sabato 11 giugno 2016

Quando l'amore senza limiti ne confini fa spettacolo.

Grandi applausi ed ovazioni per il Recital "Le stagioni dell'amore" dell'autore Andrea Brusa che ha bagnato di lacrime i volti dei numerosi spettatori commossi

Il recital CULT di Teatro di Strada LE STAGIONI DELL'AMORE è ormai diventato uno spettacolo contenitore di grande impatto visivo in cui c'e' molta poesia nella scrittura e grande intensita' nella messa in scena. Lo spettacolo nasce nel 2015 e sono tantissime oramai le variazioni che in ogni rappresentazione vi sono state apportate. Uno spettacolo tutto improntato al fascino della parola, che sta riscuotendo un grandissimo successo ovunque venga programmato in tutta Italia.
Entra nella testa e nel cuore degli spettatori man mano che viene rappresentato. Facendo scoprire, ogni volta, un tratto in più di quanto quell'amore nasconda: la paura di raggiungere l'obiettivo e dovere dunque ridare senso alla propria vita, l'amore impossibile che stringe d'angoscia la gola di chi lo prova e può spaventare chi ne diventa suo malgrado l'oggetto, l'impossibilità di mostrarsi per quel che si è.
È così che è possibile, per l'autore Andrea Brusa, raccontare il SUO amore trasformandolo quasi in LEGGENDA attraverso il senso di incompletezza in nelle LE STAGIONI DELL'AMORE, usando un elenco di immagini che volutamente passano dal rasentare la banalità fino ad arrivare al simbolico, come se l'autore stesse parlando contemporaneamente a tutte le età della vita e del pensiero, dall'infanzia fino alla maturità e alla vecchiaia.
LE STAGIONI DELL'AMORE apre questo album di famiglia, ma ne segna e ne svela anche l'andamento, l'indole….
"Raccontero' del mio amore sconfinato per mia moglie al mondo intero attraverso le mie parole... nella speranza che mia moglie si accorga di me e dell'errore commesso. La parola RESA non esiste nel mio vocabolario", questo dichiara a fine spettacolo l'autore.
Siamo invitati a credere nell'amore, che è un amore calato spudoratamente nella quotidianità, nella verità, liberato da scorie intellettuali ed ideologiche, che si manifesta nelle storie che si scelgono e nel come raccontarle: così CHIARA,"il nome di una donna non come tante, ma di sua Moglie", è il racconto pieno di amore e compassione della sua amata.
Così la perdita della sua amata si trasforma in un momento magico, una sospensione, una pausa o meglio una scuola serale, tipo un corso di aggiornamento dove si impara ad amare la vita in ogni singolo momento, cambiando quell'idea monolitica della perdita che fa cosi paura perche definitiva e irrevocabile, in un morbido, fluido sentimento dolceamaro di nostalgia e rimpianto che forse ha molto più a che fare con la vita ("Quante cose avrei voluto fare che non ho fatto..").

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