sabato 17 aprile 2010

TURISMO VERDE - COMUNICATO - MAGA CIRCE VINCE IL PREMIO AMBIENTE DELLA CCIIA

 

 

COMUNICATO STAMPA

 

 

L’Hotel Maga Circe di San Felice Circeo (LT)

si aggiudica il Premio “Impresa, Energia, Turismo e Ambiente”

 

L’Hotel Maga Circe di San Felice Circeo è risultato vincitore del Premio “Impresa, Energia, Turismo e Ambiente” per la sezione Turismo, indetto dalla Camera di Commercio di Latina con il supporto tecnico del Parco Scientifico Tecnologico del Lazio Meridionale (Pa.l.Mer) con il progetto denominato M.A.G.A. – Migliorare l’Accoglienza Grazie all’Ambiente -  che consiste in una integrazione innovativa e riproducibile tra i requisiti della certificazione  ISO 9001 e di alcuni dei parametri previsti da ECOLABEL - un fiore per il turismo. In sostanza, l’hotel si è impegnato attivamente per diffondere sia tra i propri collaboratori e fornitori che tra i propri ospiti una maggiore conoscenza del pregiato e delicato contesto ambientale in cui la struttura opera, il Parco Nazionale del Circeo. Tra le iniziative attuate, oltre a quelle di diretto vantaggio per l'azienda stessa (adozione di sistemi per l'isolamento termico e il minor consumo energetico) grande rilievo ha avuto l'azione diretta a sensibilizzare tutti i frequentatori della struttura ad un minore consumo idrico ed energetico e le azioni di informazione sulle caratteristiche naturalistiche e ambientali del parco, svolte sia direttamente che del Parco con la collaborazione di Legambiente e Marevivo, che hanno presentato nella struttura mostre fotografiche ed iniziative di divulgazione volte ai più giovani.

 

Il premio ha fornito alle aziende partecipanti una occasione di grande visibilità: la premiazione, infatti, si è svolta il 15 aprile 2010 a Gaeta, nell’ambito della manifestazione Yatch Med Festival e alla presenza del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, On.le Stefania Prestigiacomo, del Sottosegretario all’Economia e Finanze On.le Alberto Giorgetti, del Presidente della Commissione Finanze On.le Gianfranco Conte e di numerose altre Autorità.

 

Ha ritirato il premio una emozionata Antonella Di Genua, Responsabile Qualità dell’Hotel Maga Circe, che ha spiegato come la parte  più difficile dell’attività sia stata cercare di  armonizzare le necessità organizzative dell’hotel con i parametri ambientali derivanti dal delicato contesto ambientale del Parco, che scoraggia uno sviluppo quantitativo per suggerirne uno di integrazione ambientale. E in questo fondamentali sono state le indicazioni fornite proprio dagli ospiti, che hanno individuato, con la loro partecipazione alla raccolta dati, quali dovessero essere i prioritari obiettivi della “riconversione verde” della storica struttura del Circeo, che festeggerà i 75 anni di attività il prossimo 29 luglio. <<Per  noi questo premio è la migliore iniezione di energia  ed un grande onore – continua la Di Genua - : ogni volta che la sfida che raccogliamo ci sembra ardua, le Istituzioni ci danno la possibilità di misurare la nostra determinazione e ci premiano. E’ successo due anni fa, con l’assegnazione al nostro ristorante “La Veranda” del Marchio della Qualità Italiano. E succede nuovamente oggi, grazie a questo Premio voluto dalla Camera di Commercio. Siamo onorati e felici di vedere riconosciuto il nostro impegno in una cornice così prestigiosa, alla presenza del Ministro per l’Ambiente e di tutte queste Autorità>>.

 

 

San Felice Circeo, 16/04/2010

 

Allegato: pagina quotidiano locale

Immagini:

vista dal mare:   www.hotelmagacirce.it/stampa/promontorio.jpg

sala banchetti:    www.hotelmagacirce.it/stampa/salag.jpg

piscina:   www.hotelmagacirce.it/stampa/piscina.jpg

 

 

    

 

 

 

Antonella Di Genua

Resp. Vendite

HOTEL MAGA CIRCE Via Ammiraglio Bergamini 7 - 04017 San Felice Circeo (Latina) - Italia

Tel +39-0773547821 Fax +39-0773546224

www.hotelmagacirce.it

Albergo Certificato ISO 9001: Vision 2000 dal 16/07/2002 - N. Certificato 5539

 

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2° Festival del Cortometraggio “I Corti sul Lettino - Cinema e Psicoanalisi” a Napoli


Dopo il notevole successo della precedente manifestazione, suggellata dalla presenza del regista Roberto Faenza come presidente della giuria, Ignazio Senatore, psichiatra e critico cinematografico, dirigerà  la seconda edizione del Festival del Cortometraggio "I Corti sul Lettino -  Cinema e Psicoanalisi" rivolto ai filmaker italiani e stranieri. L'evento si svolgerà dal 6 al 7 settembre 2010, ad ingresso gratuito, dalle ore 21.00 alle 24.00, nell'ambito di accordi @ DISACCORDI – XI Festival del Cinema all'Aperto, presso il Parco del Poggio (Napoli) e prevede la proiezione dei cortometraggi che saranno selezionati da una giuria qualificata composta da registi, attori, critici cinematografici, giornalisti ed operatori del settore. L'intento è quello di valorizzare, promuovere e divulgare il cortometraggio come forma espressiva particolarmente valida a livello sociale e culturale, di sviluppare le potenzialità dei linguaggi artistici dei nuovi media; rispondere alle esigenze di crescita culturale dei giovani registi emergenti e dare a tutti i filmaker di talento la maggiore visibilità possibile. Ogni opera deve avere durata massima di 60 minuti, inclusi i titoli di testa e di coda e sono ammessi cortometraggi già presentati o premiati in altri concorsi. L'iscrizione al 2° Festival del Cortometraggio "I Corti sul Lettino -  Cinema e Psicoanalisi" è gratuita e la data di scadenza è il 15 giugno 2010.  La Giuria del concorso, a suo insindacabile giudizio, attribuirà i seguenti premi: migliore cortometraggio, regista, sceneggiatore, attore protagonista, attrice protagonista, documentario e colonna sonora. I partecipanti dovranno inviare alla segreteria del concorso, allegandola alle opere inviate, la scheda di adesione al bando, scaricabile dal sito www.cinemaepsicoanalisi.com



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Rai, gestione e partiti. Cosa inventarsi ancora per non privatizzarla? Oggi tocca a Bersani

Qui il comunicato online:
http://www.aduc.it/comunicato/rai+gestione+partiti+cosa+inventarsi+ancora+non_17384.php
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Rai, gestione e partiti. Cosa inventarsi ancora per non privatizzarla? Oggi tocca a Bersani

Firenze, 18 Aprile 2010. La Rai e la sua gestione, in mano ai partiti politici, e' un campo di battaglia dove tutti i contendenti, alla fin fine, si trovano sempre d'accordo. E' come il finanziamento pubblico ai partiti: quando la torta e' grande e succosa, gli ostacoli spariscono. Sulla Rai, i partiti si comportano come i famosi ladri di Pisa del detto popolare: il giorno litigavano e la notte andavano a rubare insieme.
"Fuori i partiti dalla Rai". E' un passaggio dell'intervento di Pierluigi Bersani alla direzione del Partito Democratico. "Presenteremo presto un ddl per lasciare fuori i partiti dalla Rai. Gli organismi di garanzia attuali si sono rivelati strutturalmente impotenti a garantirci. E' necessaria anche una nuova legge antitrust che e' anche il modo -sottolilnea Bersani- per affrontare il conflitto di interessi".
Il Pd e' erede, in larga parte, di quel Partito Comunista Italiano che, a fine marzo 1990 (segretario Achille Occhetto), si impegnava solennemente per far uscire i partiti dalla gestione delle Unita' Sanitarie Locali. L'allora ministro ombra della Sanita', Giovanni Berlinguer, diceva: "Se questa separazione non ci sara', dopo le elezioni noi rifiuteremo di nominare nostri rappresentanti politici. E sfidiamo gli altri a fare altrettanto..." (1).
Come siano andati i fatti con le Usl (oggi Asl) e' noto a chiunque. Ed oggi (il lupo perde il pelo ma non il vizio?) ci risiamo.
Ovviamente non sappiamo quali siano le intenzioni del segretario del Pd e come sara' questo disegno di legge preannunciato, ma non abbiamo potuto fare a meno di ricordare questo tipo di proposta gia' avanzata venti anni fa. Proposta che se non prende in considerazione la modifica totale dell'assetto societario della Rai, corre il rischio di diventare solo fumo negli occhi.
Noi siamo d'accordo con Pierluigi Bersani, ma per evitare che certi impegni divengano come quelli del suo partito per le Usl del 1990, ci teniamo a sottolineare che c'e' solo un metodo per realizzare quanto oggi ha auspicato: consegnare la Rai al mercato. Prima di tutto privatizzandola cosi' come avevano chiesto gli italiani con un referendum nel 1995. Una privatizzazione che, attuata con ferree norme antitrust, farebbe terminare l'attuale duopolio con Mediaset, e farebbe venire meno l'abuso di posizione dominante che vede oggi la Rai pagata con un'imposta (il cosiddetto canone) competere nel medesimo mercato con altri concorrenti che non percepiscono i benefici di questa imposta.
Insomma, un consiglio al segretario del maggiore partito di opposizione: le belle proposte possono essere tali solo se hanno una prospettiva. Quale prospettiva per una Rai senza partiti con un Parlamento espressione dei partiti e non di elettori che non scelgono gli eletti, le banche espressione dei partiti (cosa ha detto il segretario federale della Leganord, Umberto Bossi, proprio in questi giorni?), la Sanita' espressione dei partiti (nonostante le buone intenzioni del 1990 e alcuni governi a cui hanno partecipato: Lazio, Puglia, Campania... Lazio, Puglia, Campania...), le utilities in mano ai partiti (luce, acqua, gas....), etc.? La vediamo male.... Forse, se proprio si vogliono buttare fuori i partiti dalla Rai basterebbe ascoltare quanto detto, per l'appunto, dagli elettori col referendum del 1995. Ma... interessa?

