Comunicato stampa LabUr
Ostia, 04 Febbraio 2010
Ing. Renato Papagni, membro tecnico della FIN, progettista del Polo Natatorio e proprietario dello stabilimento balneare “Le Dune” prospiciente il Polo Natatorio ad Ostia. | L’Ordine degli Ingegneri risponde all’esposto presentato contro Papagni e afferma che al Polo Natatorio di Ostia è tutto a posto, contro ogni evidenza. La FIN afferma che i lavori del Polo Natatorio di Ostia non sono stati "integralmente conclusi per la programmata data di completa utilizzazione dell'intero complesso". Questo si legge nel ricorso depositato presso la Cancelleria del Tribunale di Ostia dall'Avvocato Stefano Ciavarro il 10.12.2009, ricorso contro l'A.T.I. GECOM Srl (mandataria), Marziali Costruzioni Generali Srl, Group Impianti Srl (mandanti) a cui il Commissario Delegato per i Mondiali di Nuoto Roma '09 aveva appaltato i lavori. Non si capisce pertanto con che faccia tosta il Vice Presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Roma, dr.Ing. Fabrizio Cabas, possa sostenere (in data 16.12.2009) che l'impianto del Polo Natatorio "è stato realizzato nei tempi previsti", salvando dunque l'Ing. Renato Papagni da una sanzione per violazione del codice deontologico. Ricordiamo che Renato Papagni, progettista e coordinatore tecnico degli impianti pubblici natatori (Ostia, Valco San Paolo e Pietralata), nonché membro tecnico della FIN, era già stato sbugiardato più volte circa la fine dei lavori anche davanti alle telecamere de "Le Iene" di Italia Uno. Lo sanno tutti ad Ostia che il Polo Natatorio non è terminato e lo si vede ancora oggi ad occhio nudo. Ma l'Ing. Cabas non lo sa, anzi, afferma pure che il Polo Natatorio di Ostia "è stato utilizzato senza problemi in competizioni sportive di carattere internazionale". Non è vero. Presso il Polo di Ostia si sono potute svolgere, in occasione dei Mondiali di Nuoto, solo 4 giornate di allenamenti nella piscina esterna e, per esempio, mai è stata utilizzata la foresteria fino ad oggi. Ultima inesattezza dell'Ing. Cabas riguarda l'affermazione che l'impianto "è stato approvato dagli Enti competenti". Secondo la documentazione della Capitaneria di Porto, il Polo Natatorio risulterebbe dentro i 30 metri della fascia di rispetto del Demanio Marittimo, senza aver mai ricevuto alcuna autorizzazione in merito (art. 55 del Codice della Navigazione). Aggiungiamo poi che il 3 Febbraio 2010 è stata presentata (dopo nostra segnalazione) una interrogazione alla Commissione Europea tramite l’On. Niccolò Rinaldi, in quanto, dopo quasi due anni, ancora non è stato pubblicato l'esito della gara del Polo Natatorio sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea, come dovuto per Legge. Insomma, se un Ordine Professionale ha ragione di esistere in nome del rispetto del codice deontologico da parte dei suoi iscritti, rimaniamo stupiti che l'Ing. Cabas si sia esposto a firmare un documento contraddetto dalla realtà dei fatti. Bisogna riportare ordine all'Ordine e soprattutto assicurarsi che l'Ing. Papagni finisca di posare in opera quelle "4 mattonelle" mancanti a quasi un anno dalla fine dei Mondiali. |
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