sabato 21 maggio 2011

LA PADANIA 22 MAGGIO PADRINI, DI VOLO CANI DA ISCHIA ALLA GERMANIA E NESSUNO FERMA IL CHECK-IN

 

LA PADANIA 22 MAGGIO PADRINI DI VOLO CANI DA ISCHIA ALLA GERMANIA E NESSUNO FERMA IL CHECK-IN

Questo non è un becero, diffamatorio, procurato allarme, vomitato alla cieca, che mette nel mucchio qualsiasi si dice che….".attenzione …, quella tizia e quel tipo sono da mettere in lista nera…., vendono randagi a….. "

Questa è la prima inchiesta seria, documentata sul traffico dei randagi verso l'inferno.

L'ha scritta Stefania Piazzo che ho ha svolto un minuzioso lavoro di indagine, per mettere insieme le tessere di un osceno puzzle dell'orrore, del lucro, della indifferenza, della "amicizia" tra coloro che per carica e coscienza avrebbero dovuto controllare e denunciare.

Quis custodiet custodes?

Chiliamacisegua si appella al Dottor Gaetano Penocchio,  Presidente della FNOVI - Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani, affinchè li custodisca questi …custodi,  affinchè  richiami al dovere e all'etica, sparse e disperse lungo questi anni di inapplicazione delle Leggi a Tutela Animale, i veterinari, i primi (angeli) custodi dei randagi a loro affidati.

Che compatti  i medici della Sanità Animale Pubblica, che metta al bando i veterinari indegni, che indichi la strada per una collaborazione atta a stroncare qualsiasi malaffare.

Che i veterinari, sono i primi testimoni dell'inciviltà, spalmata ovunque in Italia, sotto la cecità di molti Sindaci. Che i veterinari sono i primi a poter denunciare le cose storte.

Il vento è mutato dall'insediamento dell'on Francesca Martini, che già si è appellata ai medici, il tessuto sociale a trama stretta che può e deve impedire di allargare le maglie alla malasanità e  dall'arrivo della giornalista Stefania Piazzo che su  La Padania, ogni domenica con i suoi dossier,  scopre cadaveri imbalsamati, negli armadi che non hanno effettuato fino ad ora…… il cambio delle stagioni.

Le Associazioni e i volontari vigilano, denunciano, protestano,si ribellano, tengono alta l'attenzione e Chiliamacisegua divulga ogni vergogna.

No, non si può più dire: "Io non sapevo!"

No, non si può più far finta di niente.

Buona lettura Presidente e dia un cenno, per favore, che il mondo ha bisogno di empatia, di umanità, di legalità.

Di amore e di rispetto per la vita!

Chiliamacisegua

www.chiliamacisegua.org

 

LA PADANIA 22 MAGGIO DALLA PARTE DEGLI ANIMALI A CURA DI STEFANIA PIAZZO

VIAGGIO BESTIALE

OTTANTASETTESIMA PUNTATA

PADRINI, DI VOLO CANI DA ISCHIA ALLA GERMANIA E NESSUNO FERMA IL CHECK-IN

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Sotto processo a Ischia due veterinari dell'Asl Napoli 2 con i gestori e i collaboratori del canile di Forio.

Dalle intercettazioni telefoniche all'accusa più grave per gli organizzatori: associazione a delinquere

Un'altra base possibile ad Assisi, in Umbria. Intanto i "tour operator" continuano la loro attività

 

