... cosa bolle in pentola?
Indie-pendent LABELPOT
musica gustosa della scena alternativa italiana
Labelpot ha sede a Roma e Bologna
Che un musicista oggi non debba saper solo suonare, è ormai noto. Che debba saper come "proporsi" al mercato è necessario. Che debba saper "autoprodursi" idem. E quindi: chi non ha mai usato il detto "chi fa da se, fa per tre?". Sono proprio "tre" giovani musicisti ad aver dato vita a Labelpot, hanno mangiato palchi su palchi, e si sono interfacciati con tante realtà musicali, sostenuti da giovani "addetti ai lavori", quali uffici stampa, grafici e booking che hanno creduto nella loro intraprendenza e nel loro progetto.
Labelpot ha a che fare con la dedizione e con l'amore per la diffusione della cultura della musica, così imbruttita da televisione, critici musicali, da radio che passano solo determinati pezzi per obblighi commerciali, dai finti musicisti, dai gestori di locali che stilano i programmi musicali in base alla quantità di gente che una band porta, anziché in base alla qualità.
Vuole dare spazio e voce a chi ha qualcosa da dire ... sia in italiano che in inglese, perché è ormai un cliché domandare in che lingua si canta, chiederne il motivo e obiettare su una o sull'altra scelta. E chi sta con Labelpot lo fa suonando rock, elettro-rock, indie-rock, pop ed elettro-pop.
Labelpot fa scouting, che nessuno fa più, ascoltando tanta musica ai concerti nei live pub e sul web, assiste nella promozione le sue band e segue anche i musicisti in fase di pre-produzione e produzione, del prodotto discografico, grazie alla collaborazione con SOUND VILLAGE, studio di registrazione di Roma.
La sede operativa è a Roma e a Bologna e gli artisti del roster provengono da diverse parti dello stivale, più un progetto italo-olandese.
Di Como, è il trio "Prof. Plum" che non insegna, non tiene conferenze, non dà voti, ma scrive, suona, canta, urla, ironizza, viaggia con la mente, di Milano i "Club Voltaire" con un british-rock cremoso, liscio, ricco, denso e assolutamente delizioso con un pizzico di sixties e un tocco di nineties. E poi i "Charlotte Bean" di Padova e Bologna, che puntano ad esplorare ciò che caratterizza e condiziona la vita della cosiddetta condizione post-moderna e le sue incertezze attraverso un sound compatto e diretto ma che non sdegna riflessioni strumentali e psichedeliche. E ancora di Parma, "I Musicanti di Grema" la cui musica fresca dal sapore cantautorale e dal retrogusto british, parla dell'amore adolescenziale, dello sballo dei vent'anni, della disillusione dei quaranta. Arriviamo alla capitale con il progetto “Io Non Sono Bogte” che canta la non-musica italiana, il non-lavoro, le non-relazioni sentimentali e altre stragi. Punta tutto sulla negazione, avvalendosi di un sound sporco, scuro ed energico. E sorridiamo di ciò che è falsamente eroico, sghignazziamo sulle classiche sonorità rock a favore della "sorpresa", del Burundi e della distruzione dei generi insieme ai "3chevedonoilre", sempre di Roma, come gli energici, grintosi, divertenti e un pò matti "The Anthony's Vinyls". E poi l' elettro-rock dei "Moseek": anima elettronica, sezione ritmica impeccabile, canzoni che ti entrano subito in testa e voce femminile carismatica e personale.
Di respiro internazionale il progetto “FFkt” del producer, arrangiatore, polistrumentista italo-olandese Funska caratterizzato da uno stile "caldo" perché emotivamente intenso, ma combinato con elementi electro che ne "raffreddano" il mood, energizzando i brani.
Labelpot ha marcato la sua presenza su internet con il sito www.labelpot.eu, per promuovere gli eventi degli artisti del roster e le prossime uscite discografiche.
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Letizia Ferrari
Ufficio Stampa
info@labelpot.eu - www.labelpot.eu
Tel. +39 342.0587522
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