giovedì 15 luglio 2010

Versilia, Paesaggio Giardino - « Giardino, "imago mundi"» dalla raccolta "Ritratti in miniatura" di Achille Colombo Clerici - Pubblicato sul volume « Forte dei Marmi, amore mio » a cura di Maria Adriana Giusti.

In Versilia, a Forte dei Marmi, si sta preparando la stagione dei concerti nelle dimore delle famiglie, che si svolgera' nel prossimo mese di agosto.
Una iniziativa ormai ultradecennale coordinata dall'Ente Ville Versiliesi presieduto dalla signora Fernanda Giulini di Milano.

Achille Colombo Clerici, in onore della manifestazione
presenta un "Ritratto in miniatura" celebrativo della Versilia.

* * * *


Giardino, "imago mundi"


Se plani in questa "serenità di luce" mediterranea ed hai tempo di scorrere, di soffermarti con lo sguardo e con la mente sugli esseri terrestri, di distinguere, di capire, sia pur con fatica, riesci a discernere, come dipanando un pensiero contorto.

Lontano "il palpitare di scaglie di mare", nell'abbaglio del sole.

Sotto di te la terra, addormentata nel tepore del meriggio, accoglie una
vita che dalle altezze non si scorge, ma traspare dai segni lasciati dall'uomo, come solchi, nella natura.

Nella scura macchia di una antica e mistica foresta di alberi secolari, nel
"grandeggiare di eccelse fronde" intravvedi larici, "ondanti platani", aceri, "ampi faggi", ippocastani, tigli, sicomori, pioppi tremuli, noccioli,ontani e querce, "elci antiche e negre".

Più presso all'aria del Tirreno, boschi ceduli di corbezzoli, mirti, lecci.
Acacie, ginepri, pini marittimi, sugheri, allori, ginestre, "bianchi ligustri".

E con le "tamerici salmastre", con le palme, con le lentiggini dal profumo squisito, con gli oleandri, con le rose canine e le mimose, con i fichi
d'india, convivono uliveti, "glauche vigne" e ficaie, limoni e aranci, "il
melograno dai bei vermigli fior".

Osservando con cura scorgi il contrasto che regna nell'ordinamento del
creato.

Senza la mano dell'uomo la natura selvaggia è in lotta con se stessa.

Rovi e sterpi, canneti occupano ogni spazio vitale; il sambuco tiranneggia
sul fico, le edere mangiano i coriacei ulivi dalle ombre contorte: le sassifraghe tentacolari minano le rocce, e soffocano "l'elce ai cavi sassi
ombrosa" e lo "stillante muschio".

Ma l'uomo forgia la natura ad immagine del pensiero; vi immette la sua cultura, il suo spirito.

"Una veduta è molto simile alla tristezza o alla gioia". La natura costruita
si fa allora paesaggio. Ed il paesaggio, nel particolare, si fa giardino.
Hortus conclusus, governato, disegnato ed ordinato dall'uomo, luogo di pace,
popolato di 'erbe' per il riparo dagli sguardi estranei e la protezione, in senso leopardiano, del pensiero.

Il giardino, figura allegorica della vita.

Ciascun uomo lo concepisce a sua misura.
"Se il contemplatore dei parchi guarda con l'occhio inconscio del latifondista la superba distesa del suo
paesaggio, così l'occhio del previdente massaio pascoliano è capace di
sublimarsi nello spettacolo degli 'inutili' fiori campestri e del suo giardinetto improduttivo. Che è poi la memorabile e portentosamente
paradigmatica equivalenza del trifoglio e della rosa".

Etica e retorica . La natura brada e la natura doma: prodigioso, divino
dualismo.

Il massimo del disordine ed il massimo dell'ordine. Due evidenze antitetiche, ma perfette ed equivalenti, come spesso accade in natura: sul
piano della composizione molecolare il vetro e il diamante, tanto simili e
tanto dissimili tra loro.

In entrambe - ma non c'è via di mezzo - lo spirito dell'uomo riposa.
Così è in questo lembo di terra, paesaggio-giardino della Versilia.

Ho citato immagini di

John Ruskin, Eugenio Montale, Lucrezio,Catullo, Virgilio, Francesco Petrarca, Gabriele d'Annunzio,
Alceo, Giosuè Carducci, Orazio, Edoardo Sanguineti

____
Sent from my BlackBerry® wireless device

Nessun commento:

Posta un commento