martedì 10 luglio 2012

Qual è il futuro dell'energia

tratto da: http://diarioelettrico.wordpress.com/2012/07/10/energia-qual-e-il-futuro-dellenergia/


Ognuno ha la sua ricetta. Chi vuole le rinnovabili, chi vuole energia a qualunque costo e conseguenza, chi cerca una più realistica via mediana. Come nel caso del carbone: chi non lo vuole affatto, chi non si preoccupa delle sue conseguenze, chi realisticamente ne comprende l'attuale imprescindibilità.

Perché il futuro, volenti o nolenti, è a carbone. Mettiamocelo bene in testa. Ce lo conferma Rosaria Talarico (https://twitter.com/#!/rosariatalarico), dalle colonne de 'La Stampa' del 1° Luglio scorso. Non a caso, secondo le stime fornite dall'Agenzia Internazionale dell'Energia, nei prossimi cinque anni il suo consumo crescerà ancora.           

Una sorte ingrata quella dell'oro nero, prima che con questa espressione si indicasse il ben più nobile petrolio:

[…] Dopo aver umilmente contribuito alla rivoluzione industriale e alla mobilità di navi e treni, nel terzo millennio è diventato improvvisamente un demone da scacciare. II carbone non è abbastanza glamour, produce anidride carbonica e non sta simpatico agli ambientalisti.

Con buona pace dei suoi detrattori, tuttavia, il mondo sembrerebbe averne ancora disperatamente bisogno:

[…] 2011 la domanda mondiale di carbone è aumentata del 4,4% rispetto al 2010 e, secondo le stime dell'Agenzia internazionale dell'energia, nei prossimi 5 anni il suo consumo continuerà ad aumentare di 600 mila tonnellate al giorno, grazie anche alla forte richiesta di Cina e India. Dal 2000 al 2010 il carbone è stato la fonte energetica con il più alto tasso di crescita (55%), pari all'incremento di tutte le altri fonti energetiche messe insieme. Nel 2011 il commercio mondiale via nave di carbone ha registrato risultati record, superando per la prima volta il miliardo di tonnellate, in aumento del 7% rispetto al 2010.

Il carbone è brutto e cattivo?! Esistono fonti più auspicabili, ma intanto il mondo non ha trovato veramente qualcosa di meglio per rimpiazzarlo. Da 150 anni e più, il carbone tira avanti la "carretta" del mondo produttivo e industriale, direttamente o indirettamente.

Servono perciò a poco i proclami in campo ambientale, come l'ambizioso target del '20-20-20" (http://ec.europa.eu/clima/policies/package/index_en.htm), che prevede entro il 2020 il taglio delle emissioni di gas serra del 20%, la riduzione del consumo di energia del 20% e il 20% del consumo energetico totale europeo generato da fonti rinnovabili, quando poi non si trovano valide alternative.

E non è questione di scarsa "cultura ecologica" come taluni potrebbero pensare. Anche la Germania (e non solo!) (http://energia24club.it/articoli/0,1254,51_ART_148468,00.html), patria dei Verdi europei, infatti, prevede di passare dal 43% di produzione di energia elettrica derivante da carbone, al 46% nel 2020.

E non sono pochi studiosi a sostenere come non si possa fare a meno del carbone nei prossimi anni, risentendo impensabile ottenere energia solo dalle fonti rinnovabili, eliminando nucleare e carbone. Come Ciro Aprea, professore di Energetica all'Università di Salerno (http://www.unisa.it/docente/index/aprea@unisa.it).

Non secondaria è, quindi, la notevole disponibilità di questa fonte energetica. Riserve certe consentiranno di andare avanti per i prossimi 300 anni circa: non male, visti i sempre più preoccupanti scenari di "guerre energetiche" che si profilano all'orizzonte e di cui abbiamo detto (http://diarioelettrico.wordpress.com/2012/06/26/petrolio-la-cina-chiama-alla-guerra-per-il-petrolio/). Nel considerare

E nel Bel Paese? Rosaria Talarico ci spiega come:

[…] In Italia la produzione di energia elettrica proviene per il 60% dal gas, importato per l'85% dall'estero, e solo per il 12% dal carbone, con ricadute che è facile intuire in termini di costo in bolletta e rischi connessi all'approvvigionamento. L'Enea sta dedicando le proprie ricerche al «carbone pulito», mentre importanti investimenti (oltre 5 miliardi di euro) sono stati fatti in alcuni impianti di nuova concezione: la centrale Sei di Saline Joniche, la conversione da olio a carbone della centrale Enel di Porto Tolle e la riqualificazione dello stabilimento Tirreno Power a Vado Ligure con la costruzione di una nuova unità a carbone ad alta efficienza.           

Quanto al Vecchio Continente ed al resto del mondo la situazione non è poi molto diversa:

[…] In Europa il carbone ha mantenuto un ruolo centrale nella produzione di energia elettrica, con una quota all'interno del mix pari al 33%, seguito dal nucleare con il 30%. A livello mondiale, la Cina (da sempre Paese esportatore) dal 2009 è diventato Paese importatore di carbone e questo trend è continuato anche nel 2011, con 182 milioni di tonnellate importate, 20% rispetto al 2010. L'India ha registrato un forte incremento delle sue importazioni passando dai 90 ai 115 milioni di tonnellate ( 28%) e si prevede che per il 2012 le importazioni di carbone indiane si attesteranno sui 140 milioni di tonnellate, con un aumento del 22%.

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