NOTA STAMPA
CACCIA, RICHIAMI VIVI: PROCEDURAINFRAZIONE UE M5S: "SE GOVERNO NON TIENE ALLA VITA DEGLI ANIMALI, ALMENO SALVAGUARDI LE TASCHE DEGLI ITALIANI"
"Il benessere e la tutela degli animali,lo stop definitivo ad una pratica crudele ed anacronistica che viola qualsiasi norma sul benessere degli animali, non sono finora sembrati elementisufficienti a motivare il nostro Governo a porre fine all'esistenza della disciplina alla procedura dei richiami vivi, speriamo che almeno lo spettro, sempre più reale, di una multa salata serva a far fare marcia indietro all'esecutivo e a far approvare con urgenza una norma che vieti l'utilizzo degli uccelli come richiami vivi nell'attività venatoria ".Sono queste le parole della deputata M5SChiara Gagnarli a commento della notizia della trasmissione, da parte della Commissione europea, del parere motivato sulla procedura di infrazione n. 2006/2014 sui richiami vivi attivata lo scorso febbraio per violazione degli articoli 7 e 9 della direttiva Uccelli.
Questo parere rappresenta l'ultimo attoprima del deferimento di uno Stato membro alla Corte di Giustizia e da oggi l'Italia avrà due mesi di tempoper rimediare e scongiurare una multasalatissima, che potrebbe aggirarsi intornoai 10 milioni di euro , altrimenti arriverà il processo innanzi alla Cortedi Giustizia e la condanna.
"E' dal primo momento in cui siamoentrati in questo Parlamento – prosegue la deputata cinque stelle - che cerchiamo di far capire al Governo l'urgenza di mettere fine a questa pratica atroce quanto inutile, considerate le molte alterative messe a disposizione oggi dalla tecnologia, ma tutti i nostri tentativi sono stati bocciati o peggio accusati di "inutile" allarmismo, come in occasione dell'ultima legge europea alla Camera. Dopo la lettera dell'UE è evidente anche la vacuità deiprovvedimenti allodola che sono stati approvati negli ultimi mesi. Non ci possono essere più scappatoie –conclude la Gagnarli - i richiami devono essere aboliti e intervenire è fin troppo semplice e ci auguriamo che il Governo non tardi ancora a farlo, altrimenti, oltre agli uccelli migratori, saranno anche i cittadini italiani a pagare, cacciatori compresi".
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