lunedì 21 gennaio 2013

Enel e lo sviluppo delle biomasse anche in Brasile


Sfruttare terreni dal basso valore agricolo destinandoli alla coltivazione di una graminacea che possa essere utilizzata come fonte alternativa per la produzione di energia: è lo scopo del progetto Capim Elefante che il Gruppo Enel, attraverso Endesa, sta implementando nello stato brasiliano di Ceará.

Il progetto, avviato a settembre 2011 con l'introduzione della prima piantagione, sta già dando risultati promettenti: il primo raccolto, ottenuto ad aprile 2012, si è rilevato infatti superiore alle aspettative, grazie alle peculiari caratteristiche di questa pianta.

Il Capim Elefante è una graminacea di origine africana introdotta in Brasile ai primi del '900; raggiunge i 5 metri di altezza e fino a 3 cm di diametro e, in condizioni climatiche favorevoli, può essere produttiva per 40 anni.

Una delle caratteristiche di questa pianta, che la rende particolarmente adatta all'utilizzo come biomassa, è l'elevato potere calorifico: 4200 kcal/kg, superiore alla legna (3300 kcal/kg) e a derivati della lavorazione di coltivazioni utili per scopi alimentari, come residuo dopo la spremitura di canna da zucchero (3700 kcal/kg).

Questa specie è caratterizzata inoltre da crescita rapida e può produrre più di 35 tonnellate l'anno per ettaro di materia secca (varietà Guacu), in grado di generare energia da biomasse per 202 MWh per ettaro all'anno (202 MWh/ha/anno), a fronte dei 34 della canna da zucchero.

È importante, infine, sottolineare i positivi risvolti sociali e ambientali di tale progetto:i terreni adibiti alla coltivazione del Capim Elefante sono infatti terreni di basso valore agricolo, che altrimenti resterebbero incolti, e lo sfruttamento di questa varietà in regioni che soffrono di una carenza strutturale di opportunità di impiego offrirà nuovo slancio al mercato del lavoro.

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