In costante crescita e con margini di sviluppo molto significativi. Sono le bioenergie che in Italia rappresentano la seconda fonte rinnovabile per le generazione elettrica e dal 2000 a oggi hanno segnato tassi di crescita progressivi con un +32% di potenza installata dal 2007 al 2011.
Tra le rinnovabili "moderne" , fatta cioè eccezione dell'idroelettrico, le bioenergie raccolgono meno l'attenzione del grande pubblico rispetto a solare ed eolico. Ma nel crescente apporto delle fonti verdi alla produzione energetica nazionale (pari a oltre il 28% del totale) esse rappresentano una strada di sviluppo importante e spesso ignorata nei dibattiti su presente e futuro delle rinnovabili in Italia.
Il settore delle bioenergie si affida a tipologie diverse di combustibili catalogabili come:
• biomasse solide: la parte biodegradabile solida dei prodotti, rifiuti e residui provenienti da agricoltura, silvicoltura e industrie connesse, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani destinati alla produzione di energie elettrica e termica;
• biogas: metano e anidride carbonica generate dalla fermentazione anaerobica di materiale organico destinati alla produzione di energie elettrica e termica;
• bioliquidi: oli vegetali prodotti da biomasse destinati a scopi energetici diversi dal trasporto, compresi l'elettricità, il riscaldamento e il raffreddamento
Secondo le stime più recenti, nonostante abbia attualmente una produzione da bioenergie inferiore alla media europea e pari al 4% della generazione nazionale da fonti rinnovabili, l'Italia può contare sul 13% delle biomasse disponibili per la produzione di energia elettrica in tutta Europa e questa ingente risorsa di "materia prima" rende il Paese secondo solo alla Germania che vanta il 15% del totale europeo.
Per trasformare queste disponibilità stimate in energia occorre un adeguato sviluppo dell'intera filiera delle bionergie. Se l'Italia utilizzasse tutte le biomasse che si calcolano presenti sul territorio nazionale potrebbe arrivare a produrre quasi 30Twh di energia elettrica in questo settore.
L'attività di Enel nello sviluppo delle biomasse in Italia è documentata dalla realizzazione di impianti e la stipula di accordi che riconoscono al settore valore e potenzialità decisive per la crescita diversificata e diffusa di tutte le fonti rinnovabili.
Gli impianti a biomasse di Enel attivi sul territorio italiano si avvalgono delle diverse soluzioni tecnologiche oggi disponibili che vanno dalle centrali tradizionali, con forno di combustione della biomassa solida, a quelle con turbina alimentata dal syngas ottenuto dalla gassificazione di biomasse, dagli impianti termoelettrici ibridi, che utilizzano sia biomasse sia fonti convenzionali, a quelli alimentati da biomasse liquide (oli vegetali, biodiesel) e costituiti da motori accoppiati a generatori.
Tra le tante iniziative messe in atto da Enel nel settore, oltre alla recente entrata in esercizio della centrale del Mercure, c'è anche l'avvio della collaborazione con Enea per il progetto di Trebios, il primo impianto al mondo basato sull'integrazione fra solare termodinamico e biomasse.
Enel ha poi firmato negli anni diversi accordi per lo sviluppo della filiera delle biomasse in Italia che vanno dal protocollo d'intesa siglato già nel 2010 con Coldiretti all'ingresso di Enel Green Power nel Gruppo Terrae del settore bieticolo-saccarifero da tempo impegnata in progetti per l'integrazione della produzione agricola con quella di energia.
Enel Green Power ha inoltre avviato, in collaborazione con la Scuola Universitaria Sant'Anna e con l'Università di Pisa, la realizzazione di una vera e propria fattoria dell'energia, nella quale sperimentare colture innovative per la produzione di biomasse ad elevato contenuto energetico e per lo sviluppo di processi e tecnologie per la produzione di biocombustibili alternativi e a basso costo.
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