La notizia è degna di più di qualche nota: Giuseppe Linares, dirigente della divisione anticrimine della questura di Trapani, viene "promosso" a capo della Dia di Napoli. Un incarico d'indubbio prestigio, così come indubbia è la perdita che il territorio trapanese subisce con il suo preannunciato trasferimento: un rallentamento di non poco conto all'interno di quel complesso ingranaggio rappresentato dalle indagini sulle fitte connessioni tra mafia, politica e imprenditoria, che attanagliano la provincia roccaforte di Cosa Nostra. Indagini che Linares, a capo della squadra mobile di Trapani, ha diretto abilmente, dispiegando energie e talento nel tentativo di catturare Matteo Messina Denaro, mettendo a segno una serie di colpi ai danni dei personaggi mafiosi di maggior spicco e insospettabili, tutti fiancheggiatori del boss, non senza trovarsi di fronte a impedimenti, possibili fughe di notizie, pressioni. Ora Linares, certamente, andrà a combattere la criminalità organizzata su un fronte altrettanto duro, quello della camorra, sempre più padrona di vite e territori, facendo tesoro dell'esperienza acquisita in Sicilia. Ma, inevitabilmente, le conoscenze e gli insegnamenti frutto di anni di studio puntuale del territorio, delle peculiarità della mafia trapanese e della rete che orbita attorno al latitante castelvetranese, nonché le capacità di coordinamento di Linares, che qui potevano incidere forse in maniera risolutiva nella cattura di Messina Denaro, verranno meno alla squadra siciliana, pur composta da eccellenti investigatori. Un altro punto a favore di Cosa Nostra, dunque, che per anni, come emerge dalle intercettazioni, ha cercato in tutti i modi di far sì che il trasferimento avesse luogo.
Associazione Antimafie "Rita Atria"
Presidio di Partanna
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