"E sempre lì si cade, nell'eccellenza della vigilanza veterinaria campana. Con
uno strascico persino umbro ad Assisi e, per le origini di uno dei veterinari
imputati, Todi. Una coincidenza... Ma che ambo.
Questa volta però la sintesi è più complessa del solito. Perché guardi il
passato e guardi il presente e non comprendi cosa sia cambiato. E ti chiedi
quindi se sia tutto vero.
Sul tavolo c'è il traffico di animali che passavano per il canile di Panza,
gestito dalla Fondazione tedesca Ernst, canile convenzionato allora col Comune
di Forio e molti altri. La Fondazione a seguito delle indagini si è sciolta e al
suo posto è nata l'associazione Pro Animale, pare con medesima partita Iva.
Iscritta all'albo regionale prima di completare l'anno di attività di
volontariato. La Regione, visti i requisiti e l'eredità, ha accelerato i tempi
di legge.
Sul tavolo della cronaca di oggi? Ci sono gli stessi veterinari asl sotto
processo e al loro saldo posto di lavoro. Fino a prova contraria non hanno fatto
niente.
Sul tavolo ci sarebbe ancora l'uscita di animali da Ischia verso la Germania.
Sul tavolo, infine, c'è una controversa storia che vedrebbe la struttura
utilizzata dalla Fondazione come struttura abusiva. E per la quale sarebbero
state emesse ordinanze di demolizione, ad oggi non eseguite. È mai possibile che
un Comune, anzi, più Comuni, si fossero convenzionati, oltre che con quelli che
nel gergo delle adozioni verso l'estero si chiamano "padrini di volo", si
fossero convenzionati appunto con chi non avrebbe potuto neppure star lì?
Impossibile, ci sarà un errore, sono paradossi incredibili.
E geograficamente allargati alla struttura "Il Sorriso di San Francesco", che
sarebbe riconducibile alla Pro Animale, nella quale la titolare dichiara
candidamente (vedi "Il Corriere dell'Umbria" del 19 giugno 2009) che "Il
trasporto di cani a Ischia via Assisi, in Germania o Austria, si è svolto in
maniera assolutamente legale e con i documenti di espatrio previsti dalla
legge». Cosa che egregiamente avrà controllato l'asl 2 di Assisi.
Quadro destabilizzante. Vuoi perché le accuse per le quali sono a giudizio due
veterinari dell'Asl Napoli2 e un'agguerrita squadra italo-tedesca di persone
accusate di traffico di cani dall'Isola di Ischia verso la Germania dal 2001
sono di una gravità eccezionale, col peso delle intercettazioni telefoniche....

Sconcertante. Vuoi perché sono macigni i reati contestati a diverso titolo agli
indagati: per gli organizzatori del "giro" in particolare si va
dall'associazione a delinquere al concorso in reato al reato continuato, per
arrivare al falso ideologico e al falso materiale che sarebbe stato consumato
da pubblici ufficiali.
Vuoi perché in tutta questa vicenda, e questo è il cuore vero del problema, che
va oltre l'inchiesta e il processo, ci si chiede cosa sia cambiato dal 2006,
anno d'avvio della bufera giudiziaria, ad oggi. Quasi nulla. Allora, non era
successo nulla anche prima, il processo è una farsa.
Perché i cani, da Ischia alla Germania, sono partiti ancora. E c'è chi, come
Giacomo Bellezza, veterinario libero professionista e direttore sanitario del
canile della Pro Animale, è anche impegnato per l'asl per il servizio di pronto
soccorso, in un ambulatorio a Serrara Fontana. Ma c'è chi giura che i cani non
finirebbero solo lì. Illazioni isolane, ovvio.
Avvilente. Perché l'Asl Napoli2, a firma del dr. Massimo Barbato, rispondeva ad
un'associazione che l'invio dei cani in Germania nel 2005 risultava regolare.
Anzi. «Lo scrivente ufficio ha dato corso alle procedure d'ufficio presso gli
organi istituzionali competenti per il controllo delle adozioni sul territorio
germanico». Che dicevano gli esiti delle procedure? I vertici superiori
interpellati non rispondevano. Quindi è vero, non è vero niente quello che è
successo.
Apocalittico. Perché le associazioni animaliste, che, come la magistratura,
sostengono che il movimento verso la Germania risalga persino al 2001, si sa
che non saranno ammesse a costituirsi parte civile nel procedimento. Non c'è
danno, secondo una lettura di chi giudica in questa fase dibattimentale. Ma già
ambienti del ministero della Salute guardano con interesse agli sviluppi
processuali, senza escludere a priori di valutare una presa di posizione come
quella intrapresa a Cicerale.
Affezionato. Perché dopo lo scandalo, tutti i Comuni convenzionati con il canile
di Panza dell'allora Fondazione Ernst poi scioltasi e, come da statuto, "rinata"
come associazione Pro Animale, hanno detto addio, tranne che il Comune di Forio
e di Serrara Fontana. Fino a convenzione scaduta, nel 2008. Ma con dei ma.
Edificante. Perché a tallonare l'inchiesta si aggiunge la denuncia della
presidente dell'Una di Ischia, Maria Pagano che, con un atto stragiudiziale di
diffida, sostiene che la struttura sia persino abusiva. Giacerebbe solo una
richiesta di sanatoria. Sembra impossibile che il Comune di Forio non si sia
accorto di nulla, deve esserci un errore.
Barattante. Perché il Consiglio comunale di Forio il 30 luglio scorso deliberava
all'unanimità, come "cambio merce" del mancato pagamento del mantenimento di 51 cani,

per un controvalore di 62.500 euro, l'autorizzazione da parte
dell'associazione Pro Animale a far adottare tutti i cani dalla struttura. Verso
dove? Le destinazioni di cui sopra.
Ambivalente. Perché a costituirsi parte offesa nel processo si sono presentati
il Comune di Forio e l'Asl Napoli2.

