mercoledì 16 marzo 2016

Religioni per la Pace o Religione per la Pace? Un inconcluso dilemma!

Religioni per la Pace o Religione per la Pace? Un inconcluso dilemma!

La questione è ovviamente simpatica e le opzioni 
probabilmente sono entrambe corrette.
Quando noi bahá’í diciamo che la nostra è una Fede relativa e progressiva, implicitamente enunciamo il valore radicale che hanno le Fedi consorelle maggiori che, sgrezzando l'uomo dalle abitudini antireligiose dell’antichità l'hanno guidato per secoli bui tracciando la via, malgrado fosse cocciutamente recalcitrante. Proiettandolo, a grande fatica, verso un'ancora misconosciuta ma ormai chiaramente sempre più affascinante spiritualità.
Possiamo leggere la nostra formazione antropologica nelle tappe trascorse, antecedenti l'avvento di Bahá’u’lláh, proprio come Lui ci insegna, vestendoci di massimo rispetto e considerazione per ogni diversità storica e geografica; assumendo quindi naturalmente un atteggiamento d'amore e accettazione verso i credenti di qualsiasi autentica fede religiosa, passata o presente. Una simile aria cameratesca si respirava appieno nella Sala Tolio, a Bassano del Grappa (VI) sabato 12 marzo in occasione della conferenza pubblica sul tema “Religioni per la Pace” con la partecipazione del Dott. Luigi De Salvia e della Prof.ssa Maria Augusta Favali. E ancor prima che parte di una qualche denominazione religiosa ci si aspergeva con concetti di fede pura, dove anche “l'amore fra le Religioni è Religione” essendo recepito come aspetto inalienabile di amore sacro, nella Religione di Dio.
La preziosa presenza del Segretario Generale (dal 2007 e tuttora in carica) della sezione italiana di “Religions for Peace” Dott. Luigi De Salvia, laureato in medicina e chirurgia, specializzato in Oftalmologia; diplomato in Cultura Teologica nel 2002 e, dal 2003 coinvolto in varie esperienze di dialogo interreligioso, è stata formante ed ha fatto rallegrare il gruppo di persone presenti in sala, anche perchè ha espresso un puro Cattolicesimo universale, anche commentando con competenza una frase ecumenica di 'Abdu’l-Bahá: “Perciò, o miei diletti amici, associatevi con tutti i popoli, le razze e le religioni del mondo con massima sincerità, rettitudine, fedeltà, gentilezza, buona volontà e amicizia, sì che tutto il mondo dell'esistenza sia colmo dell'estasi santa della grazia di Bahà, che l'ignoranza, l'inimicizia, l'odio e il rancore svaniscano dal mondo e che la tenebra del disaccordo fra i popoli e le razze del mondo dia luogo alla Luce dell'unità” ('Abdu’l-Bahá, ultime volontà e testamento). Frase questa antecedentemente riportata dalla Prof.ssa Maria Augusta Favali, che ha letto anche uno Scritto di Bahá’u’lláh su come la religione sia da considerarsi una grande forza sociale: “la religione è luce radiosa e invincibile maniero per la protezione e il benessere dei popoli del mondo, perchè il timor di Dio costringe l'uomo ad aggrapparsi a ciò che è bene e a schivare il male. Ove la lampada della religione si spegnesse, nascerebbero caos e confusione e le luci dell'equità e della giustizia, della tranquillità e della pace cesserebbero di brillare”.
Il giorno 11 una simile conferenza c'era stata anche a Belluno irrigando con tale cultura interreligiosa anche quella Città, prospettando anche lì armonia ed unità fra le religioni; tema intimamente trasversale anche all'essenza stessa del pensare bahá’í.
Il Dr De Salvia che è anche docente presso il “Master di mediazione culturale e religiosa” sorto nell'ambito della facoltà di filosofia dell'Università pontificia Salesiana di Roma, ci ha raccontato anche di come recentemente abbia presenziato ad incontri internazionali in Israele e Palestina, Cina e India, con delegazioni di “Religions for Peace” e come questi nuovi aspetti di unità e collaborazione fra le Religioni siano sempre più congeniali allo sviluppo di una moderna civiltà umana; che ci aiuti a reindirizzarci come umanità dalle ignoranti derive dell'integralismo e della guerra verso la pace: “Poiché, come le acque colmano il mare, così la terra dovrà riempirsi di conoscenza della gloria del Signore.” (Abacuc: 2: 14).
In effetti esperienze come queste sono preziose per tutta la nostra Comunità, essendo espressione pratica e divulgativa del profondo rispetto e considerazione, per ogni altra Religione consorella, che alberga sempre più saggiamente e consciamente nei nostri cuori.

Gian Attilio Benedetti