(1) http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/03/24/nelle-usl-non-torniamo-piu.html

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
URL: http://www.aduc.it
Email aduc@aduc.it
Tel. 055290606
Ufficio stampa: Tel. 055291408

invio comunicato 17 aprile 2010 + testo

COMUNICATO STAMPA

Adozione del Cuore - AmbienTiAmo (17 aprile 2010)

        Il Comune di Bagno a Ripoli, nell'àmbito della manifestazione "AmbienTiAmo", presenta il progetto "Adozione del cuore – Per sempre un amico a quattro zampe".
        Il progetto favorisce non solo le adozioni dei cani abbandonati, ma soprattutto garantisce una sistemazione a quelli che, a causa del decesso del loro padrone, non hanno più un luogo dove stare. Ai cittadini che adottano permette inoltre di spendere meno per il mantenimento dei cani nel canile, che costa € 4,20 al giorno per ogni animale. Oggi il Comune di Bagno a Ripoli propone una nuova campagna di adozioni (37 cani sono già stati adottati in questi anni, ma ne restano ancora 7): chiunque adotti un cane di età superiore ai 2 anni o con patologie potrà appoggiarsi allo Studio Veterinario convenzionato per ricevere tutte le cure sanitarie (visite, vaccini, profilassi, interventi chirurgici, ecc.), a spese del Comune per tutta la vita del cane.
        Le adozioni sono a cura dell'Associazione Amici della Terra, signora Paola Bellucci, 335 365149. Informazioni: Ufficio Sviluppo Locale del Comune, 055 6390371/4. Informazioni anche: Call Center Linea Comune, tel. 055.055, da lunedì a sabato, ore 8-20.
        "Ricordo quando nell'ormai 'lontano' 2004 – ha dichiarato il Sindaco Luciano Bartolini – abbiamo lanciato l'idea dell'adozione come risposta attiva e dolce all'abbandono. Non avremmo certo mai creduto di arrivare a questi risultati: abbiamo restituito un tetto e una famiglia a 37 cani e abbiamo fatto risparmiare alla comunità di Bagno a Ripoli 386.000 euro. Di tutto questo voglio ringraziare di cuore Gilberta Bonaccorsi, che mi ha molto sensibilizzato al problema e che purtroppo ci ha lasciato, e l'associazione Amici della Terra".
        "Grazie all'amore per gli animali di tutto il gruppo dello sviluppo economico, comprese le ragazze degli stages e la partner Paola Bellucci – ha aggiunto il Vicesindaco e Assessore allo Sviluppo Locale Alessandro Calvelli - e alla volontà di tutti noi di presentare questi animali abbandonati in ogni manifestazione del Comune, come se fossero delle piccole dive, per poterli far adottare, siamo riusciti a dare assistenza e vita più lunga a tanti animali abbandonati, ad aiutare le famiglie che li hanno accolti e ad avere un importante risparmio per le casse comunali".

L'ADDETTO STAMPA
Enrico Zoi

Bagno a Ripoli, 17 aprile 2010
L'ente locale deve un'informazione chiara e corretta al Cittadino (Art. n. 10 Decreto Legislativo 18.8.2000, n. 267, 'Testo Unico delle Leggi sull'Ordinamento degli Enti Locali').

www.comune.bagno-a-ripoli.fi.it E-mail: urp@comune.bagno-a-ripoli.fi.it
In caso di errata trasmissione chiamare Ufficio Stampa (tel. 055/6390.218)
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA TERRA

Il progetto, avviato nel gennaio 2005 tramite convenzione con la nostra Associazione Amici della Terra Firenze per le adozioni dei cani alloggiati presso la struttura di accoglienza (canile), prevedeva dei metodi per le adozioni, che sono risultati efficaci per ogni adozione avvenuta.
A gennaio 2005 erano presenti 37 cani, altri sono arrivati ad oggi e sono stati adottati tramite l'associazione 30 cani. Gli animali erano di età avanzata, e con alcune patologie sanitarie.
L'impegno per le adozioni è stato notevole da parte dell'associazione poiché si è provveduto a pubblicità costante su vari giornali, sul periodo 'La Locandina', con numerosi risultati di adozioni, oltre al periodico 'La Ciotola' e vari altri interessamenti pubblicitari in negozi, punti di aggregazione e Veterinari con la distribuzione di schede informative per ciascun cane e relativa foto. L'adozione di un cosi elevato numero di cani, (anche gli altri comuni convenzionati hanno raggiunto un totale di circa 120 cani in 5 anni e cani di privati) è stato possibile solo grazie al metodo dell'associazione, nel curare l'affidabilità delle persone adottanti e nel controllo amichevole dopo l'adozione, curando anche alcune necessità che si presentavano, visto che molti cani erano nel canile da tanti anni.
In questo periodo il percorso e stato impegnativo e tenace e abbiamo partecipato a diverse manifestazioni e fiere ottenendo risultati significativi per la divulgazione sulla tematica del Randagismo.
Abbiamo proposto nel 2008 ed è stato accettato dall'Amministrazione Comunale di Bagno a Ripoli l'inserimento di uno Sportello Informa Animali presso la sede comunale (Ufficio Relazioni con il Pubblico) a disposizione di ogni singolo cittadino per rispondere ai loro bisogni sui vari problemi inerenti agli animali.
Inoltre, abbiamo proposto la possibilità di un ambulatorio medico Veterinario incaricato dall'Amministrazione Comunale per un costante incarico professionale presso il canile per curare e controllare che i cani abbiano una permanenza meno difficile e più dignitosa, visto il passato e considerate anche tante situazioni che sentiamo attraverso i canali informativi.
A settembre 2009 abbiamo constatato che nel canile erano rimasti 11 cani di età avanzata, dai 6 ai 10 anni, per cui le adozioni sarebbero state più difficili e impegnative: per questo è stato realizzato un progetto specifico "Adozione del Cuore".

La Responsabile del settore Animali "Amici della Terra"
Paola Bellucci

Enrico Zoi

Addetto Stampa

Comune Bagno a Ripoli
Piazza della Vittoria n. 1
50012 Bagno a Ripoli (FI)
tel 055 6390.218 fax 055 6390.210 cell. 335.7632.243
e-mail enrico.zoi@comune.bagno-a-ripoli.fi.it



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Il presente messaggio, allegati inclusi, è personale, ed è rivolto unicamente alla persona a cui è indirizzato. Chiunque ricevesse questo messaggio per errore o comunque lo leggesse senza esserne legittimato è avvertito che trattenerlo, copiarlo, divulgarlo, distribuirlo a persone diverse dal destinatario è severamente proibito ed è pregato di rinviarlo immediatamente al mittente distruggendone l'originale. Grazie.








Vulcano Islanda. I diritti dei passeggeri e dei turisti

Qui il comunicato online:
http://www.aduc.it/comunicato/vulcano+islanda+diritti+dei+passeggeri+dei+turisti_17383.php
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Vulcano Islanda. I diritti dei passeggeri e dei turisti

Firenze, 17 Aprile 2010. L'eruzione del vulcano islandese in questi giorni ha paralizzato il traffico aereo di mezza Europa. Questo significa che molte persone non sono in grado di partire oppure si trovano all'estero senza la possibilità di rientrare. Questi i diritti dei viaggiatori che hanno acquistato biglietti aerei o pacchetti turistici.

VOLI AEREI
Se il biglietto aereo non fa parte di un pacchetto turistico, è necessario rivolgersi alla compagnia aerea. Il passeggero ha diritto a:
Rimborso del prezzo del biglietto per la parte di viaggio non usufruita oppure, in alternativa, ad un nuovo volo (riprotezione) con partenza il prima possibile o in data successiva piu' conveniente per il passeggero, a condizioni comparabili. La compagnia può anche offrire un buono da utilizzare in futuro, ma sta al consumatore decidere se accettarlo o meno.
 
Assistenza, ovvero:
- pasti e bevande in relazione alla durata dell'attesa;
- adeguata sistemazione in albergo nel caso in cui siano necessari uno o piu' pernottamenti;
- trasferimento dall'aeroporto al luogo di sistemazione e viceversa;
- due chiamate telefoniche o messaggi via telex, fax o e-mail;
- l'assistenza va data in precedenza alle persone con mobilita' ridotta e ai loro eventuali accompagnatori nonche' ai bambini non accompagnati.
N.B. Non si ha diritto alla compensazione pecuniaria nè al risarcimento del danno. Se però la compagnia area non garantisce i diritti di cui sopra, e il consumatore è costretto a pagare di tasca propria (albergo, pasti, voli, etc.), al rientro in Italia si potrà chiedere un rimborso di quanto speso ed un risarcimento del danno causato dall'inadempimento di obblighi di legge (per l'occasione e' bene conservare scontrini e fatture).


PACCHETTI TURISTICI
Se non si viaggia in gruppo, per la mancata partenza valgono le informazioni a seguire. Per il mancato ritorno, se e' difficile o impossibile contattare il tour operator e/o l'agenzia di viaggi, ci si dovra' rivolgere alla compagnia aerea facendo valere i diritti di cui sopra.
Se si e' in gruppo è necessario rivolgersi al tour operator o all'agenzia di viaggi.

