Il Consorzio Capo Sant'Andrea a sostegno di un'opera che renderebbe la struttura capace di soddisfare bisogni e necessità non solo di coloro che vivono l'Isola e le sue località nei mesi più frequentati ma anche dei residenti stessi. Un'opportunità di crescita per l'intera Isola, che diverrebbe più accessibile e agilmente collegata a città italiane ed internazionali.
Marzo 2023 – Il Consorzio Capo Sant'Andrea, che opera con l'obiettivo di valorizzare il prodotto turistico ma anche di ottimizzare la vivibilità del territorio, condivide le motivazioni che spingono diversi sindaci, amministrazioni e autorità locali a promuovere e sostenere il progetto di ampliamento dell'attuale pista di decollo e atterraggio dell'aeroporto di Marina di Campo. Una struttura che indubbiamente possiede grande valore per la comunità dell'Isola e dell'Arcipelago Toscano, trattandosi dell'unica via di accesso aereo, fruibile sia dai residenti sia dai viaggiatori.
UN AMPLIAMENTO RIVOLTO AL FUTURO DELL'ISOLA
Nel 2015 circa 21.000 passeggeri hanno utilizzato l'aeroporto, di questi più del 70% - di provenienza straniera - ha impiegato voli di linea operati da piccole Compagnie, attraverso aerei di modesta capacità (32 - 50 posti). Nel periodo successivo queste Compagnie hanno cessato la loro operatività sullo scalo elbano poiché le logiche commerciali hanno reso insostenibili voli di linea caratterizzati da così pochi passeggeri per singolo volo. Attualmente, l'Elba è collegata attraverso un piccolo aeroplano da soli 15 posti. L'ampliamento della pista, non solo permetterebbe l'accessibilità ad aeromobili con maggiore capacità - che contestualmente contribuirebbero a una buona parte di sostenibilità economica all'aeroporto stesso - ma anche il cruciale ampliamento dell'inter-mobilità nonché della continuità territoriale dell'Isola. L'aeroporto diverrebbe così una vera e propria infrastruttura strategica per lo sviluppo turistico, economico e sociale di tutta la località.
L'attuale aeroporto dell'Elba non è adatto alle tipologie di aeromobili oggi comunemente utilizzate per collegamenti che vedono nell'ATR 72 l'aeromobile minimo di riferimento. La tutela della massima sicurezza aerea ne imporrebbe un utilizzo limitato e finalizzato ad alleggerire il peso complessivo dell'aeromobile, che non sarebbe quindi in grado di accogliere tutti i 70 passeggeri. D'altra parte l'ottimizzazione dell'infrastruttura di volo consentirebbe di tornare a servire alcune le destinazioni strategiche, di creare nuove opportunità commerciali per collegamenti nazionali ed internazionali e di preservare l'interesse pubblico al sostentamento economico dell'aeroporto. A questo scopo, nel 2019 è stato avviato un primo studio di fattibilità con la collaborazione del Politecnico di Milano che ha evidenziato l'effettiva possibilità di garantire il regolare esercizio di velivoli da 70 posti, realizzando minime azioni infrastrutturali necessarie per preservare l'accessibilità all'isola con voli di linea nazionali e internazionali. Opzioni che, inoltre, risultano essere sostenibili sia dal punto di vista ambientale, sia da quello economico e commerciale. Inoltre, la possibilità di avere l'ATR 72 – tra gli aerei passeggeri e cargo più diffusi al mondo - alimentato ad idrogeno sta diventando realtà. Lo dimostra il recente volo di 15 minuti e 3500 metri realizzato dall'azienda Universal Hydrogen e operato attraverso un aeromobile di questo tipo riconvertito con celle a combustibile anziché con i tradizionali turbopropulsori a reazione: il primo test di un programma biennale che culminerà con l'introduzione del servizio commerciale nel 2025.
OTTIMIZZAZIONE: MIGLIORARE L'ACCESSIBILITÀ E FLUSSI DI MEDIE DIMENSIONI
La proposta di modifica consiste nell'allungamento di due aree di sicurezza situate alle due estremità della pista, per una lunghezza complessiva di circa 300 metri, in modo da fornire adeguati spazi per permettere maggiore corsa di decollo e, conseguentemente, di sicurezza e frenata anche in presenza di vento, consentendo all'aeroporto di operare regolarmente ed evitando disservizi. L'ottimizzazione non contempla la necessità modificare i piani di rischio aeroportuale o ulteriori limitazioni territoriali di carattere urbanistico ed edificatorio. La creazione di adeguate aree di sicurezza richiede, invece, opportune opere di inserimento territoriale, con deviazione di alcuni elementi naturali e artificiali. La spesa complessiva necessaria aveva stimato, nel 2019, un impegno economico di circa 18 milioni di euro e sarà meglio definita in seguito allo sviluppo del progetto e tenendo conto sia delle opere aeroportuali, sia di quelle di inserimento ambientale e territoriale. In realtà, lo scenario di riferimento prevede un numero contenuto di movimenti di aeromobili (500-600 all'anno), che però possono essere ricondotti a flussi di passeggeri pari a circa 30-40.000 all'anno. L'obiettivo del progetto di ottimizzazione aeroportuale è quello di dotare l'Elba di una struttura efficace, sicura, moderna e sostenibile, al passo con le nuove logiche di mercato e interconnessa con altre destinazioni europee e mediterranee così come con gli aeroporti nazionali.
In passato sono già state eseguite alcune simulazioni con il coinvolgimento di velivoli di maggior capienza, come dimostra il video del volo dimostrativo, ovvero con solo equipaggio, di un ATR72-600, con avvicinamento e atterraggio completo sulla pista 16 dell'aeroporto di Marina di Campo, che con gli attuali limiti di pista non è possibile intraprendere su base regolare. Un assaggio del volo del futuro ora auspicato dal Consorzio Capo Sant'Andrea e da molteplici associazioni e istituzioni dell'Isola d'Elba.
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