COMUNICATO STAMPA
31 ottobre 2011
RIFUGIATI, EVERYONE: LO STATO GARANTISCA LORO GRATUITO PATROCINO PER RICORSI AI DINIEGHI DELL'ASILO
"Servono maggiori garanzie per i migranti che si rifugiano in Italia, fuggendo da Paesi in cui rischino o abbiano subito persecuzioni e discriminazioni". Lo dichiarano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti dell'organizzazione umanitaria EveryOne. "Le Commissioni Territoriali per il Riconoscimento della Protezione Internazionale, composte da rappresentanti del Ministero dell'Interno e dell'UNHCR, negano sempre più spesso la protezione internazionale a soggetti legittimamente richiedenti. Lo abbiamo dimostrato in più occasioni - recentemente con i casi dei nigeriani Joshua Jean Paul (omosessuale) e Tina Richard (donna violentata, torturata e minacciata di morte in Patria) -, e spesso si tratta di profughi che, una volta rimpatriati, subiscono il carcere, diverse forme di persecuzione e tortura e in molti casi la morte. Attualmente" spiegano Malini, Pegoraro e Picciau, "non esiste un organo di controllo incaricato di monitorare il destino di coloro che vengono rimpatriati, nonostante le segnalazioni di gravi violazioni nei loro confronti anche da parte di autorevoli organizzazioni umanitarie. Le Commissioni territoriali per l'asilo valutano le domande senza tenere conto delle condizioni sociali e personali dei profughi, adducendo motivazioni spesso pretestuose sulla credibilità in relazione alla loro appartenenza a un determinato gruppo sociale (come per esempio quello delle persone omosessuali); per altro, spesso non viene dato tempo sufficiente ai profughi di procurarsi la documentazione eventualmente necessaria a provare fatti avvenuti in Patria che abbiano pregiudicato la loro libertà e sicurezza".
Attualmente, in Italia," continuano gli attivisti del Gruppo EveryOne, "considerando i bolli e le spese, il profugo che non abbia sufficienti mezzi di sussistenza e cui il Consiglio territoriale dell'ordine degli Avvocati non riconosca il patrocinio a spese dello Stato, non può di fatto presentare il ricorso avverso il provvedimento di diniego della protezione internazionale: dovrebbe spendere una somma che supera i trecento euro, cifra di cui la maggior parte dei migranti giunti nel nostro Paese in seguito a guerre, carestie o persecuzioni certamente non dispone. Per altro, sempre più spesso riceviamo notizia da profughi che ci contattano affermando che molti avvocati negano il gratuito patrocinio, perché non accettano di attendere i tempi - spesso lunghi - del rimborso delle spese procedurali, che a volte richiede anni, e pretenderebbero il pagamento anticipato delle spese, che ovviamente quasi nessuno di loro può permettersi".
Il Gruppo EveryOne si unisce all'appello, avanzato al Ministero della Giustizia, da parte dell'avvocato Costantino Nardella, dell'ARCI di Foggia, e di Christopher Hein, direttore del Consiglio Italiano per i Rifugiati: "E' assolutamente necessario garantire il diritto a tutti gli indigenti al patrocinio a spese dello stato, e, in ogni caso, come per le procedure di ricorso in materia di espulsione degli stranieri, applicare l'esenzione del pagamento di tutte le spese e degli altri oneri per i ricorsi fondati in materia di concessione di protezione internazionale".
Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
www.everyonegroup.com :: info@everyonegroup.com
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