Se il consumatore non è ancora partito, ha diritto a una di queste opzioni:
- usufruire di un altro pacchetto di qualita' equivalente o superiore senza supplementi di prezzo;
- usufruire di un altro pacchetto di qualita' inferiore previo rimborso della differenza di prezzo;
- essere rimborsato dell'intera somma gia' pagata entro 7 giorni lavorativi dal momento del recesso o della cancellazione;
N.B. Non c'è invece alcun diritto al risarcimento del danno provocato dalla cancellazione (es: risarcimento da vacanza rovinata).
 
Se il consumatore è già partito e non riesce a rientrare a causa della cancellazione del volo, l'organizzatore (tour operator o agenzia viaggi) appresta a proprie spese ogni rimedio utile al soccorso del consumatore al fine di consentirgli la prosecuzione del viaggio. Il consumatore non ha invece diritto al risarcimento del danno (es: risarcimento da vacanza rovinata).
Se però il tour operator e/o l'agenzia viaggi non garantiscono i diritti di cui sopra, e il consumatore è per questo motivo costretto a pagare di tasca propria (albergo, pasti, voli, etc.), al rientro in Italia si potrà chiedere un rimborso di quanto speso ed un risarcimento del danno causato dall'inadempimento di obblighi di legge (per l'occasione e' bene conservare scontrini e fatture). La richiesta di rimborso e risarcimento va fatta entro 10 giorni dal rientro con raccomandata a/r.

PRENOTAZIONI ALBERGHIERE
Non ci sono leggi ma solo regole contrattuali. Per cui e' molto probabile che la notte d'albergo disdetta il giorno prima o il giorno stesso si debba pagare; per le eventuali notti successive va visto caso per caso.


Qui le nostre schede pratiche sui diritti dei consumatori nei:
- pacchetti viaggio: http://sosonline.aduc.it/scheda/pacchetti+viaggio_14087.php
- voli aerei: http://sosonline.aduc.it/scheda/voli+aerei+diritti+dei+passeggeri+regole_15533.php

Consulenza gratuita:
- telefonica: dal lunedi' al venerdi' dalle ore 15 alle 18 al numero 055.290606
- online: http://sosonline.aduc.it/


COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
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Tel. 055290606
Ufficio stampa: Tel. 055291408

Conveniente casa vacanze Montesilvano sul sito di Italia Affitti

L’estate è ormai vicina e chi sta già organizzando le proprie vacanze sul mar Adriatico troverà grandi occasioni sul sito di Italia Affitti. Sul sito dell’agenzia, specializzata in locazioni immobiliari, ci sono infatti tante vantaggiose proposte di case vacanza Abruzzo , tutte molto interessanti. Ogni giorno vengono aggiunti nuovi annunci fra i quali sarà facile trovare la casa ideale per le proprie vacanze.

Da oggi c’è una proposta molto interessante: un grazioso bilocale a Montesilvano a due passi dal mare, vicino anche a tutti i servizi della città. La casa vacanze a Montesilvano è molto accogliente ed è così composta: un luminoso ingresso, una piccola cucina, una camera matrimoniale e un comodo servizio con doccia.

Chi desidera conoscere tutti i dettagli dell’offerta appena descritta può collegarsi su italiaaffitti.it e inserire il codice Rif. Estivo59 nel box di ricerca presente sull’home page. In questo modo si possono visualizzare tutte le foto della casa vacanze a Montesilvano e leggere la scheda tecnica con tutti i dettagli. Per richiedere una visita gratuita dell’immobile basta telefonare in agenzia: un esperto di Italia Affitti sarà a disposizione degli interessati.

Se l’offerta non corrisponde alle proprie richieste, sul sito si possono trovare tantissime altre occasioni di case vacanza Montesilvano e non solo. Ci sono numerose occasioni di case vacanza Pescara, appartamenti affitto Pescara e in tante altre città dell’Abruzzo ideali per trascorrere le proprie ferie estive.


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venerdì 16 aprile 2010

Enea-Federambiente: Rapporto tecniche trattamento rifiuti urbani in Italia. Roma, 12 maggio 2010



 

"Rapporto sulle tecniche di trattamento dei

rifiuti urbani in Italia"

realizzato congiuntamente da ENEA e da Federambiente in collaborazione con il

Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

 

Roma, 12 maggio 2010
presso ENEA
(via Giulio Romano,41)

inizio dei lavori ore 10,00

 

 

Ai fini dell'attuazione in Italia di un sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani in linea con i principi di uno

sviluppo sostenibile risulta fondamentale che quantitativi sempre maggiori di rifiuti siano sottratti al circuito

dello smaltimento a favore del riutilizzo, del riciclaggio e del recupero, in modo da confinare ad un ruolo

marginale la discarica controllata.

Ciò presuppone la disponibilità sul territorio nazionale di un adeguato parco impiantistico che consenta di

valorizzare sia le frazioni oggetto di raccolta differenziata, sia i rifiuti urbani indifferenziati che residuano a valle.

Il Rapporto illustra i risultati di un'indagine svolta congiuntamente da ENEA e Federambiente, con la

collaborazione del Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare, sulla filiera del riciclaggio e del

recupero. L'indagine ha consentito di fare il punto sulla situazione attuale del recupero di risorse da rifiuti

urbani, nonché di evidenziane le potenzialità e i limiti.

 

PROGRAMMA

 

9:30 Registrazione dei partecipanti

10:00 Introduce

Giovanni Lelli Commissario ENEA

10:20 Presentazione del Rapporto

Gianluca Cencia Direttore Federambiente

Pasquale De Stefanis Unità "Sviluppo Tecnologie Trattamento Rifiuti" - ENEA

11:00 Tavola rotonda

Coordina

Ermanno Barni Responsabile Unità "Sviluppo Tecnologie Trattamento Rifiuti" - ENEA

Partecipano

Angelo Alessandri * Presidente VIII Commissione Ambiente - Camera dei Deputati

Corrado Clini * Direttore Generale per la Ricerca Ambientale e lo Sviluppo – MATTM

Andrea Bianchi Direttore Generale per lo Sviluppo produttivo e Competitività - MISE

Piero Sirini Ordinario di Ingegneria Sanitaria-Ambientale - Università degli Studi di Firenze

Piero Colucci * Presidente FISE Assoambiente

Antonio Bonomo Presidente del Comitato Tecnico-Scientifico Federambiente

Stefano Ciafani Responsabile Scientifico Legambiente

12:30 Dibattito

13:00 Conclude

Daniele Fortini Presidente Federambiente

 

* in attesa di conferma

 

 

 

 

Per motivi organizzativi, si prega di comunicare la richiesta di partecipazione,  entro il 7 maggio p.v.,
collegandosi  al seguente link:

http://www.federambiente.it/iscrizione_enea.asp

 

 

 

 

 

Ufficio Comunicazione

-----------------------------------------------------------------

via cavour n. 179/a  –  00184  roma
tel. 06.47865.350/333 -  fax 06.47865.310
comunicazione@federambiente.it - s.cirillo@federambiente.it 
www.federambiente.it
-----------------------------------------------------------------

 

 posted by www.corrieredelweb.it


21 Aprile, h 19.00: Tinto Brass presenta "Venezia degli amanti", di Alessandro Marzo Magno

Libreria L’Argonauta e Marco Tropea Editore

 

Vi invitano

 

 Mercoledì 21 aprile alle ore 19.00

 

alla presentazione di

 

VENEZIA DEGLI AMANTI

L’epopea dell’amore

in 11 celebri storie veneziane

 

di

 

Alessandro Marzo Magno

 

 

 

 

Da Casanova a Julia Roberts,

passando per Lord Byron e Ernest Hemingway,

Marzo Magno racconta Venezia attraverso le più grandi storie d’amore

 

Ne discutono con l’autore

 

Tinto Brass - regista

Anita Kravos – attrice (candidata al David di Donatello 2009-2010 come migliore attrice non protagonista per il film Alza la testa con Sergio Castellitto)

 

 

 

 

Via Reggio Emilia, 89 Tel. 06.8543443 www.librerialargonauta.com


 

Appartamenti affitto Pescara: in un click si trova la casa ideale

Sul sito di Italia Affitti franchising immobiliare si possono trovare numerose offerte di appartamenti in affitto a Pescara, aggiornati ogni giorno.
Con un click si trova l’appartamento desiderato perché il sito è facile ed intuitivo, adatto anche agli utenti meno esperti. Si può effettuare una ricerca per città dalla home page e selezionando “Pescara” si possono visualizzare tutte le interessanti e numerose proposte di appartamenti affitto Pescara. Poi si può restringere ancora di più il campo della ricerca scegliendo la zona di Pescara in cui si desidera cercare una casa in affitto o scegliere la tipologia abitativa di cui si ha bisogno.

Gli annunci sono descritti davvero in ogni dettaglio e corredati di numerose foto dell’interno ed esterno delle abitazioni. Fra i numerosi annunci di appartamenti in affitto a Pescara sarà facile trovare l’immobile ideale. Una volta individuato quello più adatto alle proprie esigenze, occorre solo telefonare in agenzia per chiedere ad un esperto di Italia Affitti una visita gratuita dell’immobile.

Il sito dell’agenzia Italia Affitti è utile anche per i proprietari che sono alla ricerca di inquilini referenziati per il proprio immobile. Italia Affitti infatti farà incontrare ai proprietari solo gli inquilini più adatti e si occuperà di tutte le questioni legali e burocratiche. Per avere ulteriori informazioni basta accedere all’area riservata ai proprietari ed inserire le caratteristiche dei propri immobili.

Italia affitti è il sito ideale per trovare facilmente casa o per affidare in tutta sicurezza i propri immobili.


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65100 Pescara PE
Tel: 0854219081
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Affitto Bilocale Pescara: sul sito Italia Affitti tante offerte speciali

Chi cerca una casa in affitto da oggi troverà indispensabile il sito web di Italia Affitti, l’agenzia specializzata in locazioni immobiliari, dove trovare le migliori proposte di affitto di tutti i comuni Abruzzesi. Il sito è semplice ed è utilizzabile da tutti anche dagli utenti meno esperti, basta un click e si trova l’immobile ideale.

