Il dolore è un postino grigio, silenzioso, col viso asciutto, gli occhi d'un azzurro chiaro, dalle sue spalle fragili pende la borsa, il vestito è scuro e consumato. Nel suo petto batte un orologio da pochi soldi; timidamente sguscia di strada in strada, si stringe ai muri delle case, sparisce in un portone. Poi bussa. Ed ha una lettera per te.
"Nonostante le ferite, il legame più forte che ho è con la vita. Pure nei momenti di massimo sconforto, tipici non solo della mia esperienza personale ma dell'esistenza di ogni uomo o donna che ha una sensibilità raffinata come la mia, si può avere la tentazione di darsi la morte. Voglio credere che il dolore sia una delle componenti insopprimibili di questo mondo, insieme alla gioia e non ci resta che viverle entrambe. Solo che, come abbiamo il diritto ad esprimere la nostra felicità, abbiamo il diritto innegabile e sacrosanto di dire la nostra sofferenza, di riaffermare la dignità negata, di gridare il nostro disappunto e il nostro delirio. Certe volte la comunicazione rischia di addolcire con forme stilistiche ovattate la reale pesantezza della realtà. Essere franchi per me significa anche dire cose che bruciano non solo a chi scrive ma anche a chi legge. Forse feriscono riaprendo ferite faticosamente dimenticate e me ne dispiace. Ma la crudezza è realismo, mitigare è illusione o falsa difesa. È il disagio di provare a vivere con le idealità in cui si è cresciuti e che invece ci rendono soli e inadattabili a un mondo che ha riferimenti troppo minimi e spesso superficiali. Mani, gambe, braccia che sembrano voler afferrare, stringere, quel che si rivela, poi, un vuoto, una mancanza, occhi che catturano volti perduti, pensieri di abbandono, desidero di morte a finire il dolore, desidero di vita a spegnere il pianto, mani fredde e svuotate… La propria sacrosanta libertà non contempla l'offesa, il maltrattamento, l'uso degli altri a proprio vantaggio, la vuotezza e la falsità delle parole. Le relazioni autentiche non possono essere fugaci, legano nelle profondità della interiorità di ognuno e ci rendono responsabili di quelli cui siamo legati. Ogni nostra scelta dunque non è un indifferente. Purtroppo però si deve mettere in conto il rischio della perdita e del lutto che ne consegue. È vero pure che se invece sono vissute in modo epidermico e leggero non c'è rischio di farsi male. Si, la passionalità che mi distingue passa anche attraverso l'incapacità del silenzio e l'irriverenza. Mi hanno detto che ho la guerra in testa. È vero. Non posso ammettere che si manipoli l'evidenza, che si stia in silenzio davanti all'ingiustizia, che si diventi remissivi di fronte al male. Altrimenti è connivenza o bugiardo bigotto perbenismo. So anche che esagero e fatico a contenermi. Ma non dire ciò che penso o nascondere edulcorandola la mia verità sulle cose è per me come offendere le persone che amo. Dovrei forse imparare la forma. Ma senza la verità la pace è impossibile. Sapeste com'è triste... il "giorno dopo"... sentire quel vuoto dentro... ...quel velo di tristezza... ho ancora mia moglie negli occhi... il suo profumo sulla pelle... la sua voce riecheggia intorno a me... ...e lei...lontana ...di nuovo... Chiudo gli occhi...e ripenso a ieri... a quanto era bello averla accanto... ...a quanto ogni volta ci solidificavamo... Il sorriso al mio arrivo... ...il voler fermare il tempo... e lo sguardo malinconico... quando inevitabilmente...dovevo partire. Amarla, significa pensare sempre a lei... anche fra milioni di cose a cui pensare... Amarla...è sentire "dolore" quando non c'è......e il giorno dopo... Prometto di regalarle ogni istante… quel noi che siamo diventati in un giorno d'estate, quando quel sole non poteva di certo competere con i nostri sorrisi. E questo mio Amore immenso, che mi scoppia nel cuore ogni volta che mi sfiora".
Un'intervista dalla quale ne sono uscito in lacrime. Non capisco come sia possibile che sua moglie non sappia nulla e non provi commozione per cotanto amore sofferto.
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CARMINE SALLUSTIO
Editorialista
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