Il workshop didattico in forma ludica per ragazzi è stato organizzato nella giornata del 10 Febbraio presso i locali della Sala Lettura "G. Canale" e del Centro Socioculturale "Il ponte" dall'associazione culturale "La Stazione", con la partecipazione degli operatori del "Museo etnografico del giocattolo di Sezze".
Un giorno di scuola fuori dall'ordinario per gli studenti delle classi terze della primaria "Don Silvestro Radicchi" di Giulianello che venerdì 10 Febbraio sono usciti dalle aule per prender parte al workshop "I giocattoli della tradizione", organizzato presso i locali della Sala Lettura "G. Canale" e del Centro Socioculturale "Il ponte" dall'associazione culturale "La Stazione", con la partecipazione degli operatori del "Museo etnografico del giocattolo di Sezze".
I ragazzi sono stati accolti con una breve introduzione sulla storia dei giocattoli, allo scopo di illustrare quelli che erano i giochi dei loro genitori e nonni, favorendo l'apprendimento di un esistente completamente diverso dal loro. Dopo la teoria, la fase pratica, con la costruzione di un giocattolo tradizionale, una barca a vela, seguendo istruzioni precise, con materiali da riciclo per apprezzare l'importanza del riuso. Il manufatto è stato infine utilizzato per effettuare un antico gioco di gruppo.
"La Stazione" ha proposto il progetto didattico con la convinzione che il gioco svolga due funzioni fondamentali nello sviluppo psicologico: consolida le abilità e le capacità già possedute dal soggetto, come ad esempio la manualità, e rafforza l'idea che egli possa agire efficacemente sulla realtà. Il gioco è divertimento, esplorazione del mondo esterno ed espressione di quello interiore, sperimentazione di convivenza sociale, conoscenza di sé e degli altri attraverso l'immaginazione e la fantasia.
L'iniziativa contribuisce inoltre a valorizzare il territorio e le sue radici, la cultura locale e l'identità personale di ciascuno, attraverso la riscoperta in forma ludica dei giocattoli e dei giochi di una volta. Essi, benché spesso considerati obsoleti e obliati dalla tecnologia, dal progresso e dal benessere, sono invece estremamente utili a comprendere l'ambiente sociale dal quale provengono i giovani e avvicinarli così alle proprie tradizioni (foto del Museo etnografico del giocattolo di Sezze).
Marco Castaldi
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