domenica 13 febbraio 2011

Francesco Reda è Palatucci e dedica questo lavoro all'Africa

 Quel poliziotto che a Fiume salvò cinquemila ebrei 

 

Lorella Commodaro

Catanzaro

Sarà l'attore cosentino Francesco Reda a portare in scena, nel ruolo del protagonista, la storia di Giovanni Palatucci, grazie a un accordo fra Emilio Verrengia, presidente nazionale Polizia di Stato sezione di Catanzaro, nonché coordinatore regionale Associazione Palatucci. Lo spettacolo (atto unico per la regia di Natale Filice, autore Giuseppe Sciacca), debutterà a Cosenza a marzo prossimo, e dopo arriverà a Catanzaro.

Giovanni Palatucci era un commissario di Pubblica sicurezza; medaglia d'oro al merito civile per aver salvato la vita a più di cinquemila ebrei durante la seconda guerra mondiale e, per questo, anche nominato "Giusto tra le nazioni".

In servizio a Fiume, entrò a far parte della cosiddetta Adriatisches Küstenland, ossia il "Territorio d'operazioni del litorale Adriatico"; grazie al suo potere, fece scomparire gli archivi contenenti informazioni sugli ebrei fiumani, proponendo inoltre l'istituzione di uno "Stato Libero di Fiume". Scoperto dai tedeschi, il 13 settembre 1944 Palatucci venne arrestato e tradotto nel carcere di Trieste, e il 22 ottobre trasferito nel campo di sterminio di Dachau, dove morì pochi giorni prima della Liberazione, a soli 36 anni. Nominato Servo di Dio dopo l'apertura per la beatificazione, e la proclamazione, nel 2000, per opera di Giovanni Paolo II, di martire del XX secolo. «È un onore per me – riferisce in esclusiva a "Gazzetta del Sud" l'attore Francesco Reda – ma anche una grande responsabilità interpretare quest'Uomo. Purtroppo l'epurazione storica dovuta all'inevitabile cultura antifascista del dopoguerra, ha offuscato l'opera di questo poliziotto (iscritto al partito fascista), dimenticando la grande impresa compiuta, a costo della propria vita, che mise da parte ogni personale ambizione salvando sfortunati ebrei, molti italiani, condotti dalla follia omicida tedesca a un assurdo olocausto. «La polizia tra la gente», questo era il suo motto, archetipo che oggi accompagna il lavoro di ogni operatore di Polizia. In ragione di ciò, Palatucci è nel suo "passato", un contemporaneo, e la sua opera non può che non essere di stimolo e guida alle odierne generazioni di poliziotti. Mi commuove questa nobiltà d'animo, un uomo che nelle sue condizioni in una lettera ai genitori scrive: «Ho la possibilità di fare un po' di bene, e i beneficiati da me sono assai riconoscenti».

«Nel complesso riscontro molte simpatie. Di me non ho altro di speciale da comunicare. Sono poliziotto!". Personalmente adoro una battuta, perché emerge in pieno l'animus cristiano dell'uomo: "Vogliono farci credere che il cuore sia solo un muscolo e ci vogliono impedire quello che il cuore e l'amore di Dio ci dettano". Beh! penso che su questa frase ognuno di noi debba fermarsi a pensare. Dedico questo lavoro all'Africa, che adoro, perché questo ruolo (Reda starà in scena per tutta la durata del dramma, ndc) ha bisogno di tanta energia, calore e concentrazione».IL'attore rafforza così la sua passione per la storia: ricordiamo che sarà co-protagonista di "Ferramonti" accanto a Benvenuti


Ufficio Stampa

Davide Giglio

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