MISSIONE ANTIBRACCONAGGIO DI ENNIO BONFANTI A CIPRO
Il resoconto dell'ambientalista sancataldese di ritorno dal campo internazionale sull'isola di Cipro per la tutela della fauna migratoria
Ennio Bonfanti, ambientalista sancataldese ed esperto di tutela della fauna selvatica, è stato chiamato a partecipate al campo internazionale antibracconaggio sull'isola di Cipro, dal 21 settembre al 6 ottobre. Il campo è stato organizzato dall'ornitologa svizzera Edith Loosli ed ha visto la partecipazione di 5 volontari provenienti da vari paesi europei (Italia, Germania e Svizzera) per contrastare l'uccisione illegale degli uccelli nell'area di Capo Greco nella municipalità di Paralimni (costa sud orientale dell'Isola), importante area di sosta per i migratori dell'Europa centrale e dell'Est.
La signora Loosli ha particolarmente apprezzato la collaborazione con Bonfanti per la sua esperienza nelle azioni di contrasto delle attività illecite a carico della fauna in Italia e nella conoscenza del diritto europeo in tema di conservazione della fauna. Per questi motivi la signora Loosli ha incaricato Ennio Bonfanti di redigere un rapporto contro il bracconaggio a Cipro da inviare al più presto al Commissario europeo all'Ambiente, Stavros Dimas, affinché la Commissione UE avvii una "procedura d'infrazione" contro la Repubblica di Cipro per le gravi violazioni della Direttiva 79/409/CEE sulla protezione degli uccelli.
Qui di seguito un'intervista a Bonfanti di ritorno dal campo:
- Quale è stata la situazione che avete trovato sull'Isola?
"Il bracconaggio e Cipro è una realtà grave e diffusissima: nel 2005 sono stati cacciati o bracconati più di 10 milioni di uccelli, nonostante dal 2002 l'Unione Europea faccia pressioni sul Governo dell'Isola perché il bracconaggio venga realmente combattuto. Moltissimi Ciprioti si dedicano costantemente ad attività di bracconaggio e molti mangiano abitualmente i piccoli uccelli catturati illegalmente con reti e colla; si tratta di una crudele tradizione locale dura a morire che considera un piatto prelibato (chiamato "ampelopoulia") gli spiedini fatti con uccelletti di pochi grammi. La cattura dei piccoli uccelli è anche un facilissimo modo per far soldi: ogni passeriforme (soprattutto le "prelibate" capinere ed i beccafichi) viene venduto ai ristoranti per circa 3 euro; gli uccellatori e bracconieri ciprioti muovono così un giro d'affari di circa 1milione di euro ogni anno".
- Quale era la vostra attività antibracconaggio?
"Ogni giorno noi volontari abbiamo perlustrato ampie fette di territorio alla ricerca dei rametti intrisi di colla che, sistemati fra i rami di arbusti e cespugli, catturavano centinaia di uccelli in migrazione. Si tratta di un metodo di cattura semplice ma terribile: gli uccelli (capinere, averle, prispoloni, ecc.) cercano rifugio nei pochi cespugli di queste lande aride e rimangono invischiati alle zampe ed alla coda; dibattendosi per liberarsi si invischiano ulteriormente e rimangono incollati a testa in giù per ore, fino a quando non sopravviene la morte tra atroci sofferenze e sotto il sole cocente o il bracconiere. Ogni volta che trovavamo uccelli vivi nelle colle li abbiamo recuperati e, dopo una delicata pulitura delle penne invischiate, li abbiamo liberati. Abbiamo così salvato numerosissimi gruccioni, tre averle, una capinera, un prispolone, un pigliamosche ed anche un giovane barbagianni".
- Quali altri sistemi illeciti di caccia avete scoperto?
"Per attirare gli uccelli i bracconieri usano spesso i richiami elettromagnetici: nascondono fra la vegetazione il registratore acceso per tutta la notte e poi, al mattino, vanno a "raccogliere" i malcapitati animali. Durante un blitz notturno abbiamo scoperto ben 17 siti con richiami elettromagnetici in un territorio di pochi chilometri quadrati: una specie di enorme cimitero per gli uccelli migratori! Abbiamo individuato anche altri richiami acustici per le quaglie nella piana di Kambos: accesi per tutta la notte attiravano le quaglie in migrazione che, così, diventavano facili prede delle doppiette (pratica diffusa anche in Sicilia). Nelle zone di Phanos ed Aya Napa, inoltre, abbiamo scoperto alcuni impianti di cattura di uccelli con reti, usati presumibilmente in primavera, quando fra la vegetazione vengono innalzate lunghe e sottili reti nelle quali incappano gli uccelli in volo".
- Ci sono stati scontri con i bracconieri ed i cacciatori locali?
"Purtroppo si, spesso ci siamo trovati in situazioni pericolose. Una domenica mattina siamo stati presi a fucilate da un bracconiere nascosto nella boscaglia (fortunatamente senza feriti perché la scarica di pallini ha colpito la nostra automobile); durante un appostamento all'alba per individuare un bracconiere ed il numero di targa della sua auto, siamo stati aggrediti da un cacciatore che, fucile alla mano, ci voleva mandare via. In un'altra occasione, mentre stavamo liberando alcuni uccelli intrappolati nel vischio, è sopraggiunto su un motorino un anziano bracconiere che ha pensato bene di prenderci a sassate...".
- Il Governo cipriota e la Polizia locale vi hanno aiutati?
"Le Autorità locali sono perfettamente a conoscenza della situazione gravissima del bracconaggio, ma l'impressione è che lo tollerino e non abbiano alcuna intenzione di contrastarlo. Periodicamente il Governo di Cipro e la Commissione UE vengono informati sulle attività di noi volontari e su quanto rilevato sul territorio, senza però alcun risultato concreto. Personalmente ho incontrato nel suo ufficio di Larnaca il responsabile del Game Fund Service (una sorta di Polizia venatoria cipriota), mr. Michalis, esponendogli la gravità delle attività illecite di cui sono stato testimone anche con documentazione fotografica e parlandogli dell'esperienza italiana nella lotta alla caccia di frodo... Ma per tutta la durata della mia presenza a Cipro non abbiamo mai avuto il sostegno di un solo guardiacaccia".
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