Se si è alla ricerca di annunci di affitto bilocale a Pescara si possono trovare tante proposte convenienti e conoscere tutte le informazioni e i dettagli dell’offerta compreso il prezzo e il tipo di contratto.

Una volta trovato in affitto il bilocale a Pescara che si adatta alle proprie esigenze abitative, richiedere un appuntamento è semplicissimo. Occorre solo cliccare sull’annuncio dell’immobile desiderato, scrivere il proprio nome, cognome ed e-mail nella scheda presente sotto la pagina che contiene le informazioni dell’immobile ed inoltrare la richiesta. In brevissimo tempo, gli interessati saranno contattati da un esperto di Italia Affitti che concorderà una visita gratuita dell’appartamento scelto. Se fra le offerte di Italia Affitti non c’è l’immobile adatto alle proprie esigenze, ci si può iscrivere alla newsletter per essere avvisati ogni volta che sarà disponibile un appartamento corrispondente alle esigenze espresse al momento dell’iscrizione.

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www.italiaaffitti.it

Bilocale Montesilvano: un’ offerta speciale sul web

Chi è alla ricerca di un bilocale a Montesilvano in affitto da oggi può contare su un valido aiuto: il sito di Italia Affitti, l’agenzia specializzata in locazioni immobiliari. Il sito è semplice ed intuitivo e con un click consente di trovare la casa ideale. Fra le tante offerte di affitto case Abruzzo presenti oggi c’è un’interessante proposta: un nuovissimo bilocale a Montesilvano centro.

L’appartamento si trova al secondo piano di una palazzina ed è così composto: uno spazioso e luminoso soggiorno con angolo cottura, una camera matrimoniale, un servizio con doccia, un pratico ripostiglio, un terrazzo di 30 mq, un giardino esterno con gazebo e un posto auto recitato. L’appartamento è completamente arredato con mobili nuovi in stile moderno. Per conoscere il prezzo del bilocale a Montesilvano appena descritto basta collegarsi sul sito italiaaffitti.it e inserire nel box di ricerca presente nella home page il seguente codice di riferimento 1694. In questo modo sarà possibile conoscere tutti i dettagli dell’offerta e visionare tutte le foto interne ed esterne dell’immobile. Per concordare una visita gratuita dell’immobile basta chiamare in agenzia: un esperto di Italia Affitti sarà a completa disposizione degli interessati.

Se l’offerta appena descritta non soddisfa pienamente le proprie esigenze si possono visionare tutti gli altri annunci presenti nel sito dell’agenzia immobiliare e trovare l’immobile desiderato. Sul sito Italia Affitti infatti si possono trovare numerose offerte di affitto di monolocale Montesilvano, tante occasioni di affitti Pescara e visto che l’estate è così vicina ci sono tantissime proposte speciali di case vacanza Francavilla e in tanti altri comuni abruzzesi.

Anna Angelica Serra
Area Web Marketing
anna.serra@italiaaffitti.com

Italia Affitti s.a.s
Corso Umberto I, n.18
65100 Pescara PE
Tel: 0854219081
www.italiaaffitti.it

LE TAVOLE CREMASCHE: RASSEGNA DI PRIMAVERA

 

       PROMO APRILE 2010

 

 

ASSOCIAZIONE LE TAVOLE CREMASCHE

 

Dal 15 Aprile al 15 Maggio 2010,

8 ristoranti dell’Associazione propongono   "PROFUMI E SAPORI DI PRIMAVERA",

"...  Primavera d'intorno brilla nell'aria  e ...... sui nostri piatti esulta".

 

La Primavera arriva anche nel Cremasco, per noi TAVOLIERI fonte inesauribile di ricerca e di ispirazione. Territorio, territorio e ancora territorio. Le nostre cucine, i nostri ristoranti, la cucina italiana tutta, va dove saremo capaci di portarla noi con le nostre scelte enogastronomiche. Noi tutti: cuochi e macellai, artigiani del gusto, professionisti del buon vivere, giornali e giornalisti, appassionati buongustai, casalinghe alla spesa, gli ospiti tutti della ristorazione. Devi fare delle scelte, e al momento di cucinare, proporre, ricercare, scegliere cosa e dove mangiare, la tua scelta condiziona il futuro vivere, e oggi con così tanta informazione, la scelta non può che essere consapevole. Ecco allora la Primavera in cucina. Ecco la Primavera delle Tavole Cremasche per la terra cremasca.

 

La rassegna gastronomica propone menù degustazione da 25 a 30 euro; offre agli amanti della buona cucina di gustare piatti in cui “la Primavera” la fa da protagonista: erbe spontanee, insalatine e asparagi, rane e pesce d’acqua dolce, coniglio e freschi formaggi. Ottimi ingredienti per realizzare ricette semplici e genuine, intimamente legate al territorio e alle stagioni, con il grande valore aggiunto amorevolmente dato dall’Associazione LE TAVOLE CREMASCHE.

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Ristorante Bistek               V.le A.De Gasperi n.31 Trescore Cremasco (CR)                  

Trattoria Il Fante                Via del Fante, 23 Santo Stefano di Crema                               

Ristorante Il Ridottino       Via Alemanio Fino, 1 Crema

Hostaria San Carlo             Località Colombare di Moscazzano

Osteria La Cuccagna         Via Milano 14 Dovera

Trattoria Il Postiglione      Via Boschiroli 17 Credera Rubbiano                               

Trattoria Tre Rose             Via Maltraversa, 1/b Castelleone

Trattoria Volpi                    Via Indipendenza, 34 Nosadello di Pandino

 

        Per informazioni

 

Info:    antonio 0373 273046

Sito:    www.tavolecremasche.it

Email: info@tavolecremasche.it



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FORUM SFIDE 2010: iniziano il 16 aprile i lavori con la partecipazione di De Masi, Velasco, Bracalente, Angioni per l’evento Performance Strategies con la comunicazione di Differens Marketing & Innovation.

Inizia venerdì 16 aprile, a Roma, presso il Centro Congressi Ergife, il FORUM SFIDE 2010, un grandioso evento dedicato alla formazione e allo sviluppo personale, di cui Differens, società specializzata in comunicazione e marketing, è communication partner. Alla presenza di centinaia di partecipanti - tra manager, professionisti e imprenditori - si alterneranno sul palco riconosciute eccellenze internazionali nel campo della formazione: visione, strategia, controllo del pensiero e del linguaggio.


Alla presenza di centinaia di partecipanti - tra manager, professionisti e imprenditori - si alterneranno sul palco riconosciute eccellenze internazionali nel campo della formazione: visione, strategia, controllo del pensiero e del linguaggio, pnl e tecniche di autoconsapevolezza psico-fisica saranno le tematiche sviluppate nel corso di tre intense giornate.

L'unicità del FORUM SFIDE 2010 è il format assolutamente innovativo creato da Marcello Mancini, A.d. Performance Strategies, che vede la presenza di relatori in campi del tutto diversi e inusuali.

 

Tra i relatori, segnaliamo la partecipazione del Generale Franco Angioni - esperto di  strategia militare e attualmente Direttore, del Corso di "Sociologia dei conflitti della pace" dell'Università di Pisa – che descriverà le logiche delle strategie militari e le loro applicazioni pratiche e la gestione dei momenti di crisi

 

Il Prof Domenico De Masi - titolare della Cattedra di Sociologia del Lavoro presso l'Università di Roma "La Sapienza" – illustrerà le dinamiche del pensiero creativo,

 

La formazione personale non può prescindere dalla motivazione: ne parlerà Julio Velasco il più grande allenatore di pallavolo e coach i tutti i tempi.

 

Caso pratico di successo sarà la testimonianza di Enrico Bracalente, che - con il marchio NERO GIARDINI - ha realizzato nella sua azienda un capolavoro di strategia smentendo tutte le tesi economiche, senza risentire della crisi e garantendo posti di lavoro e la difesa  del vero Made in Italy.

 

"E' davvero un evento unico nel suo genere in Italia" commenta Marcello Mancini, Ad di Performance Strategies, Società organizzatrice del Forum Sfide 2010 "Solo noi, infatti, offriamo un'esperienza formativa così variegata perché vogliamo che il Forum sia per chi partecipa una reale occasione di crescita. Non un "prodotto" standard, quindi, ma una vera esperienza di formazione tagliata a misura delle reali esigenze di oggi".

La comunicazione dell'evento, giunto alla quarta edizione annuale, utilizza suggestive immagini di un ring di pugilato per raccontare con forza evocativa la metafora della sfida è stata curata dalla società di marketing Differens Marketing & Innovation

Maggiori informazioni su:

www.differens.it

www.performancestrategies.it






Con Affitti Abruzzo è facile trovare bilocali in affitto a Montesilvano



Il nuovissimo sito Affitti Abruzzo ogni giorno propone tante occasioni di immobili in affitto in Abruzzo.

Chi cerca bilocali in affitto a Montesilvano può collegarsi al sito e selezionare la categoria "Affitti residenziali" nella
home page e poi scegliere Montesilvano fra le città presenti. Poi basta cliccare semplicemente sulla tipologia "Bilocali" per
poter visualizzare le tante proposte presenti, tutte molto interessanti e selezionate con cura dallo staff di Affitti
Abruzzo.

Ogni annuncio  contiene tutte le informazioni utili alla scelta dell'immobile desiderato, compreso il costo mensile
dell'affitto.
Dopo aver visionato tutte le proposte di bilocali in affitto a Montesilvano si può telefonare al numero presente
nell'annuncio per chiedere la visita gratuita del bilocale che si adatta maggiormente alle proprie esigenze.