Tanti interrogativi, nonostante tutto. Ovvero nonostante un processo e il peso
di una ricostruzione giudiziaria minuziosa dell'Ufficio X del Gip del Tribunale
di Napoli, che potrebbe andare bene come sceneggiatura per un "romanzo criminale
animale". Se tutto fosse confermato.
È solo una questione di false adozioni internazionali di cani e gatti, messe in
corso, secondo alcuni, da un'organizzazione che già in Germania si sarebbe vista
chiudere un proprio rifugio all'estero, con una condanna per maltrattamento
mentre a Ischia vive serena?

È solo fango o "leggerezza" italica? E l'Asl? Mai un dubbio sul massiccio esodo
di animali e di protagonisti, spesso sempre gli stessi, i "padrini di volo", a
bussare? Secondo la procura, non ha comunque vigilato. Sta agli atti di una
reprimenda uscita persino dalla penna del magistrato. Che figura per
l'eccellenza della veterinaria pubblica campana, «servizio , ad onor del vero -
si legge - non particolarmente sollecito nel sondare la veridicità delle
indicazioni riportate sulle richieste di affido (…). I veterinari asl, pubblici
ufficiali, avrebbero dovuto, secondo la normativa in vigore, accertare
l'effettiva identità in sede di sottoscrizione della richiesta di adozione».

In cinque anni, mai un sospetto? Mai. Come oggi.
Vediamo i fatti contestati. Il meccanismo è più o meno sempre lo stesso,
spiegano gli atti che hanno portato al dibattimento il gestore, i veterinari
dell'Asl e i collaboratori dell'associazione: trasferimento di animali dal
rifugio Ernst di Forio in località Panza verso la Germania in località diverse
da quelle dichiarate all'atto del trasferimento.

Due le strade: o attraverso finti adottanti, quasi sempre tedeschi, che avevano
ottenuto l'affido in Italia. Oppure... oppure riempiendo abusivamente alcuni
moduli per le richieste d'affido firmati in bianco con l'inganno.
In ogni caso, secondo l'accusa, false o fittizie erano le richieste di adozione,
false le pratiche, esibendole ai veterinari e ottenendo da loro il rilascio di
passaporti in cui l'indicazione del proprietario dell'animale risultava non
vera.
Insomma, una serie, definita addirittura «indeterminata di delitti di falso di
autorizzazioni amministrative..., di induzione del pubblico ufficiale al
rilascio di passaporti ideologicamente falsi....».
Personaggi e interpreti di questo presunto romanzo criminale: Nicola
Cacciapuoti, direttore del rifugio; Ciro Pontone e Karin Mundt, considerati
"istigatori" del gruppo dai magistrati poiché principali gestori della
Fondazione Annemarie Ernst; il veterinario dell'Asl Napoli 2, Mario Mariani,
originario di Todi. Uno dei casi contestati, ad esempio, che lo riguarda
nell'imputazione, tratta l'adozione di un randagio da parte di S.D.D. che
avrebbe dovuto firmare il modulo contenente la richiesta d'adozione.

