addirittura crudeli, in alcuni casi possono, invece, preservare l'animale da ferite o renderlo meno vulnerabile all'attacco dei predatori: si pensi, ad esempio, al caso del cane da caccia che svolge il suo lavoro nel folto della macchia o al cane da pastore che difende il gregge dagli attacchi dei lupi, sempre piu' frequenti sui nostri monti.
Infatti, la copia di una lettera reperita in rete testimonia che il 3 agosto 2011 la Martini rispondeva, si presume ad un "amico" visto che lo "salutava cordialmente", che "(…) sussiste la possibilita' di eseguire in via eccezionale interventi chirurgici non curativi ritenuti necessari sia per ragioni di medicina veterinaria sia nell'interesse dell'animale (…)". Non solo!: in tale lettera era la Martini stessa che richiamava la nota del Ministro Fazio del 16 marzo 2011, della quale gli animalisti hanno piu' volte chiesto il ritiro.
Poi, il 22 marzo 2011, la Martini emana l'ordinanza, ora sospesa, in cui vieta addirittura anche la vendita, l'esposizione a fini di vendita e la commercializzazione, dei cani sottoposti agli interventi chirurgici destinati a modificare la morfologia.
Il 27 ottobre 2011 arriva la sospensione. Il Tar rileva che "non e' rinvenibile in ogni caso il presupposto della grave necessita' pubblica che sostanzi i caratteri dell'indifferibilita' e dell'urgenza a giustificazione dell'emanazione del provvedimento"; rileva che "appaiono sussistere i dedotti profili di contraddittorieta' del provvedimento per cui e' causa sia con la menzionata circolare interpretativa del Ministro della Sanita' sia con quanto affermato dal Consiglio superiore di sanita'"; rileva che "sussistono i presupposti per l'accoglimento della domanda cautelare anche con riferimento al pericolo di pregiudizio grave ed irreparabile in relazione in particolare agli aspetti zootecnici".
Gli animalisti si affrettano a gridare ai quattro venti che resta il divieto a quei famosi interventi chirurgici, sottolineando che l'Italia ha ratificato la "Convenzione europea di Strasburgo", in particolare l'articolo 10, senza riserve.
Il fatto e' che con la legge n.201 del 2010, l'Italia ha ratificato la "Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia approvata a Strasburgo il 13 novembre 1987" senza riserve, perche' non ce n'era bisogno!
L'art. 10 della Convenzione, infatti, recita si', che "Gli interventi chirurgici destinati a modificare l'aspetto di un animale da compagnia, o finalizzati ad altri scopi non curativi debbono essere vietati (…)", ma aggiunge subito dopo che "Saranno autorizzate eccezioni a tale divieto (…) se un veterinario considera un intervento non curativo necessario sia per ragioni di medicina veterinaria, sia nell'interesse di un determinato animale (…)": evento piu' che possibile, come ben spiegato nella nota del Ministro Fazio.
Non si spaventino, quindi, delle minacce piu' o meno velate degli animalisti, ne' gli allevatori che hanno davvero a cuore la salute e il benessere dei propri animali, ne' tantomeno i veterinari che con coscienza operano in tal senso.
Del resto, anche per il Trattato di Lisbona i potenti mezzi di disinformazione degli animalisti ricordano sempre la parte che recita: "(…) l'Unione e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti", ma dimenticano sempre che la frase continui con: "rispettando nel contempo le disposizioni legislative o amministrative e le consuetudini degli Stati membri per quanto riguarda, in particolare, i riti religiosi, le tradizioni culturali e il patrimonio regionale".
Il fatto di cui preoccuparsi e' piuttosto un altro: gli animalisti ora chiedono che le disposizioni contenute in quell'Ordinanza, e magari anche altre dello stesso tipo, vengano al piu' presto recepite in legge, "cosi' non sara' piu' possibile per alcuni ricorrere contro il Ministero". Il rischio e' che, pur in un momento di crisi come quello che viviamo, un gruppo di politici in cui la gente ormai non si riconosce piu', ma particolarmente sensibile alle pressioni della potente lobby animalista, riesca a far approvare provvedimenti che vanno a danno non solo di chi lavora con gli animali e quindi dell'economia e dell'occupazione vere, ma anche degli animali stessi.
CLICCA QUI per leggere la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia approvata a Strasburgo il 13 novembre 1987
CLICCA QUI per leggere la nota del Ministro Ferruccio Fazio
CLICCA QUI per leggere la lettera del Sottosegretario Francesca Martini
CLICCA QUI per leggere l'ordinanza del Sottosegretario Francesca Martini
CLICCA QUI per leggere l'ordinanza del Tar
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Confederazione Europea delle Associazioni di Allevatori, Commercianti e Detentori di Animali
European Confederation of Associations of Animals Farmers, Traders and Holders
Via Goito, 8 - 40126 Bologna
Tel. 895.510.0030 (servizio a pagamento) - Fax 051/2759026
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Ma gli animalisti vogliono prendere tutti per la coda?