Sul sito ci sono davvero tante proposte in continuo aggiornamento per questo sarà facile trovare l'immobile desiderato.
Naturalmente sul sito non ci sono solo offerte di bilocali in affitto a Montesilvano, ma anche numerose occasioni di
trilocali in affitto a Pescara, bilocali in affitto a Pescara, trilocali in affitto a Francavilla al Mare e tante altre
tipologie abitative in tutte le città d'Abruzzo.

Affitti Abruzzo da oggi è al servizio di tutti gli utenti che vogliono trovare facilmente un immobile in affitto in Abruzzo
senza muoversi dalla propria scrivania!



Doriana Gallifuco
Affitti Abruzzo
http://www.affitti-abruzzo.blogspot.com/

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Oppio all'ospedale Careggi di Firenze. Alternativa all'epidurale mentre la comunita' scientifica ne sottolinea i rischi?

Qui il comunicato online:
http://blog.donatellaporetti.it/?p=1333
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Oppio all'ospedale Careggi di Firenze. Alternativa all'epidurale mentre la comunita' scientifica ne sottolinea i rischi?

Intervento della senatrice, Donatella Poretti, Radicali-Pd, segretario della Commissione Igiene e Sanita'

Sulla notizia diffusa nelle settimane scorse sul parto senza dolore all'ospedale Careggi di Firenze e l'alternativa all'epidurale offerta dalla somministrazione per via endovenosa di un farmaco oppioide, il remifentanil, ho presentato, col senatore Marco Perduca, un'interrogazione al Ministro della Salute. Nel nostro Paese, dove l'anestesia epidurale, nonostante sia stata inserita nei Lea (livelli essenziali di assistenza), e' un miraggio per le mamme in travaglio, non ci pare opportuno proporre come alternative delle sperimentazioni costose e non prive di rischi per la donna ed il neonato.
All'ospedale Careggi, dove non esiste la possibilita' di una donna di scegliere il parto in anestesia epidurale, temiamo che rientrare nella sperimentazione con il remifentanil sia una scelta forzata per chi vuole fare un parto naturale senza dolore. Una scelta "forzata" su cui vorremo essere rassicurati anche sul fatto che i rischi siano stati valutati dalle partorienti.
Il nostro timore e' che il remifentanil sia stato proposto alle partorienti come alternativa per un parto senza dolore, invece che come arruolamento in una sperimentazione che come tale comporta rischi non tutti previsti e prevedibili.
Il remifentanil e' un nuovo e costoso farmaco oppioide sintetico che, purtroppo, ha scarsa efficacia analgesica e potenziali effetti secondari pericolosi di depressione respiratoria su mamma e, soprattutto, sul neonato. I risultati delle sperimentazioni internazionali su questo farmaco sono ancora controversi e non vi è alcuna raccomandazione o linea guida accreditata che ne autorizzi l'uso per le partorienti. Al momento gli oppiodi endovenosi possono trovare una indicazione nel travaglio di parto esclusivamente nei rarissimi casi quando la analgesia epidurale è controindicata; e ci meraviglia l'approvazione clinica del suo uso su un numero così grande di donne da parte del comitato bioetico dell'ospedale di Careggi.
Con l'interrogazione chiediamo al ministro:
- come è registrato il farmaco remifentanil e per quali usi;
- come valuta una sperimentazione fatta su cosi' grande scala (piu' di 1.000 mamme) laddove e' indicato l'uso esclusivamente nei rarissimi casi quando la analgesia epidurale è controindicata;
- come valuta la proposta e l'arruolamento e il modello del consenso informato per una sperimentazione di un farmaco non approvato dal ministero per quell'uso, scarsamente o solo parzialmente efficace e potenzialmente pericoloso per il neonato;
- di verificare se sia stata garantita la presenza e assistenza continua del medico anestesista per tutto il tempo della sua somministrazione (e quindi per tutta la durata dell'analgesia in travaglio).


Qui il testo completo dell'interrogazione:
http://blog.donatellaporetti.it/?p=1331

Sen. Donatella Poretti - Parlamentare Radicali -Partito Democratico
Roma, Palazzo Cenci, piazza Sant'Eustachio 83, tel.0667063265, fax 0667064771
Firenze, via Cavour 68, Tel. 0552302266 Fax 0552302452
Cellulare: 336252221
mailto: poretti_d@posta.senato.it
Sito Internet: www.donatellaporetti.it

Droga. Il fallimentare sistema di allerta precoce e l'illusione del regime proibizionista

Qui il comunicato online:
http://blog.donatellaporetti.it/?p=1336
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Droga. Il fallimentare sistema di allerta precoce e l'illusione del regime proibizionista

Intervento della sen. Donatella Poretti, Radicali/Pd, segretaria commissione Igiene e Sanita'

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, ha risposto ieri ad una interpellanza parlamentare sul sistema di allerta precoce del Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri, e piu' in generale sul regime proibizionista in materia di droghe (1). Interpellanza che avevo depositato con il senatore Marco Perduca su segnalazione di Giulio Manfredi, Comitato nazionale Radicali Italiani e dell'associazione radicale torinese Adelaide Aglietta.
Nella risposta Giovanardi ha confermato il fallimentare sistema di allerta per evidenti mancanze di coordinamento con le strutture locali e regionali. Esattamente cio' che segnalavamo nell'interpellanza, ossia che il sistema di allerta precoce si era attivato a Torino nell'estate del 2009, dopo ben due mesi che tossicodipendenti morivano per strada per colpa di uno stupefacente oppioide particolare, denominato «6-Mam», di provenienza afgana. Piu' in generale il sottosegretario Giovanardi ha confermato l'approccio ideologico, negato a parole, parlando sempre della prevenzione e della cura, tendendo quasi sempre a sostituire o a sovrapporre questi termini ad un altro, quello della riduzione del danno, aggiungendo che programmi di somministrazione di eroina, a prescindere dai risultati, non possono rientrare nei piani del Governo perche' "la cronicizzazione è una condizione eticamente inaccettabile".
Eticamente inaccettabile forse per un Governo dovrebbe essere che i ragazzi ancora muoiano per strada. A Torino in 27 sono morti la scorsa estate per un oppioide immesso sul mercato dal narcotraffico!

(1) http://blog.donatellaporetti.it/?p=1163

Sen. Donatella Poretti - Parlamentare Radicali -Partito Democratico
Roma, Palazzo Cenci, piazza Sant'Eustachio 83, tel.0667063265, fax 0667064771
Firenze, via Cavour 68, Tel. 0552302266 Fax 0552302452
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Sito Internet: www.donatellaporetti.it
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Di seguito l'illustrazione dell'interpellanza, la risposta del Governo e la replica dell'interrogante.

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=16&id=00473743&part=doc_dc-ressten_rs-gentit_200152cdrp&parse=no


Legislatura 16º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 361 del 15/04/2010


PRESIDENTE. Segue l'interpellanza 2-00152 sulle conseguenze del regime proibizionista.

Ha facoltà di parlare la senatrice Poretti per illustrare tale interpellanza.


PORETTI (PD). Signora Presidente, questa interpellanza, in realtà, non è così vecchia come quella del collega che mi ha preceduto, risalendo infatti al 20 gennaio scorso. Il problema caso mai è un altro, e cioè che i fatti ai quali essa fa riferimento risalgono invece quasi ad un anno fa: si parla dell'estate 2009 e di un sistema nazionale di allerta precoce, che in realtà ha visto trascorrere diversi mesi. È un po' questa la problematica affrontata.

Infatti, quando abbiamo presentato questa interrogazione, veniva pubblicato sulla sezione di cronaca di Torino del quotidiano «La Stampa» del 12 gennaio 2010 un articolo di Massimo Numa dal titolo «Una molecola killer ha ucciso 27 eroinomani - La scoperta dopo gli esami della Scientifica». In questo articolo si riportava la notizia che i laboratori della Polizia scientifica avevano individuato uno stupefacente oppioide particolare, denominato «6-Mam», di provenienza afgana, che avrebbe provocato la morte di questi 27 cittadini tossicodipendenti, in Provincia di Torino, nell'estate del 2009.

L'articolo riportava anche le dichiarazioni del professor Giovanni Serpelloni, direttore del Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri, che cito: «Alcuni cadaveri sono stati trovati con ancora le siringhe conficcate nelle braccia. Una morte fulminea. Il tempo di assimilazione della molecola è di pochi secondi, molto più veloce dell'eroina (...). Allora, non fu perso un solo istante. Decidemmo di istituire il livello di massima allerta 24 ore dopo avere ricevuto, dagli organismi locali, i dati sul numero e sulle circostanze dei decessi. Ma il caso Torino è stato unico in Italia, in quel periodo, e ci ha consentito di studiare a fondo ogni dettaglio di questa vera e propria strage».

Rispetto al perché era stato immesso sul mercato criminale uno stupefacente così letale, Serpelloni dichiarava: «Impossibile ricostruire questo tipo di scenari, noi possiamo solo accertare il tipo di sostanza utilizzata, le caratteristiche chimiche, le aree di provenienza. E cercare di evitare, in futuro, con la prevenzione, una catena di morti di queste dimensioni spaventose».

Il decreto del 23 gennaio 2009 del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche per la famiglia, al contrasto alle tossicodipendenze e al servizio civile e, in particolare, l'articolo 2, comma 6, così recita: «Il Dipartimento, mediante sistemi di allerta precoce e il coordinamento delle altre amministrazioni centrali coinvolte, provvede alla sorveglianza epidemiologica, delle caratteristiche delle sostanze stupefacenti circolanti, dei comportamenti di abuso e dei fenomeni droga correlati, per l'evidenziazione precoce dei rischi e delle possibili conseguenze rilevanti per la salute della popolazione».

