domenica 6 marzo 2011

FERRAIOLI: 17 MARZO FESTA NAZIONALE - GRAZIE GIUSEPPE GARIBALDI

La Spezia,lì 06 Marzo 2011
 
Spettabile Redazione,
di seguito Vi trametto comunicato stampa.
Nel ringraziarVi per la Vostra attenzione
colgo l'occasion per salutare cordialmente.
Maurizio Ferraioli
 
COMUNICATO STAMPA

 

FERRAIOLI: 17 MARZO FESTA NAZIONALE - GRAZIE GIUSEPPE GARIBALDI


A pochi giorni dal 17 marzo proclamata "Festa Nazionale" desidero ringraziare il concittadino Maurizio Maggiani per il suo elogio a Giuseppe Garibaldi.

Giuseppe Garibaldi un Eroe Nazionale ma non solo, un Eroe che ha sempre lottato per gli interessi dei più deboli, per la Libertà dei popoli, per l'Uguaglianza dei Cittadini contro i soprusi e le angherie dei sovrani tiranni, che ha sempre lottato per la diffusione dell'istruzione e perchè fosse garantita a tutti senza distinzioni, un Eroe che ha sempre lottato contro l'ipocrisia e contro una politica fatta da interessi personali e non al servizio del Popolo sovrano. Un Eroe riconosciuto in tutto il mondo e da noi spesso non considerato, spesso insultato come evidenziano gli ultimi fatti di Vicenza dove alcuni teppistelli lo hanno denominato "Liberatore degli immondi", spesso isolato perchè "Massone" senza considerare e distinguere quella massoneria che non può e non deve essere assimilata ad una odierna "P2" ma era una massoneria che lottava per diffondere a livello mondiale il trinomio "Libertà, Uguaglianza e Fratellanza", isolato e deriso da una deriva intellettualoide di personaggi che diffondono idee di disuguaglianza e di discriminazione verso i cittadini più deboli, i più bisognosi o verso aree geografiche sempre sottoposte a vessazioni e tirannie ideologiche anche in tempi di presunta Democrazia. Garibaldi non era questo, Garibaldi era quell'Uomo che ricercava sempre la Verità ed era disposto a mettere a repentaglio la propria vita per lottare contro le falsità di un mondo che anche alla sua epoca dimostrava già i primi segni di decadimento. A Giuseppe Garibaldi dovremmo essere grati per aver diffuso quello spirito di Libertà ovunque e per essere sempre accomunato a quelle battaglie di libertà in ogni parte del mondo. Come ricorda Maurizio Maggiani quei popoli e quelle nazioni per le quali ha combattuto per la Libertà non dimenticano il suo nome, non dimenticano quell'Eroe e ancora oggi lo commemorano come Eroe che nel completo disinteresse ha combattuto per quelle cause. Giuseppe Garibaldi fu eletto la prima volta al parlamento piemontese nel 1848 rimase parlamentare fino al 1876 per ritirarsi definitivamente a Caprera dove morì. Egli utilizzò il parlamento della nuova Italia non per soddisfare ambizioni personali o per illeciti arricchimenti come fu per altri parlamentari, ma come cassa di risonanza per la divulgazione delle proprie idee. Egli si impegnò con generosità in battaglie sociali a favore delle classi povere e di quella parte della società meno privilegiata, soprattutto per le popolazioni del Sud dell'Italia a lui care. "Venite - egli diceva ai suoi volontari - o generosi cui da ribrezzo l'oppressione del giogo della servitù. Venite, io non posso offrirvi nè caserme nè munizioni: vi offro fame, freddo, sole, battaglie e morte. Chi ama la Patria mi segua" e migliaia di giovani e meno giovani lo seguivano. E se queste parole apparivano formidabili ai nemici, se sconvolgevano l'Italia , se infiammavano le vene , ciò accadeva perché in lui splendeva la luce del sincero altruismo, perché l'uomo che così parlava era l'incarnazione di un'epoca, di un intero popolo, che si ribellava agli oppressori stranieri e voleva risorgere nella Libertà. Anche i suoi alleati potenti temevano la sua lealtà, temevano la sua intransigenza di uomo giusto, temevano la sua incorruttibilità di uomo onesto e non gli perdonavano queste doti che lo ponevano al di sopra della mediocrità degli altri individui. Cavour soleva dire : "Come ci si può fidare di un potente che ama mangiare con la truppa o come accettare come capo supremo un uomo che invece di raccogliere onori e consensi, ama ritirarsi in un'isoletta come Caprera per coltivare la terra?"Inconcepibile certo per la personalità ambiziosa di Camillo Benso Conte di Cavour. Eppure sono proprio questi tratti che rendono Giuseppe Garibaldi un mito che oltrepassa la leggenda del guerriero, che segna, in maniera indelebile, tutto il periodo del Risorgimento . Questo è sempre stato forse il destino del Grande Eroe Giuseppe Garibaldi, il suo mito, la sua leggendaria ed ineguagliabile vita lo hanno sempre costretto a fare i conti con l'invidia e la gelosia ed ancora oggi il suo nome in alcuni "poveri uomini" suscita sentimenti di astio e ricordarlo disturba perchè soprattutto in un momento storico come il nostro ricordare le sue doti può creare imbarazzo e far pensare ed allora niente di meglio che lasciarlo cadere nel dimenticatoio quale Eroe, osannato nel resto del Mondo, ma dimenticato in Italia e perchè no attribuendogli anche qualche responsabilità dell'attuale situazione economico-politica. Tutto ciò mi rende triste ma ringrazio Giuseppe Garibaldi per quanto ha fatto e per aver tentato con la diffusione dei suoi Ideali di migliorare non solo l'Italia ma l'Umanità. Che nessuno osi offendere un nostro "Eroe" e che sorgano anche nelle nostre città dei novelli Garibaldi perchè oggi più che mai abbiamo bisogno di far risorgere quegli Ideali di Libertà ed Uguaglianza troppo spesso disattesi da una politica indifferente agli interessi dei più deboli .

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