NOVARA e VERBANO CUSIO OSSOLA
A CURA DELL'UFFICIO STAMPA
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COMUNICATO STAMPA
12 marzo 2012
COLDIRETTI NOVARA VCO.
"NASCE OGGI A NOVARA LA FILIERA ITALIANA DEL RISO"
CONVEGNO CON OLTRE 200 PARTECIPANTI E RELATORI DI RILIEVO
NOVARA- VCO – "Da oggi, finalmente possiamo dire che la filiera made in Italy del riso esiste". A tenerla a battesimo è stata la Coldiretti, davanti ad una platea di oltre 200 persone e numerose autorità intervenute questa mattina a Novara al convegno su "Il Made in Italy nel Riso" (Albergo Italia, ore 9.30).
Il progetto che si concretizza è quello di una struttura fortemente innovativa, che nasce dalla Società di Scopo sui cereali voluta da Coldiretti e si traduce operativamente nella "Filiera Italiana Riso Sca Spa", realtà che si propone "di restituire dignità piena e potere contrattuale ai produttori di riso, ovvero ai protagonisti autentici di quella che è un'autentica economia reale nel settore primario".
In tanti erano presenti, come detto, a seguire i lavori: c'era, soprattutto, la grande maggioranza di imprenditori risicoli, aderenti a Coldiretti e non solo, oltre a rappresentanti del mondo istituzionale ed economico.
Tra i rappresentanti delle istituzioni, va ricordata la presenza del sindaco di Novara Andrea Ballarè, dell'assessore provinciale all'agricoltura Marzio Liuni (con i dirigenti del Settore Agricoltura Antonio Pogliani e Lidia Papandrea), del presidente della Coldiretti di Vercelli Paolo Dellarole, del presidente del Consorzio Agrario di Novara e Vco Giuseppe Locatelli, del segretario generale della Camera di Commercio Cristina d'Ercole, del presidente della Fondazione Agraria Novarese Paola Battioli e di Silvano Bertini, presidente dell'Associazione provinciale laureati in scienze agrarie e forestali.
Dopo il saluto del presidente di Coldiretti Novara-Vco e della Camera di Commercio di Novara Paolo Rovellotti e l'introduzione del direttore Gian Carlo Ramella, il convegno è iniziato tracciando la "situazione attuale" del comparto risicolo italiano, alle prese con una Politica Agricola Comunitaria in fluida evoluzione.
In sintesi, come ha ricordato il dottor Paolo Abballe - responsabile economico Coldiretti per il settore riso - potrebbe esservi una contrazione dell'aiuto Pac mentre si rende oltremodo necessario l'avvio di un sistema di contrattazione che riconosca il giusto valore della produzione nazionale.
A seguire, il sindaco di Novara, Andrea Ballarè, ha ricordato il forte ruolo economico e storico che la risicoltura ha per il contado novarese, e rivolto un saluto di stima agli imprenditori agricoli.
Nella Bassa Novarese, è importante ricordarlo, insistono 35.816 ettari destinati a risaia, con un ruolo strategico determinante per l'economia del territorio.
E la "territorialità" del riso italiano è proprio alla base del ragionamento che, illustrato da Emanuele Occhi, ha portato alla definizione del progetto stamane presentato.
Dalla presa d'atto del "valore aggiunto territoriale" e del "ruolo attivo del risicoltore", la "nuova filiera" giunge a designare una tracciabilità del prodotto fino al consumatore finale, con il conseguente riconoscimento di un valore aggiunto all'impresa agricola produttrice: ciò, come ha spiegato il dottor Occhi, si concretizza nella fissazione di un prezzo "giusto" per il risone, che tenga conto dell'andamento dei mercati e dei concreti costi di lavorazione in campo.
"La creazione della nuova filiera permetterà dunque di contrattare a valle i prezzi dei prodotti e servizi tramite l'effetto della massa critica e, a monte, permette di aumentare il potere contrattuale rivendicando un prezzo remunerativo che tenga almeno conto del costo "giusto" alla produzione".