Tutto questo è contenuto nella premessa della nostra interpellanza, alla quale seguono le domande al Governo cui immaginiamo che il sottosegretario Giovanardi oggi risponderà.

Nel momento in cui noi abbiamo reso nota l'interpellanza, pubblicata, ad esempio, sul Notiziario droghe dell'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori (ADUC), il professor Serpelloni, proprio in quella sede, ci ha fornito alcuna prime risposte, biasimando il fatto che avessimo criticato questo sistema di allerta precoce. Egli ci ha dato ulteriori informazioni, spiegando: «La segnalazione di un numero particolarmente elevato di overdose infauste nell'area torinese da parte di un'associazione di volontariato operante nella Regione Piemonte è giunta per la prima volta al Sistema nazionale di allerta» - e già l'aggettivo «precoce» è scomparso - «dopo che già 15 decessi erano avvenuti, con un ritardo di oltre due mesi». Quel tempo di 24 ore citato nell'articolo de "La Stampa", a questo punto è sì di 24 ore, ma dopo che sono passati 2 mesi: si tratta quindi di qualche ora in più, tanto che la parola precoce è scomparsa dall'articolo di Serpelloni; sarebbe
stato
paradoss
ale utilizzare il termine precoce quando l'attivazione è avvenuta dopo 2 mesi e 24 ore.

L'articolo prosegue dicendo che «Il Sistema, lavorando anche di notte, ha attivato e completato una complessa indagine di campo per poter avere una risposta interpretativa del fenomeno che fosse esauriente al fine di lanciare un'allerta soprattutto diretta ai consumatori». Dopo due mesi, un'allerta immediata è davvero difficile. «Come è stato successivamente evidenziato dai dati raccolti, dopo aver lanciato l'allerta il numero delle overdose è drasticamente crollato». Ormai erano già praticamente morti tutti, perché l'evento risaliva a due mesi prima. «Quindi è stato proprio grazie all'allerta che i consumatori sono stati avvisati del grave pericolo evitando ulteriori morti. Dopo l'attivazione dell'allerta la collaborazione con le strutture regionali, la magistratura, le forze dell'ordine e le strutture sanitarie coinvolte è stata particolarmente efficace e ben organizzata. Il ritardo nell'attivazione dell'allerta non può essere imputato al Sistema nazionale ma,
in
caso, ad u
na scarsa sensibilità informativa dei sistemi e degli osservatori locali, oltre che ad una oggettiva difficoltà da parte delle unità di primo rilevamento di percepire il fenomeno nelle sue fasi iniziali. Ciò, eventualmente, denota la necessità di attivare forme di collaborazione sempre più intense tra strutture locali (che dovrebbero essere in grado di percepire più precocemente i primi segni ed eventi negativi trasformandoli in vere e proprie segnalazioni) e il Sistema nazionale, che è in grado d'intervenire a più ampio raggio e molto più tempestivamente, attivando allerte che possono interessare altre Regioni quando non addirittura l'intero territorio nazionale».

Serpelloni prosegue: «La domanda da porsi, al fine di migliorare i sistemi, dovrebbe essere quindi quella del perché non hanno funzionato i sistemi locali e perché il Sistema di allerta nazionale non sia stato avvisato più precocemente, considerate la capacità, la tempestività e gli accessi che il Sistema possiede e che avrebbero potuto determinare un'azione più immediata da parte di tutti gli enti e le strutture locali coinvolte».

Non credo sia opportuno in questa situazione fare lo scaricabarile, a ciascuno il suo e, in particolar modo, al Governo il compito di far funzionare ciò che gli compete, quindi il Sistema di allerta nazionale, ovviamente attivando forme di collaborazione con le strutture locali che dovranno essere allertate. Altrimenti non si comprende l'utilità di un Sistema di allerta nazionale precoce che comunque non riceve i dati precocemente. Se si parte dal presupposto che a livello locale non funziona il collegamento con il Sistema di allerta nazionale e che questo viene allertato dopo due mesi, è difficile pensare di riuscire ad attivare il Sistema in ventiquattr'ore. Se si attiva dopo due mesi, il problema è comunque domandarsi perché gli arrivano i segni con tanto ritardo. Le domande restano ovviamente aperte. Ascolteremo le risposte del sottosegretario Giovanardi.

Con l'interpellanza in questione chiediamo di sapere quale sia la finalità del «Sistema di allerta precoce», la cui istituzione e gestione rientra tra i compiti del Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio, tenendo conto che tale istituto non è riuscito ad evitare nemmeno una delle 27 morti per overdose citate in premessa, tenendo conto che solamente una piccola parte dell'opinione pubblica (quindi i lettori dell'articolo de «La Stampa» citato in premessa) è venuta a conoscenza dei risultati dei laboratori della Polizia scientifica non durante l'escalation delle morti - quindi nell'estate del 2009 - bensì alcuni mesi dopo le overdose mortali. Tutto ciò fa anche immaginare che la sostanza che ha provocato tali morti sia stata eliminata dal mercato della criminalità, quindi dal mercato nero, che, come tutti i mercati, tende a far sopravvivere i propri consumatori e non certo ad ucciderli perché non ci sarebbero più gli acquirenti dei pr
odotti;
inol
tre, ci sarà stato anche un passa parola tra i consumatori, che oltre ad essere tali, sono persone che preferiscono continuare a vivere, pur con tutte le difficoltà che ciascuno di noi, del resto, incontra nel vivere la propria vita.

Le ulteriori domande dell'interpellanza riguardano il merito più generale. Si chiede di sapere se il Governo non ritenga che un sistema di somministrazione controllata di eroina - sull'esempio di quello esistente anche in altri Paesi, ad esempio in Svizzera, per la sua vicinanza a Torino - avrebbe evitato alcune di quelle overdose mortali, se non tutte, e se non reputi che la presenza di una o più narcosale nella città di Torino - sull'esempio di quelle operanti da un ventennio in varie città europee - avrebbe evitato alcune di quelle overdose. Del resto, la riduzione del danno è uno dei quattro pilastri delle politiche europee di contrasto alla tossicodipendenza. Chiediamo inoltre al Governo se non pensi che l'utilizzo dell'oppio afgano per produrre morfina - come proposto prima dai radicali poi dal Parlamento europeo - avrebbe impedito la trasformazione di quell'oppio in eroina e, nel caso specifico in «6-Mam», il conseguente smercio sulla piazza criminale torinese e
la con
seguente morte di 27 persone, e se, alla luce delle considerazioni esposte, non ritenga che il regime proibizionista esistente su alcune droghe sia il vero responsabile dei 27 decessi per overdose a Torino nell'estate del 2009 e non lo stupefacente «6-Mam».

In definitiva, la domanda è di più ampio spettro e forse sarebbe utile che invece di una semplice risposta ad una semplice interpellanza l'Aula si proponesse di avviare un dibattito approfondito sul fatto che il regime proibizionista sia esso stesso un crimine cui andrebbero imputate queste morti.


PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere all'interpellanza testé svolta.


GIOVANARDI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, devo premettere che sono un po' imbarazzato perché, in realtà, le critiche mosse dall'interpellante vanno rivolte non tanto al Governo nazionale, quanto alla Regione Piemonte. Come noto, infatti, dal 2001 in avanti il nostro sistema costituzionale è tale che le Regioni hanno le loro competenze, spesso esclusive, per determinate materie, mentre sono rimaste al Governo nazionale solo le competenze residue di coordinamento e programmazione.

Ricordo solo un dato, perché mi compete: l'intero Dipartimento, a livello nazionale, ha 9 milioni di euro per tutte le attività che deve svolgere, mentre giorni fa ho seguito con interesse la presentazione del programma della Regione Piemonte, che stanzia 60 milioni di euro per le tossicodipendenze. E non è che il Piemonte sia un'eccezione: è che l'intero fondo che una volta era in capo allo Stato è stato trasferito alle Regioni, insieme alle competenze che, per esempio, riguardano l'organizzazione dei servizi (SERT), che non sono più dello Stato, ma delle Regioni.

È quindi con un certo imbarazzo che devo dire che, nel caso specifico, per quanto riguarda il nostro Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe la prima ed unica informazione pervenuta dal Piemonte è giunta il 13 luglio 2009. Dopodiché, purtroppo, abbiamo saputo che l'Osservatorio epidemiologico dipendenze della Regione Piemonte era già al corrente del verificarsi degli eventi, ma non aveva fatto pervenire alcuna segnalazione al livello nazionale. Ebbene, nessuno ha la scienza infusa: se sul territorio chi ha la competenza non segnala e la segnalazione poi arriva da altre parti, nessuno può essere in grado di sapere quello che accade in Sicilia o in Calabria, piuttosto che in Piemonte.

Tuttavia, non appena è arrivata questa unica segnalazione da parte di un'associazione di volontariato piemontese, in ventiquattr'ore l'allerta è partito e, in base a tale segnalazione, si è subito scoperto che la mortalità dei casi segnalati era dovuta all'assunzione di un particolare tipo di eroina, denominata Black Tar a causa del suo particolare colore, che era disponibile sulle piazze di spaccio dell'area piemontese, e che in tale sostanza era presente un'elevata percentuale di una molecola monoacetilmorfina, causa dei decessi. Confermata la pericolosità, alle ore 12,36 del 14 luglio, il Sistema attivava il massimo grado di allerta e non solo in Piemonte, ma avvertendo tutte le Regioni italiane, i laboratori, le forze dell'ordine e anche le strutture europee dell'emergenza dovuta ad una sostanza che poteva essere presente anche in altre Regioni o Paesi.

Il 15 settembre 2009, dopo 40 giorni dalla registrazione dell'ultimo caso, come da protocollo standard, e soprattutto in considerazione del fatto che non veniva riscontrata un'ulteriore presenza sul mercato clandestino della sostanza, il Dipartimento antidroga, sempre attraverso il Sistema nazionale di allerta precoce, inviava una nuova informativa in cui si comunicava la chiusura dell'allerta.

