giovedì 27 maggio 2010

Andrea Orlando,PD,interroga Alfano sulla carenza di agenti ed educatori delle carceri di Siracusa.



Interrogazioni a risposta orale:




BERRETTA e ANDREA ORLANDO.

- Al Ministro della giustizia.

- Per sapere

- premesso che:

a partire dal 29 gennaio 2010 una delegazione di consiglieri della provincia regionale di Siracusa, ha effettuato una serie di visite agli istituti di pena della provincia di Siracusa, accertando alcune criticità inerenti al sovraffollamento e alle carenze strutturali e di personale di tali istituti;

nella casa di reclusione di Brucoli-Augusta, dall'illustrazione del direttore è emerso che l'istituto penitenziario è stato aperto nel 1987 ed alla data della visita ospitava oltre 600 detenuti pur essendo concepito per contenerne 300;

risulta insufficiente la dotazione organica effettiva della polizia penitenziaria: a fronte dei previsti 358 agenti di custodia infatti ve ne sono solo 225, una carenza grave dunque pari al 37 per cento della dotazione necessaria a garantire i compiti e le funzioni istituzionali;

la mancanza di personale di polizia penitenziaria comporta aggravio dei carichi di lavoro, stress psicofisico, assenze per malattia, ricorso al lavoro straordinario, ed alimenta il malcontento ed il malessere fra gli agenti;

particolarmente grave risulta la carenza di organico per il personale educativo che presenta solo due unità sulle quindici previste;

sconcertante ed inaccettabile risulta la situazione verificata in merito alle necessità di rifornimento e somministrazione idrica: il rifornimento dell'acqua avviene tramite autobotti ed i detenuti sono sottoposti al razionamento;

questa grave carenza ha delle inevitabili conseguenze sotto l'aspetto igienico sanitario soprattutto per le alte temperature registrate durante la stagione estiva, che causano condizioni di invivibilità per la popolazione carceraria in primo luogo ed anche per il personale che vi opera;

particolarmente carenti le condizioni strutturali del carcere che sono state verificate anche a seguito delle audizioni effettuate successivamente con le organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria: i sistemi elettrici non sono a norma e non consentono il raggiungimento di standard minimi sia per la sicurezza della struttura carceraria sia per l'incolumità del personale che vi opera;

gravi si appalesano i mancati interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria anche in riferimento alle condizioni strutturali del carcere con particolare riferimento ai locali sotterranei che, da dichiarazioni acquisite, sovente si trasformano in ricettacolo e contenitore di infiltrazioni diffuse di acqua;

il 4 marzo 2010 si è verificato il crollo, a causa del forte vento, di parte dell'alta inferriata di recinzione del carcere;

il 18 febbraio 2010 la succitata delegazione ha eseguito una visita nella casa di reclusione di Noto, rilevando anche qui, notevoli criticità;

tale struttura grazie ai lavori di ammodernamento, terminati nel 2009, avrebbe dovuto migliorare ovvero risolvere il grave problema del sovraffollamento, ad oggi ospita 250 detenuti, nonostante la popolazione carceraria consentita è pari a 180 detenuti;

grave ed insostenibile è la situazione della polizia penitenziaria: l'organico reale è di 75 unità, ma quelli effettivamente in servizio sono circa 60 sui 169 necessari;

vengono denunciate gravi deficienze nelle procedure e negli standard di sicurezza e di controllo: il servizio serale di vigilanza è di sole 6 unità di polizia penitenziaria ed i servizi minimi non possono essere garantiti tanto da compromettere addirittura il livello minimo di sicurezza;

altrettanto grave appare la situazione del personale civile, quale quella degli educatori, presenti in sole due unità;

non accettabile infine si presenta la situazione relativa all'approvvigionamento idrico poiché l'acqua viene razionata e distribuita solo per poche ore durante l'arco della giornata ed in maniera non assolutamente sufficiente;

la carenza di personale di custodia ha assunto limiti intollerabili: i turni che gli agenti sono obbligati a sostenere sono massacranti e lo straordinario non viene remunerato per carenza di fondi;

in data 11 marzo 2010 la delegazione del consiglio provinciale ha effettuato la sua visita presso casa circondariale di Cavadonna;

la struttura ospita 550 detenuti, la capienza ottimale sarebbe di 280, mentre quella tollerabile è di 350 reclusi, la sezione di massima sicurezza accoglie 100 detenuti;

nelle sezioni che ospitano i detenuti comuni, gli standard minimi di decenza e di vivibilità, sono assolutamente intollerabili: in alcune di queste celle i detenuti vivono in 12 in uno spazio di circa 30 metri quadrati che comprendono anche gli arredamenti;

il 35 per cento della popolazione reclusa totale è composta da extracomunitari ed è anche presente una sezione «protetta» dove sono ospitati detenuti per reati che attengono la sfera sessuale: la casa circondariale contiene 138 detenuti che scontano una pena definitiva, mentre la restante parte è in attesa di giudizio o reclusa con pena non definitiva;

la condizione lavorativa della polizia penitenziaria risulta inaccettabile: su una previsione organica di 315 agenti, effettivamente in servizio ce ne sono 150 in quanto 36 risultano distaccati presso altre sedi e 40 si occupano della traduzione dei detenuti, di questo contingente residuo (150), 50 lavorano in attività meramente amministrativa presso uffici;

altrettanto, a dir poco, carente appare l'organico degli educatori presenti in 3 unità;

l'assistenza sanitaria è assicurata con medici ed infermieri 24 ore su 24, mentre mancano i medici specialisti e l'assistenza farmacologica è assolutamente carente;

l'assistenza psicologica è garantita con convenzione ed assicurata per 28 ore mensili;

la struttura, pur di recente costruzione, presenta carenze di manutenzione ordinaria ed in alcuni reparti sono evidenti infiltrazioni d'acqua, che in alcuni casi raggiungono le celle;

la fornitura idrica è garantita dall'esistenza di due pozzi, ma, per carenza di fondi, l'acqua calda è garantita solo un'ora al giorno -:

se sia a conoscenza delle gravi carenze degli istituti di pena presenti in provincia di Siracusa denunciate dal consiglio provinciale;

quali interventi urgenti intenda adottare al fine di fronteggiare le gravi criticità emerse dall'indagine svolta dal consiglio provinciale di Siracusa presso gli istituti di pena della provincia di Siracusa, con particolare riferimento allo stato di abbandono dei mezzi di traduzione dei detenuti, al sistema di video sorveglianza delle carceri, alla situazione di abbandono in cui vengono relegati alcuni detenuti, soprattutto gli extracomunitari che non ricevono adeguata assistenza esterna (visite, denaro), al sovraffollamento nelle celle che trasformano, in alcuni casi, le carceri in luoghi dove si registra una presenza carceraria tripla a quella prevista e doppia rispetto a quella tollerabile, al carente approvvigionamento idrico che rende necessario il razionamento dell'acqua.

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