martedì 7 settembre 2010

Turismo e animalisti. La differenza tra il "fare un giro" e la "presa in giro"

FederFauna - Ufficio Stampa
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Turismo e animalisti. La differenza tra il "fare un giro" e la "presa in giro".

Turisti, venite in Italia a fare un giro, che a prendere tutti in giro ci pensano gli animalisti. Sembra che su internet stia girando una petizione, animalista naturalmente, per "il boicottaggio del turismo in Sardegna perche' considerata terra che maltratta gli animali". Si legge addirittura che una cittadina "svizzera che da 8 anni trascorre le vacanze a San Teodoro con la propria famiglia, nel momento in cui ha ricevuto via facebook il testo della petizione on line, ha deciso di non venire piu' e di convincere gli amici a fare altrettanto". Motivo: le dichiarazioni del consigliere regionale Gianfranco Bardanzellu (Pdl), reo d'aver fatto presente che "davanti a un'emergenza bisogna avere il coraggio di misure forti" e di aver lanciato, per provocazione, la proposta di bruciare i randagi. Si chiede FederFauna, che comprende il sapore provocatorio della proposta e, senza malizia, lo considera un artificio retorico: ma qualcuno pensa veramente che possa far piu' danni al turismo una proposta per eliminarlo il randagismo, che episodi come le aggressioni alle persone avvenute soprattutto al Sud? I bambini uccisi, la turista tedesca aggredita e sfigurata in Sicilia... Per fortuna che il Sindacato Italiano dei Veterinari Liberi Professionisti (SIVELP), e' intervenuto per precisare che ha piu' volte invitato la categoria a non portarsi su posizioni esclusivamente emotive, se non, - talvolta - di pura convenienza mediatica. Ma il SIVELP non ha detto solo questo. Ha spiegato chiaramente che "l'esperienza delle colonie feline, con gatti sterilizzati e nuovamente liberati non ha contribuito a ridurre il fenomeno ma, piuttosto, costituisce un alibi per nuovi abbandoni", ha spiegato che la presenza dei randagi "nell'ambiente non urbano, siano cani o gatti, costituisce uno squilibrio nei confronti di specie piu' deboli, predate senza i limiti che si impone l'animale selvatico". Ed ha concluso che i randagi "sono un rischio per la pubblica incolumita', con incidenti e aggressioni contro le quali nulla puo' la sterilizzazione, ed infine rappresentano una concreta minaccia alla salute...". Ma ancor piu' esplicito e' stato Andrea Sarria, presidente dell'Ordine dei medici veterinari a Sassari e Olbia-Tempio, che ha tagliato corto: "Coi canili gli animalisti fanno i soldi" ha detto "Le associazioni animaliste si sentono le uniche paladine contro il maltrattamento di cani, gatti e non solo. Pero' coi randagi fanno il business, rastrellano denari pubblici", esternando un pensiero che ormai e' sempre piu' diffuso. Eppure ci sono esponenti di altre associazioni di veterinari come l'ANMVI, che fanno i convegni con la LAV, che hanno una partnership col WWF, che manifestano delusione per il mancato stanziamento in Lombardia di 6milioni di euro per un piano sul randagismo che aveva tra gli interventi prioritari "l'educazione sanitaria e zoofila", che sostengono "l'importanza di affrontare il problema dell'aggressivita' con il contributo dei veterinari e della medicina comportamentale". C'e' un sottosegretario di Stato (la Martini) che sulla proposta di Bardanzellu si e' detta "profondamente indignata per una proposta cosi' incivile". C'e' un ministro (la Brambilla), proprio del turismo tra l'altro, che dichiara "Sono una ministra animalista e ne vado sinceramente orgogliosa". Ben ha fatto Bardanzellu a dire, pur precisando che senza riferimento alcuno, che "ci sono le persone che a livello nazionale avrebbero un ruolo e un potere per risolvere i problemi, ma non lo fanno, e se ne stanno li' a indignarsi con le unghie dipinte". Turisti, venite in Italia a fare un giro (comunque ne vale la pena), che a prendere tutti in giro ci pensano gli animalisti.


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