A conclusione delle procedure di analisi della dinamica dei decessi, i tecnici del Dipartimento antidroga, in sede di consuntivo delle operazioni, hanno potuto rilevare carenze nell'attività di segnalazione dei decessi da parte delle unità operative locali. Al riguardo, quando si parla di collaborazione, è evidente che un sistema funziona se i terminali locali, quando succede qualcosa, comunicano tempestivamente quello che sta accadendo. Inoltre, visto che siamo in un sistema ormai federale regionale e vi sono 20 Regioni con le quali fare i conti, ogni Regione ha proprie procedure e modalità di approccio al fenomeno della droga.

La segnalazione è arrivata in ritardo, ma è anche vero che dopo l'allerta il fenomeno è rapidamente scemato e non perché, senatrice Poretti, non vi fossero più tossicodipendenti o consumatori di quella sostanza (magari fosse stato così), ma perché il sistema di allerta ha permesso di attivarsi per impedire nuovi decessi.

Sicuramente, e questo è un problema di cui abbiamo lungamente parlato a Trieste, durante la Conferenza nazionale sulle tossicodipendenze, è assolutamente necessaria una più stretta collaborazione tra Stato e Regioni, sia dal punto di vista di questi strumenti, sia dal punto di vista dei SERT, delle comunità di recupero. Non è un mistero, infatti, che in Italia alcune Regioni stanziano più fondi per il recupero dei tossicodipendenti, rispetto ad altre che stanziano pochissimo. D'altronde, è totalmente discrezionale da parte delle Regioni utilizzare o non utilizzare una parte del Fondo sanitario in direzione del recupero dei tossicodipendenti.

È altrettanto vero che la Costituzione attuale impedisce al Governo di intervenire, se non attraverso un'intesa - che riproporremo - con le Regioni, affinché l'1-1,2 per cento dei trasferimenti per la sanità verso le Regioni sia destinato, come accadeva una volta con il fondo nazionale, al campo della prevenzione e del recupero dei tossicodipendenti.

Ricordo anche - recentemente ne ha parlato qualche trasmissione televisiva piuttosto diffusa e seguita - che proprio il nostro sistema ha permesso di monitorare quattro o cinque casi di ricovero ospedalieri, causati dal consumo delle cosiddette droghe furbe, le smart drug, che allettano i giovani ad avvicinarsi agli stupefacenti. Ricordo che, a parte la cocaina e l'eroina, basta prendere una pastiglia diecstasy, qualche volta, per rimetterci la vita, e purtroppo questo succede spesso a ragazzi giovanissimi, che muoiono per l'assunzione disinvolta di tali sostanze. Proprio attraverso il monitoraggio di quei ricoveri ospedalieri, siamo stati in grado, in tempo reale, da un lato, di chiedere l'inserimento in tabella di queste sostanze, che contengono cannabinoidi, per cui devono essere monitorate e se ne deve rendere penalmente perseguibile lo spaccio, dall'altro, di ottenere un'ordinanza da parte del Ministro della sanità di sequestro in tutto il territorio nazionale di queste

sostanze, per gli effetti nocivi che hanno sulla salute.

In ordine invece alla possibilità che il Governo affidi ad un «sistema di assunzione controllata di eroina», ovvero all'installazione di «una o più narcosale» il compito di evitare overdosi mortali come quelle che hanno riguardato persone tossicodipendenti nella città di Torino, la posizione del Governo italiano è molto diversa, soprattutto per quanto riguarda gli «interventi di prevenzione delle patologie correlate». Sottolineo che la posizione italiana ha trovato consensi a livello planetario. A Vienna, questa posizione è stata sposata sostanzialmente da tutti gli Stati del mondo, salvo due o tre in Europa, dagli Stati Uniti alla Cina, dal Giappone all'Afghanistan, dall'Australia al Canada. Tale posizione è patrimonio diffuso, tant'è vero che il documento finale è stato approvato sostanzialmente all'unanimità.

Quindi, noi riconosciamo talune misure di prevenzione secondaria delle patologie correlate alla tossicodipendenza (l'epatite, le morti di droga correlate, l'infezione da HIV). Tali interventi però devono essere in maniera indispensabile e irrinunciabile mirati, da un lato, a prevenire e ridurre i rischi e i danni per la salute delle persone tossicodipendenti, derivanti da comportamenti caratteristici delle tossicodipendenze, e dall'altro a ridurre le condizioni sociali devianti di discriminazione e stigmatizzazione o il rischio di criminalità, atteso che la finalità essenziale di ogni iniziativa è un intervento globale sulla persona, che preveda il completo recupero e non la sua cronicizzazione in condizioni eticamente inaccettabili.

In altri termini, tali azioni di prevenzione delle patologie correlate devono essere sempre considerate integrative e non sostitutive dell'intervento terapeutico e riabilitativo e tese a recuperare totalmente la persona, affrancarla dall'uso di qualsiasi sostanza stupefacente e reinserirla nella società e nel mondo del lavoro. Abbiamo un progetto mirato proprio a questa fase molto delicata, che è quella dell'uscita dalle comunità o dal SERT: chi esce dal tunnel della droga, naturalmente, ha bisogno di essere reinserito, trovando un lavoro e condizioni di vita normali.

La distribuzione controllata di eroina si tradurrebbe nella consegna e assunzione di un prodotto farmaceutico del tutto simile alla sostanza stupefacente presso strutture dedicate a cui il tossicodipendente avrebbe accesso tre o quattro volte al giorno per praticarsi l'iniezione endovenosa.

Il Dipartimento antidroga rileva, oltre alle problematiche di carattere giuridico, che non può essere considerata una priorità, attesa la bassissima percentuale di soggetti che ne potrebbero usufruire (non superiore al 3 per cento della popolazione tossicodipendente).

Tra l'altro, le esperienze di altri Paesi (e anche di questo si è discusso a lungo a Trieste e a Vienna), in cui la prescrizione di eroina è stata adottata, hanno mostrato che gli stessi pazienti tendono, nell'arco di quattro-sei mesi, ad abbandonare questo tipo di soluzione. Non va, da ultimo, sottovalutato l'alto costo del dispositivo sanitario necessario a supportare quest'iniziativa, con possibili ripercussioni sullo svolgimento a favore degli stessi tossicodipendenti di attività sanitarie di ben altra efficacia.

Richiamo in proposito anche i progressi nel campo delle neuroscienze rispetto all'evidenza ormai incontestabile dei danni cerebrali che il consumo di droga comporta e dunque il problema di carattere medico di somministrare ai malati sostanze che invece di farli uscire dalla malattia gliela cronicizzano e gliela peggiorano.

In ordine all'istituzione delle cosiddette narcosale, faccio presente che tale iniziativa non è supportata in Italia da alcuna previsione normativa che ne consenta l'attivazione. Tale azione, oltre che impercorribile sotto il profilo giuridico, è totalmente in contrasto con le politiche per contenere il fenomeno della tossicodipendenza adottate dal Governo sulla base delle quali si considera prioritario privilegiare l'impiego delle risorse in direzioni diverse, con l'individuazione di attività di primo contatto mediante unità mobili, drop-in center, centri di pronta accoglienza e offerta di terapie farmacologiche a bassa soglia. Più in particolare, è auspicata (e in molte Regioni è già stata intrapresa) l'attivazione di accoglienze immediate e l'utilizzo di terapie farmacologiche come forma di incentivazione al contatto e al proseguimento di percorsi terapeutici e di affrancamento dall'uso di sostanze stupefacenti a più alta soglia e nel più lungo termine.

Come ricordavo prima, questa impostazione "italiana" - che non è ideologica, è molto pragmatica - trova importanti sostenitori anche in ambito internazionale. Non a caso, nel suo rapporto 2009, presentato nel marzo scorso, a Vienna, nel corso dei lavori della 53a Sessione della CND, l'International Narcotics Control Board (INBC) delle Nazioni Unite, con la formale raccomandazione n. 32, ha richiamato i Governi che hanno allestito le cosiddette "camere per l'iniezione di droghe" a "chiudere queste facilitazioni e soluzioni similari e a promuovere l'accesso dei consumatori di droga ai servizi sanitari e sociali, compresi i servizi per il trattamento dell'abuso di droga, in conformità con le disposizioni dei trattati internazionali di controllo sulla droga".

Attualmente, la maggior parte dei sistemi regionali sono in grado - se ben orientati - di creare efficaci condizioni di primo contatto e incentivazione all'entrata in trattamento (obiettivo primario), mentre l'apertura di tali "camere del buco" potrebbe comportare lo spostamento dell'attenzione e degli impieghi di risorse verso soluzioni meno impegnative che, invece di essere aggiuntive, potrebbero correre un forte rischio di diventare sostitutive, creando così sacche di pazienti solo controllati ma non gestiti correttamente da un punto di vista terapeutico e, soprattutto, riabilitativo.

Anche in questo caso le contrapposizioni ideologiche del passato sono state ampiamente superate quando una dizione equivoca come "riduzione del danno" è stata tradotta sia a livello di riduzione del rischio che di accettazione di tutte quelle terapie che possono essere adottate da alcune comunità che non fanno uso di metadone e quindi sono assolutamente contrarie a terapie farmacologiche, da altre che fanno uso del metadone, da unità di strada che tentano di agganciare il tossicodipendente attraverso il suo avvicinamento ai servizi.

In sostanza, il colore del gatto ha poca importanza se acchiappa il topo, ma quest'ultimo - su questo siamo fermissimi - non è dato dalla cronicizzazione ma dalla possibilità di recupero integrale della persona tossicodipendente. Quindi, tutti gli strumenti sono validi se finalizzati a quell'obiettivo.