Dopo che nel maggio 2010, il Consiglio di Stato ha bocciato definitivamente l'ordinanza Martini sui canili, ora il Tar ha sospeso anche quella sulla "Tutela dell'incolumita' pubblica dall'aggressione dei cani" che, tra le altre cose, ribadiva il divieto agli interventi chirurgici come il taglio della coda o delle orecchie dei cani.
Tali interventi, che ad un profano possono apparire inutili se non addirittura crudeli, in alcuni casi possono, invece, preservare l'animale da ferite o renderlo meno vulnerabile all'attacco dei predatori: si pensi, ad esempio, al caso del cane da caccia che svolge il suo lavoro nel folto della macchia o al cane da pastore che difende il gregge dagli attacchi dei lupi, sempre piu' frequenti sui nostri monti.
Infatti, la copia di una lettera reperita in rete testimonia che il 3 agosto 2011 la Martini rispondeva, si presume ad un "amico" visto che lo "salutava cordialmente", che "(…) sussiste la possibilita' di eseguire in via eccezionale interventi chirurgici non curativi ritenuti necessari sia per ragioni di medicina veterinaria sia nell'interesse dell'animale (…)". Non solo!: in tale lettera era la Martini stessa che richiamava la nota del Ministro Fazio del 16 marzo 2011, della quale gli animalisti hanno piu' volte chiesto il ritiro.
Poi, il 22 marzo 2011, la Martini emana l'ordinanza, ora sospesa, in cui vieta addirittura anche la vendita, l'esposizione a fini di vendita e la commercializzazione, dei cani sottoposti agli interventi chirurgici destinati a modificare la morfologia.
Il 27 ottobre 2011 arriva la sospensione. Il Tar rileva che "non e' rinvenibile in ogni caso il presupposto della grave necessita' pubblica che sostanzi i caratteri dell'indifferibilita' e dell'urgenza a giustificazione dell'emanazione del provvedimento"; rileva che "appaiono sussistere i dedotti profili di contraddittorieta' del provvedimento per cui e' causa sia con la menzionata circolare interpretativa del Ministro della Sanita' sia con quanto affermato dal Consiglio superiore di sanita'"; rileva che "sussistono i presupposti per l'accoglimento della domanda cautelare anche con riferimento al pericolo di pregiudizio grave ed irreparabile in relazione in particolare agli aspetti zootecnici".
Gli animalisti si affrettano a gridare ai quattro venti che resta il divieto a quei famosi interventi chirurgici, sottolineando che l'Italia ha ratificato la "Convenzione europea di Strasburgo", in particolare l'articolo 10, senza riserve.
Il fatto e' che con la legge n.201 del 2010, l'Italia ha ratificato la "Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia approvata a Strasburgo il 13 novembre 1987" senza riserve, perche' non ce n'era bisogno!
L'art. 10 della Convenzione, infatti, recita si', che "Gli interventi chirurgici destinati a modificare l'aspetto di un animale da compagnia, o finalizzati ad altri scopi non curativi debbono essere vietati (…)", ma aggiunge subito dopo che "Saranno autorizzate eccezioni a tale divieto (…) se un veterinario considera un intervento non curativo necessario sia per ragioni di medicina veterinaria, sia nell'interesse di un determinato animale (…)": evento piu' che possibile, come ben spiegato nella nota del Ministro Fazio.
Non si spaventino, quindi, delle minacce piu' o meno velate degli animalisti, ne' gli allevatori che hanno davvero a cuore la salute e il benessere dei propri animali, ne' tantomeno i veterinari che con coscienza operano in tal senso.
Del resto, anche per il Trattato di Lisbona i potenti mezzi di disinformazione degli animalisti ricordano sempre la parte che recita: "(…) l'Unione e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti", ma dimenticano sempre che la frase continui con: "rispettando nel contempo le disposizioni legislative o amministrative e le consuetudini degli Stati membri per quanto riguarda, in particolare, i riti religiosi, le tradizioni culturali e il patrimonio regionale".
Il fatto di cui preoccuparsi e' piuttosto un altro: gli animalisti ora chiedono che le disposizioni contenute in quell'Ordinanza, e magari anche altre dello stesso tipo, vengano al piu' presto recepite in legge, "cosi' non sara' piu' possibile per alcuni ricorrere contro il Ministero". Il rischio e' che, pur in un momento di crisi come quello che viviamo, un gruppo di politici in cui la gente ormai non si riconosce piu', ma particolarmente sensibile alle pressioni della potente lobby animalista, riesca a far approvare provvedimenti che vanno a danno non solo di chi lavora con gli animali e quindi dell'economia e dell'occupazione vere, ma anche degli animali stessi.
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