I rifiuti tecnologici prodotti dall'Italia, sono frutto della circolazione di 1,4 milioni di tonnellate di apparecchi elettronici immessi nel nostro mercato, con una media di 17,8 chili di rifiuti informatici per abitante. Il dato complessivo è di 1 milione di tonnellate all'anno. A dirlo è il rapporto delle Nazioni Unite Solving the E-Waste Problem Initiative che ha calcolato come nel nostro Paese nel 2012 si siano prodotte circa 1,1 milioni di tonnellate di tecno-spazzatura. Molto aziende possiedono molto materiale elettronico e necessitano di pratiche per lo smaltimento di Pc e monitor caduti in disuso e accatastati in un magazzino, quindi difficilmente recuperabile. Le imprese spesso vorrebbero liberarsene ma non sanno come fare. Spesso le pratiche di smaltimento dei privati cittadini si differenziano da quelle delle aziende. Ogni azienda devi obbligatoriamente
a) tenere un registro dei rifiuti (informati presso la camera di commercio), in cui dovrai annotare tutto il materiale di cui ti vuoi liberare, individuato attraverso appositi codici (detti codici CER);
b) effettuare lo smaltimento attraverso una ditta autorizzata. Considera che i monitor sono considerati rifiuti pericolosi, mentre i PC sono "solo" rifiuti speciali).
La legislazione in merito è piuttosto complessa, comunque si fa riferimento al decreto Ronchi (Decreto Legislativo 5 febbraio 1997 n. 22) e successive modifiche. Il decreto prevede pesanti sanzioni in caso di irregolarità (considera che si parla di reati penali). Cellulari, computer, macchine fotografiche digitali. E poi elettrodomestici, giocattoli elettronici ed Mp3. Se ne acquistano sempre di più, anche perché la tecnologia avanza e il tempo di vita dell'apparecchiatura si accorcia: compriamo, usiamo e poco dopo tempo buttiamo. Questo significa che siamo letteralmente sommersi dai rifiuti elettronici, i cosidetti RAEE: Rifiuti di Apparecchiature Elettroniche ed Elettriche i quali rappresentano la categoria di rifiuti in più rapido aumento a livello globale. In Italia il principale sistema collettivo multi-settore per la gestione eco-sostenibile dei RAEE è rappresentato dal Consorzio ReMedia.
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