PATRIMONIALE SUGLI IMMOBILI:
PER LA CASA UNA DEBACLE TIPO BORSA
Da Roma il presidente di Assoedilizia e di Federlombarda Edilizia Achille Colombo Clerici dichiara :
« Il dibattito sulla patrimoniale, nelle varie prese di posizione, politiche o accademiche, che si susseguono quotidianamente, sta assumendo gradatamente i toni del populismo punitivo che contrassegnavano alcune posizioni politiche nei primi anni Settanta e che da tempo non si riscontravano.
Ed anche le dichiarazioni di alcuni esponenti del mondo industriale, nel tentativo evidentemente di scaricare su altri il peso di un onere che deve essere viceversa il piu' possibile generale, e che deve partire comunque prima dallo Stato e dalle sue risorse, propongono una patrimoniale sugli immobili che finirebbe con il travolgere anche l'economia del settore produttivo primario.
Gia' il fatto che regni questo clima a livello di puro dibattito e che vengano avanzate dalle piu' diverse parti le ipotesi di tassazione del comparto immobiliare piu' disparate, ma tutte seriamente allarmanti per la loro portata espropriativa, ha prodotto e produrra' effetti nefasti sul mercato.
Chi progettava investimenti immobiliari, con gli attuali chiaroscuri, desiste volentieri dal proposito; mentre chi ha gia' investito ha fortissime perplessita' sulla convenienza di mantenere l'investimento.
Purtroppo il mercato ha ragioni diverse da quelle della politica.
Dopo l'enorme perdita di ricchezza mobiliare che ha contrassegnato l'andamento dei mercati finanziari in questo agosto, nessuno sa oggi quale perdita di ricchezza possa esser intervenuta nei risparmi delle famiglie, investiti negli immobili.
Infatti, al di la' dei valori di "affezione" che ciascuno puo' avere in mente per la propria casa, il valore reale e' quello che risulta in sede di conclusione di una transazione: la verifica solo allora si puo' ottenere.
Non vorrei esser giudicato una Cassandra.
Dico solo : trattative molte, operazioni concluse poche e risicate nei valori.
Conclusivamente credo sia auspicabile, piuttosto, che ogni esercizio di fantasia, nell'articolare "ricette" politiche e di categoria per il pareggio dei conti pubblici, si abbia ad orientare sforzandosi di trovare spazi e modalita' per la riduzione dei costi della politica, degli sprechi delle pubbliche amministrazioni e dell'evasione fiscale.
Senz' altro ne beneficierebbe l'economia nazionale.
Ahime', e' un'idea che sfiora ben pochi: e' piu' facile parlare di patrimoniale sugli immobili.
Ma contro i luoghi comuni, soprattutto se politicizzati, si perde ogni ragione, anche quella economica.»
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