http://www.geapress.org/il-maltrattamento-e-la-sua-legge/cicerale-e-ragusa-abbiamo-sbagliato-gli-animali-tornano-ai-proprietari/15635
Cicerale e Ragusa – abbiamo sbagliato: gli animali tornano ai proprietari delle strutture
GEAPRESS – Poche settimane fa (vedi articolo GeaPress) era stata riportata la notizia degli ultimi cani portati via dal canile di Cicerale (SA). Felicità per quanti avevano lottato per la chiusura di un canile diventato per gli animalisti, quasi il simbolo di una sbagliata lotta la randagismo. Nella foto di copertina, scattata il giorno dello sgombero finale condotto dalla Task Force del Ministero della Salute con i Carabinieri del NAS di Salerno, venne immortalata la piccola segugia Marta ultimo cane ad uscire dalla struttura di Cicerale tra le braccia della giornalista Stefania Piazzo e della dott.ssa Rosalba Matassa, dirigente veterinario del Ministero.
Oggi è girata la notizia che il TAR di Salerno, su ricorso del gestore, ha annullato l'Ordinanza del Sindaco di Cicerale che nel maggio 2009 aveva disposto la chiusura del canile. Cicerale, pertanto, potrà riprendere i suoi affari con i Comuni del comprensorio. Sembra incredibile ma il motivo, forse, è sempre lo stesso. Così come avvenuto nelle Ordinanze anti circo (vedi articolo GeaPress) finchè una legge non dirà cosa queste strutture possono fare, vietando o disciplinandone l'attività, tutto si perderà in una serie infinita di cavilli, circolari, ricorsi, appelli, sentenze ed annullamenti. Cicerale, pertanto, sembrerebbe legittimata ad operare.
Una storia per alcuni versi analoga, anche se i provvedimenti sono di ordine penale, arriva invece da Ragusa e più esattamente da Scicli, dove nello scorso mese di marzo (vedi articolo GeaPress) un intervento della Forestale siciliana portava al sequestro di centinai di volatili di proprietà di un Medico Veterinario. La cosa fece talmente scalpore che alla conferenza stampa intervenne addirittura il Procuratore Capo della Repubblica di Modica (RG). Dichiarazioni che pesano come un macigno sulla regolarità della struttura e la provenienza degli animali. Il proprietario fa però un primo ricorso al Tribunale della Libertà che annulla il provvedimento di sequestro. Nel frattempo, altresì, sembrerebbe appurato che la struttura è abusiva e la Procura di Modica provvede (in aggiunta) ad un nuovo sequestro per gli animali appartenenti alla fauna selvatica ed alcuni relativi alla Convenzione di Washington sul commercio di fauna e flora in via di estinzione. Si provvede, inoltre, al sequestro della struttura. Il proprietario fa un nuovo ricorso al Tribunale della Libertà ed ottiene il dissequestro della struttura, mentre un terzo ricorso, secondo indiscrezioni pervenute, sarebbe già pronto per gli animali sequestrati un seconda volta (quelli di fauna selvatica e Convenzione di Washington).
Nulla da eccepire sulla legittimità sia dell'intervento del proprietario, che del Tribunale della Libertà. Stesso discorso, però, vale anche per il Servzio Cites del Corpo Forestale della Regione Siciliana e la stessa Procura della Repubblica di Modica. Se nessuno, infatti, ha diritto di additare il Veterinario denunciato di essere colpevole, è anche vero che non può dirsi il contrario semplicemente perchè nel merito della vicenda (come si dice nella sentenza anche lo stesso Tribunale della Libertà) può entrare solo chi dovrà giudicare la condotta.
Una verità insindacabile, però, su queste vicende esiste. Ovvero gli animali, per legge, sono "cose", e lo stesso reato di maltrattamento (al di là delle roboanti dichiarazioni sulla sua validità) è ancora impostato sul danno causato alla sensibilità dell'uomo. I reati contro il maltrattamento, infatti, (il Veterinario di Scicli è imputato del più blando 727 C.P.) sono "delitti contro il sentimento per gli animali".
Al di là di Cicerale e Scicli, proviamo solo un attimo a pensare se un ricorso, sia esso di ordine amministrativo o penale, venisse fatto contro un centro di accoglienza per anziani. Cosa accadrebbe? Verrebbero trasferiti in funzione di sequestri e dissequestri della struttura o dell'inficiamento di ordinanze sindacali, per le quali, si ricorda, vi è la possibilità di un secondo grado di Giudizio? (GEAPRESS – Riproduzione vietata senza citare la fonte).
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