La Cia ribadisce il suo apprezzamento per il provvedimento che riequilibra i rapporti commerciali e contrattuali all'interno delle filiere agroalimentari. Tuttavia, propone, in un documento, alcune modifiche in modo da rispondere con efficacia alle esigenze del mondo agricolo.
"Abbiamo apprezzato e condiviso l'art.62 che regolamenta la cessione e il pagamento dei prodotti agricoli ed alimentari. Tuttavia, alcune interpretazioni legislative stanno creando penalizzazioni per gli agricoltori che negli obiettivi dovrebbero, a nostro parere, essere i soggetti beneficiari della nuova normativa. Fermo restando, quindi, il giudizio positivo sul provvedimento, riteniamo importante proporre alcune modifiche, in modo da rispondere con efficacia alle esigenze del mondo agricolo". Lo afferma il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi in una lettera inviata al ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania alla quale è allegato un documento di proposte.
"Siamo in presenza -scrive Politi- di una norma importante e innovativa che la Cia giudica positivamente. Innanzitutto, corrisponde a una richiesta avanzata da tempo dalla Confederazione e da tutto il mondo agricolo volta a riequilibrare i rapporti commerciali e contrattuali all'interno delle filiere agroalimentari. E' noto, infatti, che la parte agricola ha rappresentato finora la parte più debole in queste relazioni. Oggi anche grazie alla legge si definiscono condizioni migliori".
"Come per ogni legge, ovviamente, non mancano -sottolinea il presidente della Cia- criticità, problemi interpretativi e rigidità. Occorre, pertanto, verificare puntualmente tali problemi, valutare tutte le ricadute sugli agricoltori dell'applicazione effettiva e individuare risposte e soluzioni praticabili. A nostro giudizio, tre devono essere i livelli su cui operare per migliorare e, se necessario, correggere la norma: il primo di carattere interpretativo affidato al ministero delle Politiche agricole nelle forme più appropriate (sito internet, Faq, circolari, ecc.), in modo da chiarire tempestivamente alcuni aspetti della norma primaria e del decreto attuativo; il secondo di carattere attuativo di competenza dei due ministeri delegati, teso a modificare il testo del decreto così da rendere più snella e coerente la disciplina attuativa. In ultimo, ma certamente non per importanza, il terzo livello di intervento di carattere normativo, con il legislatore attento a valutare i necessari interventi per migliorare il testo dell'art. 62".
Nel documento che accompagna la lettera di Politi sono elencate le proposte della Cia. In primo luogo si ritiene opportuno inserire nel testo dell'art. 62 una norma per tutelare i contraenti più deboli rappresentati da quei piccoli agricoltori che, ingenuamente e magari per mancata informazione, consegnino i propri prodotti all'acquirente senza ricevere il contestuale pagamento e senza rispettare l'obbligo di stipula di contratto in forma scritta.
Inoltre, la Cia considera utile introdurre, nel decreto ministeriale di attuazione della norma, "la possibilità -si legge nel documento- di escludere dal campo di applicazione dell'art. 62 l'eventuale attività di vendita, da parte delle cooperative agricole ex art. 1 comma 2 del D.Lgs 228/01 nei confronti degli imprenditori soci, di prodotti agricoli rappresentanti le materie prime necessarie per l'ottenimento dei prodotti agricoli e alimentari oggetto di conferimento del socio nella cooperativa".
Per la Cia appare necessario anche modificare ulteriormente il testo del decreto ministeriale, prevedendo l'esclusione dell'applicazione in caso di relazioni tra imprenditori agricoli al fine del completamento del ciclo biologico.
Sarebbe, infine, importante -conclude il documento della Cia- la modifica della definizione di "prodotti agricoli" al fine di escludere, per esempio, l'acquisto dei mangimi da parte delle imprese agricole.
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