Per quel che riguarda la possibilità di produrre morfina con l'oppio afgano, informazioni assunte presso l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine confermano l'impercorribilità di tale soluzione per una serie di insuperabili motivi tecnici e strategici.

In primo luogo, l'oppio per uso medico è già prodotto, in grandi quantità e sotto stretto controllo delle autorità locali ed internazionali, in diversi Paesi (come, ad esempio, in India). Rispetto alla domanda globale di medicinali antidolorifici, esiste attualmente un'enorme eccedenza di produzione, ben superiore alle quantità di oppio che vengono comunque immagazzinate per garantire la copertura del fabbisogno mondiale per un intero biennio. Aumentare in maniera esponenziale la richiesta per uso medico di questi medicinali, a livello mondiale, richiederebbe anni di formazione, modifiche negli ordinamenti giuridici e cambiamenti di mentalità nell'opinione pubblica che, invece, postulano tempo e grandi investimenti. Ma anche in presenza di un repentino e consistente innalzamento della domanda, l'enorme quantità di oppio prodotta in Afghanistan risulterebbe comunque esorbitante rispetto alle accennate necessità terapeutiche.

In secondo luogo, la "diversione" di quote ingenti di prodotto per uso medico verso i circuiti clandestini per la sintesi dell'eroina, se è purtroppo un rischio ineliminabile anche nei Paesi dotati di sistemi normativi, giudiziari e di polizia in grado di disciplinare con regole stringenti la produzione dell'oppio, potrebbe diventare un fenomeno incontrollabile in un contesto, come quello afgano, in cui in molte zone del Paese non esiste ancora un controllo effettivo del territorio. Ne sanno qualcosa gli iraniani, che combattono una durissima lotta contro l'esportazione dall'Afghanistan verso il loro Paese di sostanze stupefacenti. Come ci ha riferito la delegazione iraniana che abbiamo incontrato, due anni fa sono caduti 3.000 poliziotti proprio per contrastare l'esportazione dall'Afghanistan verso l'Iran di sostanze stupefacenti. Purtroppo l'Iran ha un grande problema di tossicodipendenza.

In terzo luogo, il prezzo pagato dalle aziende farmaceutiche non potrebbe in alcun modo competere con quello pagato dalle agguerrite organizzazioni criminali dedite al narcotraffico e alla produzione illecita di eroina. Ne conseguirebbe un'inevitabile involuzione dell'attività di coltivazione, solo apparentemente destinata a scopi medici, ma di fatto funzionale al mercato clandestino delle organizzazioni criminali.

Da ultimo, le tecniche di coltivazione in un Paese lacerato dai conflitti armati e privo di alcun sistema di valutazione e controllo, men che meno sulla qualità dei prodotti, porterebbero alla produzione di raccolti d'oppio caratterizzati dalla presenza massiccia di impurità, tossine generate dagli antiparassitari o dagli agenti fertilizzanti, tali da renderli inutilizzabili per il successivo impiego farmaceutico e non concorrenziali rispetto a quelli ottenuti in altri Paesi con modalità e procedure ben consolidate.

Quanto, infine, al cosiddetto "regime proibizionista", ricordo per l'ennesima volta che l'Italia è forse il Paese meno proibizionista del mondo. Non manco mai di ricordare ai giovani, specialmente nelle scuole, che se si recano in Cina e vengono colti con un grammo di hashish rischiano la pena capitale; se vanno a New York, negli Stati Uniti, vanno in galera; se vanno in vacanza a Malindi, in Kenya, rischiano di passare in carcere 20 o 30 anni solo per il possesso di sostanze stupefacenti.

Quando il presidente Obama afferma di voler liberalizzare, intende avvicinarsi progressivamente al sistema italiano, secondo il quale il semplice possesso e l'uso di sostanze stupefacenti non portano al carcere. Obama propone di distinguere il consumatore dallo spacciatore, esattamente come prevede la normativa italiana, la quale depenalizza totalmente il consumo personale di droga, ma mantiene (giustamente, essendo illecito drogarsi) sanzioni amministrative, come ad esempio il ritiro della patente di guida che fa risparmiare tragici incidenti stradali. Questo è solo uno degli effetti negativi della droga, ma ve ne sarebbero altri anche nell'imprenditoria, nel commercio e nella politica, inquinati dalla droga e da chi ne fa uso. È comunque sufficiente pensare agli incidenti stradali: è chiaro che un ordinamento non può permettere che guidino persone che abusano dell'alcool e sono ubriache né quelle che fanno uso di stupefacenti. Quindi, il ritiro della patente o del cicl
omoto
re o la sospensione del porto d'armi sono sanzioni amministrative che non sono da regime proibizionista, ma sono solo di salvaguardia dei diritti delle persone.

Il Governo italiano continuerà quindi a svolgere quest'attività, del resto in sintonia con tutti i Paesi del mondo. Sottolineo che in Italia ciò consente di ridurre l'entità del fenomeno, anche se questo è drammatico. Ricordo che il 98,5 per cento della popolazione non ha alcun problema di droga e, quindi, il fenomeno investe il restante 1,5 per cento. Altre sostanze pericolose, non quanto la droga, registrano un consumo da parte del 30-35 per cento della popolazione. Quindi, il meccanismo mondiale di controllo e repressione dello spaccio comporta almeno di ridurre significativamente la percentuale di coloro che cadono nel drammatico tunnel della droga.


PORETTI (PD). Domando di parlare.


PRESIDENTE. Ne ha facoltà.


PORETTI (PD). Signora Presidente, ringrazio comunque il sottosegretario Giovanardi per la risposta ed anche per la passione con la quale interviene sull'argomento. Mi augurerei comunque di non sentir più parlare nel 2010 di «tunnel della droga», perché credo davvero siano dei termini superati, così come «tossicodipendenti zombie». Credo si possa andare avanti, soprattutto se non si vuole avere un atteggiamento ideologico ed assumere invece un atteggiamento più pragmatico.

Signor Sottosegretario, quando lei ha parlato della prevenzione e della cura, tendendo quasi sempre a sostituire o a sovrapporre questi termini ad un altro termine, quello della riduzione del danno, lei in qualche modo ha dato il senso di un atteggiamento che io reputo ideologico. Quando sostiene che, comunque sia, la cronicizzazione è una condizione eticamente inaccettabile per questo Governo, il nodo di questo dibattito è un po' tutto lì: cos'è eticamente accettabile e cosa non lo è. Infatti, la cronicizzazione può essere data anche dalla somministrazione del metadone; mi sembra però che tra le varie offerte - dalla "Cristo-terapia" alle varie terapie che vengono somministrate nelle varie comunità o nei vari servizi di assistenza ai tossicodipendenti - ci sia anche il metadone. E allora, mi chiedo: perché l'eroina no? L'eroina comunque verrebbe fornita, lei ha detto, come un farmaco. Certo, come un farmaco, e sarebbe davvero molto diversa da quella droga e da quell
e
sostanz
e che invece circolano per strada.

Lei ha poi detto che comunque nei Paesi dove sono state fatte esperienze di questo tipo in realtà sarebbe bassa la percentuale della popolazione interessata, il 3 per cento. Intanto sarebbe un 3 per cento che in qualche modo potrebbe evitare l'assunzione di sostanze che poi diventano mortali; infatti, si muore di overdose non perché si assume dell'eroina ma perché quella sostanza è stata tagliata male o ha delle molecole tali che poi comportano la morte.

Lei dice anche che nell'arco di 4-6 mesi si abbandona questo tipo di soluzione, ma o ci cita davvero degli studi o altrimenti questa affermazione è molto generica, perché poi bisognerebbe cercare di capire che direzione prendono queste persone: abbandonano quel tipo di trattamento per fare che cosa? Per tornare sulla strada, oppure perché si indirizzano verso altre strade?

In merito al discorso più interessante, quello relativo all'oppio afgano e alla possibilità di utilizzarlo per la produzione di oppiacei, lei afferma che non c'è richiesta. Basti un dato: solo il 20 per cento della popolazione a livello mondiale utilizza l'80 per cento della produzione di oppiacei. Se allora anche l'altro 80 per cento riuscisse in qualche modo a utilizzarli crescerebbe sicuramente anche la domanda legale, e non quella reale, che oggi viene coperta. Lei dice inoltre che la concorrenza con il narcotraffico impedirebbe ad uno Stato di comprarlo al prezzo a cui viene rivenduto alla criminalità: certo, è proprio il proibizionismo che fa lievitare a dismisura il prezzo di una sostanza che, in realtà, è naturale.

Non ho assolutamente più tempo per replicare alla sua risposta, ma aggiungo: l'Italia è un eldorado in cui non c'è il proibizionismo? Sottosegretario Giovanardi, ma ha visto le carceri italiane? Sa per quali reati sono reclusi i detenuti delle carceri italiane? Metà della popolazione carceraria, che cresce a dismisura giorno dopo giorno, è detenuta per reati legati alla tossicodipendenza e al piccolo spaccio.

A questo riguardo, appaiono notizie e studi in base ai quali Torino è una delle città in cui i tossicodipendenti spendono di più per l'assunzione di queste sostanze: per lo più, in quella realtà preferiscono l'eroina e spendono 4.000 euro al mese. Ma come fa un tossicodipendente a spendere 4.000 euro al mese se non si inserisce lui stesso in un circuito di criminalità e di piccolo spaccio, per cui poi finisce in carcere? Stiamo parlando di questo, e non del fatto che se vengo trovata a fumare uno spinello non finisco in carcere.

Inoltre, per cortesia, citare la Cina o altri Paesi in cui rischierei anche la pena di morte non mi sembra proprio confacente all'esempio di altri Paesi e di uno Stato democratico come l'Italia.


Sen. Donatella Poretti - Parlamentare Radicali -Partito Democratico
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