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COMUNICATO STAMPA
Rogo in casa di riposo a Santa Marinella, Celardo chiede giustizia
Il viceresponsabile per il Lazio dell'Italia dei Diritti: "L'assenza di controllo e il non rispetto della legge alla base della tragedia"
Roma, 1 febbraio 2009 - "Come movimento esprimiamo tutto il nostro cordoglio ai familiari delle vittime. Spesso ci si rivolge infatti a strutture private perché il sistema pubblico ha delle falle che creano le condizioni a strutture fatiscenti e irregolari di esistere." Parla così il viceresponsabile regionale dell'Italia dei Diritti, Carmine Celardo, in merito al dramma accaduto all'Oasi Villa Chiara, una casa di riposo di Santa Marinella dove due anziani, di 91 e 82 anni, hanno perso la vita soffocati dalle esalazioni propagate da un incendio.
Le vittime sembrano state chiuse a chiave in un ripostiglio perché considerati dal personale della residenza "piuttosto irrequieti". I gestori della casa di riposo, completamente abusiva, sono stati arrestati mentre due dipendenti sono state iscritte nel registro degli indagati della procura di Civitavecchia."E' incredibile come nessuno, tra clienti, medici, badanti e vari operatori, si sia mai accorto di nulla. Sarebbe bastata una segnalazione alla Guardia di Finanza per far scattare gli accertamenti - continua l'esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -. La Asl non ha effettuato i controlli dovuti, ci aspettiamo dunque che il sindaco si costituisca parte civile in segno di solidarietà e chiediamo che la magistratura locale sia attivi per verificare se ci siano altre strutture non autorizzate nella zona".
L'Oasi Villa Chiara (che sulla carta risultava come un "bed and breakfast"), pur non avendo nessuna convenzione con la Asl, era stata controllata un mese fa e aveva tutti i permessi necessari. Ma la "dependance" era sfuggita ai controlli degli ispettori perché secondo i titolari si trattava di un magazzino. "La sicurezza in Italia viene troppo spesso violata per indifferenza e sciatteria - conclude Celardo -. E' la mancata applicazione delle norme e dei controlli che ci fa scivolare in condizioni disumane".
Ufficio Stampa Italia dei Diritti
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