I principi chiave della Società di Scopo, ricordati dal suo direttore, valgono ad essere garanzia di una rintracciabilità di filiera che giunge sino al consumatore finale: trasparenza, garanzie, correttezza, affidabilità e risultati economici.
Dal punto di vista commerciale e di mercato, sarà di strategica importanza individuare un giusto percorso di confronto con la realtà industriale risiera e la distribuzione.
"L'avvio operativo di una società di scopo tra produttori, rappresenta un'opportunità interessante che consente alle imprese agricole di concentrare, valorizzare, promuovere e commercializzare le proprie produzioni, garantendo identificazione e rintracciabilità in etichetta. E' un modo di agire innovativo, che applica criteri di democrazia e trasparenza".
Soprattutto nella filiera del riso, la creazione di una società di scopo - che potrà essere partecipata da vari attori del comparto - è una riorganizzazione epocale che aiuta il produttore a non subire la logica della speculazione industriale e rompere i legami storici con il passato. Al contempo potrebbe aiutare le medio piccole aziende trasformatrici ad avere un flusso sufficiente e costante di prodotto.
Da questo principio nasce la volontà di riconoscere il ruolo importante delle oltre 100 realtà trasformatrici risiere di carattere artigianale, che però lavorano attualmente solo il 30% del prodotto disponibile (il 70% della quota è invece lavorato dalle industrie di più grandi dimensioni, ma che in Italia sono solo una quarantina).
Evidente e partecipato l'interesse della platea che, soprattutto per parte dei risicoltori presenti, ha rivolto domande e fatto puntuali considerazioni: Ilario Pieropan, di San Pietro Mosezzo, ad esempio, ha sottolineato il tema delle varietà del riso, con specifico riferimento all'importanza della loro classificazione e tipologia, ponendo particolare attenzione all'attuale, elevato numero delle varietà stesse.
Maddalena Francese, risicoltrice di Gionzana, ha invece evidenziato l'importanza di preservare e poter promuovere le varietà storiche di riso, supportati da adeguati strumenti legislativi.
A tal proposito, nel suo intervento, ha citato l'esempio stesso della propria azienda che produce e tramanda le varietà "Maratelli" e "Razza77".
Zanzola Giuseppe, ceranese, invece, ha rimarcato l'importanza della valorizzazione e riconoscibilità del riso italiano, invitando a continuare sulla strada della rintracciabilità in etichetta attraverso la promozione di un sistema di riconoscibilità che identifichi con chiarezza l'italianità di "produzione".
Intervento importante anche quello di Giuseppe Locatelli che ha rivendicato "l'origine e il ruolo di parte agricola dell'Ente Risi, che deve rispondere primariamente alle necessità e ai bisogni del mondo dei produttori agricoli e non, invece, alle logiche industriali".
"Partiamo dal convegno di oggi per una road-map che, nelle prossime tappe, porterà alla creazione fisica ed effettiva della filiera" concludono il presidente Rovellotti e il direttore Ramella. "La già costituita Società di Scopo conta un'importante presenza tra i fondatori, quella del risicoltore di Vespolate Fabrizio Rizzotti. Il nostro impegno è perchè il nostro territorio e le sue imprese siano protagonisti e che anche in futuro l'immagine stessa della nostra città possa essere riconosciuta in quella di un riso dalle qualità uniche".
Le istanze dei risicoltori novaresi saranno portate a Roma, insieme a tutte le priorità dell'azione di Coldiretti sul territorio e in Italia, nei prossimi giorni di Mobilitazione tesa a rivendicare, per l'agricoltura, il ruolo di protagonista che le spetta nella costruzione del futuro del Paese.
Da giovedì 15, migliaia di agricoltori, cittadini, ambientalisti, associazioni dei consumatori, insieme a Sindaci e rappresentanti delle Istituzioni si mobilitano nella capitale contro il falso Made in Italy di Stato e a tutela dell'avvenire socioeconomico di imprese e consumatori.
"E anche noi – conclude il direttore Ramella – saremo presenti con il dinamismo che ci caratterizza e la consapevolezza di voler davvero essere motori del nostro stesso futuro".
COLDIRETTI NEWS NOVARA VCO
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