Da: avv. Eugenio Gargiulo (eucariota@tiscali.it)
Importanti novità in arrivo per la professione di avvocato: presto cancellati l’obbligo dei contributi minimi alla Cassa Forense e l’iscrizione obbligatoria alla stessa!
Finalmente dovremmo esserci: l’addio alla iscrizione obbligatoria alla Cassa Forense sarebbe alle porte per gli avvocati italiani. E con essa anche la cancellazione dell’obbligo di versamento dei cd. “contributi minimi”, nonché del tanto vituperato principio dell’ esercizio obbligatorio della professione “in modo continuo e prevalente”, per evitare la cancellazione forzosa dagli albi di appartenenza.
Tutte queste novità, tanto richieste ed attese da decine di migliaia di avvocati meno abbienti e in maggioranza giovani, sono previste e contemplate dal Disegno di Legge di riforma della professione forense all'esame attualmente della commissione giustizia della Camera.
L’obbligo di iscrizione alla Cassa Forense e ,soprattutto, la necessità che la professione sia svolta in maniera continuativa sono viste come imposizioni inaccettabili, ed il ddl intende , per l’appunto, ripristinare la facoltà di scelta da parte degli avvocati, così come avveniva prima dell’entrata in vigore della ingiusta L. 247/12.
Difatti, i contributi versati alla Cassa Forense non corrispondono al reddito prodotto dagli avvocati nella loro attività, ciò li rende veri e propri salassi, che in tempo di crisi possono generare non poche difficoltà agli studi più indeboliti dai clienti insolventi.
In aggiunta non è altrettanto da poco il cd. “obbligo di esercizio continuativo e prevalente dell’attività”, in forza del quale gli avvocati rischiano la cancellazione dall’albo se il loro lavoro non è l’esclusiva pratica forense. Giudicato inaccettabile, sia dal punto di vista dei principi costituzionali sia dei diritti fondamentali della Carta Europea, il ddl, presentato in Parlamento, punta all’abrogazione dell’Art. 21 della Legge 247/2012.
L’addio ai contributi dovuti alla Cassa Forense si avrà solo con l’approvazione della legge, ma i circa 30.000 avvocati cd. “esodati”, perché costretti a cancellarsi dagli albi in questi ultimi due anni, non aspettano altro che la fine degli obblighi di versamento, oltre che dell’obbligo di iscrizione all’ente stesso, per poter riscriversi all’albo territoriale di appartenenza e poter riprendere ad esercitare la professione forense, anche se non in modo continuativo ed altamente remunerativo!.
In proposito, va evidenziato come la Cassa Forense sia divenuto un costo giudicato inaccettabile dai professionisti, visto che i cosiddetti contributi minimi obbligatori non sarebbero così minimi considerando la sproporzione tra reddito percepito e quote dovute.
Perfino l’obbligo di assicurazione sarebbe contestato dagli avvocati italiani, in quanto la libertà di scegliere se sottoscrivere una polizza dovrebbe essere insindacabile. Infine, tra le proposte del ddl,vi sarebbe anche l’eliminazione del divieto dei patti quota lite, che richiedono un più esteso approfondimento in sede parlamentare.
Da quando l'iscrizione obbligatoria alla Cassa Forense è divenuta realtà, nell’agosto 2014, le proteste degli avvocati non si sono mai sedate. Tra queste vanno ricordate quelle di avvocati , come il noto legale Eugenio Gargiulo, 46 anni di Foggia, che si è speso in modo continuativo per questa giusta causa, sia sul web , con numerosi contributi personali , sia nella realtà quotidiana , ideando una serie di “flash mob” e forme di protesta varie contro la legge cd. “taglia avvocati” e l’obbligo di iscrizione alla Cassa Forense , a prescindere da quello che sia il reale reddito del professionista.
In conclusione, con particolare riferimento ai “contributi minimi”, l'articolo 1 del ddl, tra le modifiche proposte alla legge numero 247/2012, prevede l'espresso divieto per Cassa Forense di esigere dagli avvocati dei contributi minimi obbligatori o altri versamenti che non siano calcolati in misura percentuale rispetto al reddito percepito dagli iscritti.
Con la quasi totale abrogazione dell'articolo 21 della legge professionale, poi, il DDL propone di spazzare via sia l'iscrizione obbligatoria alla Cassa che la necessità che l'esercizio della professione sia svolto in maniera effettiva, prevalente, abituale e continuativa pena la cancellazione dall'albo……Se sono rose , fioriranno!!!
Foggia, 24 marzo 2017 avv. Eugenio Gargiulo
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