sabato 11 giugno 2016

Scoppia in lacrime durante l'esibizione al suo debutto pensando a sua moglie. Il Pubblico e' commosso

Dopo lo strepitoso successo del recital LE STAGIONI DELL'AMORE dell'autore Andrea Brusa a quanto pare in questa esibizione di MON COEUR - al debutto in residenza privata in un piccolo centro della Toscana - l'emozione ha prevalso anche su di lui, interpretando lo SPETTACOLO monologo liberamente ispirato al CYRANO DE BERGERAC di Edmond Rostand, scritto ed Interpretato dallo stesso autore per sua moglie CHIARA....

"Come tanti altri, amo moltissimo questo libro. Avverto l'incredibile potere e la presenza che ha nel mondo e nelle nostre vite. Ho sentito l'incredibile opportunità di celebrarne la storia e di mostrare quanto abbia avuto un effetto portentoso sulla mia vita. Credo che Edmond Rostand abbia scritto di tutti quegli aspetti importanti che ci rendono umani e di ciò che ci avvicina gli uni agli altri: l'immaginazione, l'amicizia, l'amore, la solitudine, l'affrontare le perdite e il mantenere i legami che condividiamo con coloro che amiamo.
Pensando a mia moglie mi sono commosso e non ho saputo trattenere le lacrime... Tutto quello che faccio lo faccio per lei... Senza la sua vicinanza la mia vita non ha senso. Le lacrime continuavano a scendere dai miei occhi, mentre i singhiozzi persistevano senza accennare a smettere. Il mio corpo è stato preso da tremori.
Sono riuscito a camminare e attraversare un terreno scivoloso, impervio, insidioso, terribile, senza cadere, che mi ha portato al riadattamento in chiave moderna e personale del Cyrano. Mi sono impegnato a dare un pensiero alto alla mia 'sconfitta' e non a farmi abbassare da essa. Mi sono impegnato ad accantonare la disperazione, il risentimento, e solo dopo averli vinti ho potuto ben guardare la realtà, affrontarla, viverla, superarla...al solo fine di ricongiungermi con la mia famiglia per la quale sono disposto a combattere proprio come Cyrano...a colpi di versi d'amore e poesia.
Oggi più che mai tutti, con i nostri talenti e difetti, dovremmo ricercare il Cyrano che c'è in noi e desiderare il vero amore, aspirando alla giustizia senza conformarci alla società dei falsi e dei prepotenti. In fondo, cos'è la normalità se non una forma di riconciliazione col creato, laddove nulla ci tocca e niente ci distrugge, in un sublime volteggiare su ali di gabbiano, piroettando qua e là con armonie da cigno, correndo a perdifiato su prati erbosi e colline verdeggianti, su sentieri tortuosi e spiagge d'oro placcate? Ciascuno di noi ogni tanto è cretino, imbecille, stupido o matto. Diciamo che la persona normale è quella che mescola in misura ragionevole tutte queste componenti, questi tipi ideali.  Credete che sia vero quando dicono che c'è un limite al dolore? Credete che sia vero quando la gente dice che, se precipiti in un incubo, poi puoi sempre uscirne, per quanto possa sembrare impossibile? Beh, no. Non è vero niente!"

Conclude infine l'autore con una frase del suo spettacolo: "Vorrei essere tante cose per mia moglie: coperta per scaldarla di notte, luna per guardare il suo viso dormiente, catena per fermarla... Ma voglio essere colui che la porta contro un muro per baciarla, stringerla e non lasciarla mai più.. anche se non sa che esisto".

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