Ma gli sarebbe stato sottoposto per la firma anche un modulo in bianco con
un'ulteriore richiesta di adozione. Richiesta che veniva completata con i dati
identificativi di un ulteriore cane che S.D.D. non aveva affatto chiesto di
adottare. Il veterinario Asl firmava, in calce alla richiesta, l'autorizzazione
dell'Unità operativa veterinaria alla consegna dell'animale. «Tutti così
formando - si legge nel rinvio a giudizio - una falsa richiesta di adozione
(datata 12/10/2005 e priva di numero), una falsa autorizzazione dell'Unità
operativa veterinaria alla consegna del cane e la falsa scheda di affido del
cane». Dopo la formazione di questa serie di falsi, «per realizzare l'illegale
trasferimento in Germania del cane, confezionavano il passaporto per animali
materialmente rilasciato dal Mariani e nel quale S.D.D. risultava falsamente
proprietario».
Il meccanismo si ripeteva ogni volta, anche con soggetti diversi, con l'aggiunta
di un altro veterinario della stessa Asl Napoli2, Ciro Di Sarno. Situazioni
simili, cui si aggiungono i nomi di altri "collaboratori" indagati come Else
Scheurlein, persona fidata di Cacciapuoti. Lo stesso gruppo d'azione, stando
all'accusa, approfittando della richiesta di adozione di una cittadina
austriaca, M.B., sottoponevano alla donna per la firma altri tre moduli in
bianco contenenti altrettante richieste di adozione. In seguito, li completavano
con i dati di altri tre cani mai richiesti dall'adottante austriaca e, in calce,
Di Sarno firmava l'autorizzazione dell'Unità operativa veterinaria.
Incredibile. Alla schiera degli indagati ad un certo punto compare anche il
nome di Alessandro Impagliazzo, amministratore e direttore sanitario del
rifugio dal 2001 al 2005.

Ma tutte le adozioni, a centinaia per anni e anni, non hanno mai destato
sospetto all'Asl? In alcuni casi, addirittura, il magistrato in questo giro di
carte false, accusa persino i membri dell'associazione di aver indotto «in
errore Ciro Di Sarno» nell'attribuire a presunti adottanti la proprietà di
numerosi cani. Tante erano le carte e le adozioni che si ripetevano sui tavoli
dell'asl... che confusione per i poveri ignari veterinari. Vero?
Fondamentali per la svolta nell'inchiesta le intercettazioni, legate alle
indagini che la polizia aveva posto in essere fermando nel 2006 una spedizione
di animali trasportare in condizioni peraltro fuorilegge, bloccando la
spedizione al momento dell'imbarco dopo la segnalazione di una guardia
ecozoofila del posto, Giovanni Esposito, dell'associazione Pro Natura. Gli
indizi erano stati d'altra parte disseminati come i sassi di Pollicino… In
particolare i passaporti plurimi di M.R.B. , sui cui passaporti dei cani veniva
indicata Vienna come località sita in Germania. All'asl era sembrato tutto
regolare? Vienna... la Sacher... Berlino... Ma Ischia è troppo lontana.

Persino Impagliato, direttore sanitario del canile, che risulta tuttavia
indagato, si era recato in Germania al canile "Renate Lang" di Horb e a fronte
di 51 animali che sapeva di aver inviato, verificava che di 50 si erano perse
completamente le tracce e non risultava fossero andati in adozione. Forniva poi
la tabella riepilogativa dei trasferimenti dal 2001 al 2005, confermando il
massiccio trasferimento autorizzato dall'asl. Perplessità erano state espresse
anche dal direttore pro-tempore dell'asl di Ischia, Massimo Barbato, che
dichiarava di aver scritto nel 2002 al consolato tedesco, nel 2003 al direttore
sanitario dell'asl di Napoli2 e alla Regione Campania in ordine alla regolarità
delle procedure, senza ricevere però risposta.
Le intercettazioni, che sono esemplificative, documentano le organizzazioni di
più viaggi. Diversi voli il 29 luglio 2006, curando di evitare automezzi in
dotazione dell'ente preferendo mezzi privati. Ma dalle intercettazioni
comprendono che è in atto il pedinamento. E si interrogano se la soffiata sia
arrivata dal canile, da chi conosce i movimenti, ad esempio l'asl.
Ciro (Pontone): "Le signore si sono accorte che un bel giovanotto è venuto con
la vespa".
Nicola (Cacciapuoti): "Non ci hanno fatto più caso all'aeroporto dopo aver fatto
il check-in".
Ciro: "La polizia ha fatto chiamare. Sono stati chiamati dalla polizia i due che
avevano accompagnato… Quindi adesso da Ischia qualcuno ha dovuto sapere che
questi partono il giorno "tot" e questo ragazzo è andato appresso… chi può dire
a questi qua che adesso partono…una domanda… Di Sarno sapeva quando dovevano
partire queste?".
Nicola: "No, non lo sapeva nessuno."
Ciro: "Non lo sapeva nessuno?"
Nicola: "C'è un fatto importante invece… Io penso che il furgone… qua fuori qua…
proprio il furgone è visionato e sorvegliato da qualcuno…nel momento in cui già
sanno tutta la prassi… già sanno tutto come si fa… perché in quattro…cinque anni
che sono state fatte queste cose… sanno che quando Giuseppe va a preparare i
box… capito… e chiaramente è l'unica spiegazione…".
Ancora Nicola: "E poi ti voglio dire…basta una telefonata a quelli di Napoli… e
quelli si mettono là…."
Ciro: "Io pensavo che caso mai all'asl…"
Nicola: "Niente l'asl…quando fa i passaporti… quello ci dà i passaporti…non sa
quando partono…non lo possono sapere …perché non è che mai gli diciamo… guarda
anzi la scheda di ritorno che io devo dare all'asl con la firma…della seconda
firma di consegna non gliela facciamo neanche firmare lì… Adesso la Hunday non
si muoverà fino a quando non… ho protocollato il caso del…permesso".
Ciro: "Per gli animali però…"
Nicola: "Per gli animali è chiaro…se poi uno vuole trasportare quello che vuole
quello è proprietà privata, uno può portare quello che c. vuole, quello è poco
ma sicuro…".
Dal 4 aprile 2006 la Fondazione era stata inibita a dar luogo alle adozioni in
seguito ad un provvedimento in via cautelare del distretto 57 di Ischia in
seguito al sequestro di 27 animali e al procedimento penale per maltrattamento.

