ZULLO CONTRO AMATI: LA TUA PROPOSTA DI LEGGE E' INAMMISSIBILE! LE REGIONI NON POSSONO MODIFICARE NORME CONTRATTUALI PREVISTE NEL CCNL DEI MEDICI
Il presidente del gruppo regionale Direzione Italia-Noi con l'Italia, Ignazio Zullo, interviene su la Pdl che vuole ridurre le liste di attesa e commenta: quando non trottano i cavalli ….
Mi sembra che la proposta di legge del collega Amati sulla sospensione dell'attività libero-professionale intramoenia rispecchia quel proverbio – quando non trottano i cavalli… - che per rispetto non continuerò fino in fondo.
La disciplina dell'attività libero-professionale è norma contrattuale in applicazione del Decreto Leg.vo 229/99 che l'allora ministro Bindi (che fa parte dello stesso partito di chi oggi si scaglia contro i medici) volle per apportare modifiche ed integrazioni al Decreto Leg.vo 502/92 . Le norme contrattuali, dovrebbe saperlo qualunque trottatore, non possono essere intaccate per legge. Vediamo quali sono: all'inizio il medico è messo di fronte a un'opzione scegliere se esercitare scegliendo il rapporto esclusivo o quello non esclusivo. Il medico che opta per il rapporto "non esclusivo" esercita l'attività libero professionale extra-muraria con una penalizzazione stipendiale. Quello che invece opta per il rapporto "esclusivo" oltre a percepire lo stipendio pieno, percepisce un'indennità proprio in virtù di quel rapporto esclusivo e ha il diritto ( non è una concessione della Regione sulla quale si può intervenire) di esercitare fuori del normale orario di lavoro l'attività libero professionale intramoenia secondo regole definite dal C.C.N.L. E non solo ha il diritto di farlo, ma ha il diritto di ottenere dalla propria Azienda spazi (ambulatori, stanze di ricovero, sala operatoria ecc.), attrezzature (ecografi, apparecchi radiologici, endoscopi ecc…) e personale di supporto sanitario e amministrativo appositamente dedicato all'attività libero-professionale intramoenia. Se l'Azienda non è in grado di assicurare al medico intramoenista spazi, attrezzature e personale dedicato, l'Azienda stipula (intramoenia allargata) una convenzione con il medico finalizzata all'utilizzo dello studio personale con una quota dei proventi che va nelle casse dell'Azienda.
Fatta chiarezza sulla regolamentazione dell'attività intramoenia, chiunque può comprendere che a trottare deve essere il presidente-assessore Emiliano, cavallo di razza, che è tenuto ad offrire al popolo pugliese un Servizio Sanitario Regionale organizzato, efficiente, efficace ed economico per le tasche dei cittadini. Ma se i cavalli non trottano, ecco il soccorso di chi pensa di invertire il campo delle responsabilità: se le liste di attesa sono lunghe è colpa dei medici in un messaggio subdolo che dà in pasto alla collettività l'immagine del medico opportunista che per fare più guadagni nell'attività libero-professionale sarebbe il responsabile delle lunghe liste di attesa.
Noi siamo contro i cavalli che non trottano e contro chi vuol trottare al posto dei cavali in modo fuorviante, errato e offensivo per una categoria di lavoratori (i medici) che insieme a tutti gli operatori sanitari soffrono per l'assenza di organizzazione e per la penuria di personale. Medici e operatori sanitari che andrebbero elogiati e ringraziati per l'impegno e per la dedizione a turni di lavoro spesso massacranti. Le liste di attesa non si risolvono con gli slogan ma con interventi di programmazione e organizzazione dei servizi in funzione della domanda organizzando percorsi per le acuzie distinti da quelli per la cronicità, con il potenziamento della prevenzione e della riabilitazione e con l'ampliamento dei poliambulatori specialistici distrettuali sul territorio.
Per questi motivi la proposta di legge Amati è per noi inammissibile sia perché entra nella sospensione di un diritto contrattuale e sia perché entra nella determinazione di principi fondamentali che spettano allo Stato e che oggi sono recati dal Decreto Legislativo 502/92 e successive modifiche ed integrazioni.
Bari, 27 gennaio 2018
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