Da diversi anni, i castanicoltori italiani sono attanagliati dalle problematiche legate ad un piccolo quanto temibile insetto conosciuto con il nome di cinipide del castagno o vespa galligena (Dryocosmus kuriphilus Yatsumatsu). Questo patogeno, importato dalla Cina, nel giro di pochi anni ha praticamente azzerato la produzione delle castagne a causa del forte deperimento vegetativo conseguente l'infestazione. A nulla è valso l'utilizzo massiccio di fitofarmaci che ha, in realtà, peggiorato la situazione dando il via, in molti casi, ad altri tipi di infestazioni oltre che alla scomparsa di gran parte dell'avifauna e degli altri organismi necessari al mantenimento degli equilibri ambientali. L'utilizzo massiccio di questi prodotti chimici potrebbe avere anche gravi effetti acuti e cronici sulla salute umana, al punto che alcuni sindaci italiani hanno emesso ordinanze restrittive per l'accesso nei castagneti.
"A Montecitorio ci siamo occupati sin dal nostro ingresso di questa problematica che ha abbattuto la produzione di castagne anche del 90%, ottenendo il voto favorevole di tutte le altre forze politiche sulla nostra risoluzione nel gennaio 2014 – dichiara il deputato Giuseppe L'Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – Tra gli impegni al ministro delle Politiche Agricole la necessità di intervenire con l'unica forma di lotta efficace e sostenibile dal punto di vista ambientale, quella biologica, attenendosi scrupolosamente al protocollo di attuazione del Piano Castanicolo Nazionale del Mipaaf. Altre azioni richieste riguardavano le misure di sostegno al reddito, includendo i castagneti da frutto nelle colture meritorie degli aiuti PAC nonché l'intensificazione – continua L'Abbate (M5S) – dei controlli fitosanitari del materiale vegetativo commercializzato, per prevenire future infestazioni. Dopo sei mesi di attesa, nel luglio 2014, siamo tornati a sollecitare l'intervento del ministro Maurizio Martina con una interrogazione parlamentare per chiedere di agire secondo quanto approvato all'unanimità dalla stessa Commissione Agricoltura della Camera".
La lotta biologica, infatti, ha già dato ottimi risultati in altre parti del mondo e in Italia, dove in Piemonte è portata avanti da alcuni anni e dove il problema del cinipide del castagno è oramai quasi risolto. Il concetto è semplice: contrastare introducendo nei castagneti l'imenottero parassitoide Torymus sinensis Kamijo, antagonista naturale della vespa galligena.
"Durante la discussione della Legge di Stabilità, nello scorso dicembre, inoltre – continua Giuseppe L'Abbate (M5S) – siamo riusciti a far approvare alla maggioranza un nostro ordine del giorno con cui allargare gli interventi compensativi del Fondo di Solidarietà Nazionale anche agli agricoltori colpiti dalle patologie cinipide del castagno e marciume delle castagne". Il Fondo, istituito nel 2004, consente alle aziende agricole colpite da calamità di accedere ad interventi compensativi, tra questi: contributi in conto capitale fino all'80% del danno accertato sulla base della produzione lorda vendibile (nelle zone svantaggiate estendibile fino al 90%), prestiti ad ammortamento quinquennale per le esigenze di esercizio dell'anno in cui si è verificato l'evento dannoso e per l'anno successivo, da erogare a tasso agevolato, proroga delle operazioni di credito agrario e agevolazioni previdenziali. "È il momento che da via XX Settembre giungano segnali rassicuranti e concrete azioni a sostegno dei castanicoltori" conclude L'Abbate (M5S).
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