Sospetti anche sulle vaccinazioni antirabbiche le associazioni le sollevano, non
essendo presenti le fustelle della vaccinazione bensì delle indicazioni a penna.

Dalla intercettazione dell'8 agosto 2006 tra Karin Mundt ed Else Scheurlein.
Karin: "Dovremo facerla".
Else: "Sicuramente dovremmo farcela, anche con le vaccinazioni antirabbiche,
questo è il problema minore".
Interessante anche la telefonata del 17 agosto 2006 tra Cacciapuoti e Massimo
(di cui sopra, si legge negli atti, quindi si fa riferimento al Massimo citato
nei documenti).
Nicola: "Mi fai quella lettera…perché Mario ha fatto quelle due righe, però io
voglio che mi fai tu… (…). Il cane sta qui dentro, è un bel rottweiler grosso"
Massimo: "Senza microchip".
Nicola: "Senza microchip… senza niente, come al solito".
Si legge nelle carte processuali ancora della telefonata. «Cacciapuoti contatta
direttamente tale Massimo (poi identificato - si legge - in Barbato Massimo,
dell'ASL Napoli 2 di Ischia, ndr), perché ha la necessità di ottenere due
passaporti, ricevendo dall'interlocutore una disponibilità ad una richiesta
-scrive persino il giudice - alquanto anomala, atteso che, a quella data, la
Fondazione era ancora interdetta dal poter dar corso a nuove adozioni e
affidamenti, proprio in ossequio al provvedimento dell'asl di Ischia».
Altre intercettazioni, ancora Karin ed Else.
Else: "Sicuramente staranno intercettando la telefonata".
Karin: "Davvero, allora scoprono tutto, dovrebbero occuparsi sicuramente di
altre cose".
Altra telefonata ritenuta interessante per gli investigatori è quella tra Ciro
Pontone e Giacomo Bellezza, il libero professionista convenzionato con l'asl di
Ischia e direttore sanitario del canile di Panza che lavora per il pronto
soccorso asl. Bellezza viene illuminato circa l'importanza di Jutta Heinemann.
Ciro: "La signora Heinemann (...) è una delle persone più importanti...ed è lei
che il 90% dei singoli che partono li piazza".
Il 24 novembre 2006 venivano perquisiti gli uffici dell'asl di Ischia. «Si aveva
modo così di vedere - spiega il magistrato - i diversi casi di adozioni in
relazione alle quali risultavano adottanti persone diverse da quelle cui gli
animali erano realmente destinati e i casi di adozioni completamente fasulle,
ossia disconosciute dalle persone che figuravano nella documentazione quali
adottanti (...)».
Due le rogatorie avanzate dalla Procura di Napoli: la prima - accolta - per
accertare la destinazione reale degli animali. La seconda - respinta - per
approfondire i profili sul sostentamento della Fondazione.

Ma non è finita qui."
s.piazzo@lapadania.net
(87 - continua)

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