venerdì 19 agosto 2016

Questa è la storia di un uomo democratico ed innovatore. La storia di una mente lungimirante e di un cuore saggio. Questa è la storia dello scrittore piemontese Andrea Brusa e delle sue idee.

"Mi hanno tolto la serenità, la pace, la tranquillità, la forza fisica e mentale. Mi hanno tolto la gioia di vivere. Non riesco a pensare ad altro. Chiedo perdono a tutti per un gesto che non avrei pensato mai di poter compiere".

Estremamente dignitosa l'intervista concessa dall'autore. Un dolore grande, ma contenuto, sia pur con evidente difficoltà. Un uomo smarrito, afflitto da un tragedia immensa, la perdita della sua famiglia. Ma come può un uomo tanto pieno di talento e con un successo professionale tanto riconosciuto sentirsi così tormentato dalla vita da voler farla finita? Come puo' sembrargli più facile scegliere di morire piuttosto che di vivere? Dall'esterno a tutti noi sembra facile, affascinante, cercare di indovinare quali siano i motivi, ma in verità nessuno di noi potrà mai sapere cosa abbia significato essere una persona come l'autore.
"Ho toccato come un piccione il cielo e ora sono in libera caduta, aspetto solo che tocchi terra per dire è finita la mia corsa ora posso morire. E' come se fosse un conto alla rovescia, cerco di farmi forza ma ogni giorno che passa peggiorano le cose, sto aspettando che il cronometro segni zero per dire: ecco chi non è mai esistito, cesserà di esistere per davvero. E poi la cosa più brutta che penso, che nessun uomo o donna vorrebbe mai pensare è immaginarsi il proprio funerale e pensare che nessuno mai per te getterà una lacrima d'amore, ci saranno lacrime d'affetto, lacrime di compassione, lacrime di tristezza ma so per certo che mai al mio funerale potrò vedere una lacrima ROSA come il colore dell'amore, una lacrima che stia a segnalare: COME FARO' SENZA DI TE...."
Ogni giorno lo scrittore Andrea Brusa, al di fuori delle performance dedicate a sua moglie Chiara in cui ritrova l'energia perduta, si trascina, ed e' stanco. E' come se avesse un cappotto di piombo addosso, ma invisibile al resto del mondo... non riesce piu' a fare nulla, a stento mangia e respira, poi si ferma li'. Scrive tutto il giorno. A volte passa le giornate nel letto rendendosi conto di aver buttato le ennesime 24ore solo dopo che il sole è calato da un po'. La cosa peggiore è questa sensazione di vuoto, che lo mangia dentro... lo corrode... Di tutte le cose che potrei dirvi dopo averlo intervistato nel luogo in cui nascono tutte le sue opere, molte sarebbero solo inutili moralismi, lo so... molte sarebbero frasi piu' o meno di circostanza altrettanto inutili... vi dico una cosa che penso davvero, quello che personalmente credo gli dia la forza di andar avanti: la speranza è l'ultima a morire.... nel vero senso della parola. Forse l'immediato futuro, quello che possiamo vedere non promette che tempesta... ma dopo? Ci sarà pure l'occhio del ciclone prima o poi...e bisogna accettare che poi tornerà di nuovo la tempesta, purtroppo. Piu' va avanti e piu' sente di non farcela, prima o poi forse cedera, chi lo sa... non so dove sia il fondo del suo barile, ma ho la certezza dentro di me che se trovera' il coraggio di sopportare e tirare avanti... avra' i suoi premi. Lui confessa di aver bisogno di un misero abbraccio da parte della moglie tanto amata. Nel nostro piccolo, tanta gente gli è vicino... e probabilmente vorrebbe fare di piu'... perchè lo capisce, e sta male nel leggere certe cose.
Conclude l'intervista lo scrittore Andrea Brusa con le seguenti parole: "Un abbraccio forte, forte da un uomo che fino ad alcuni mesi addietro sorrideva alla vita". Noi lo rivedremo in Teatro e lo leggeremo nei suoi libri.

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