domenica 29 marzo 2020

Europa alla prova della guerra contro il Coronavirus



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L'Europa alla prova della guerra
contro il Coronavirus

Nell'ora più buia l'Unione europea si salva solo recuperando lo spirito dei Padri fondatori

La crisi in corso mette alla prova l'Unione europea in modo inaspettato. il rischio mortale che corre oggi l'Europa è quello di trascinarsi durante la crisi per poi ritrovarsi sempre più lacerata, e di distruggere così il patrimonio di 70 anni di integrazione.

Questa pandemia dimostra in modo inequivocabile che nessuno Stato da solo in Europa riuscirà a vincere questa sfida. Ciascuno dovrà fare la propria parte, ma è solo uniti che potremo salvarci. Eppure, la distanza tra la realtà dell'Unione europea di oggi e la comunità di destino coesa di cui gli Europei avrebbero assolutamente bisogno è sotto gli occhi tutti.

Gli egoismi nazionali restano dominanti, nonostante l'azione incisiva della BCE, della Commissione europea e dello stesso Parlamento europeo. La riunione del Consiglio europeo di ieri lo dimostra ancora una volta.

"Il nodo evidente del malfunzionamento dell'UE risiede, chiaramente, nel monopolio delle decisioni da parte degli Stati membri, simboleggiato nello strapotere del Consiglio europeo e nella sua incapacità di trovare accordi per far funzionare l'Unione europea", interviene Giorgio Anselmi, Presidente del Movimento federalista europeo. "La lettera dei nove Capi di Stato e di governo inviata il 25 marzo al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, sottolinea giustamente la necessità di lavorare ad uno strumento di debito comune emesso da un'istituzione europea per raccogliere fondi sul mercato sulla stessa base e a beneficio di tutti gli Stati membri. Ma un debito europeo, per non rimanere incagliato nei contrasti tra i governi nazionali, non dovrebbe rientrare nell'ambito della semplice solidarietà tra Stati come avviene oggi con gli attuali Trattati; dovrebbe, viceversa, fondarsi sulla garanzia europea di un bilancio federale. La forza della proposta di lavorare ad uno strumento di debito comune sarebbe infinitamente superiore se si accompagnasse a quella di rilanciare l'unione politica federale spostando il terreno del confronto dall'attuale scontro tra interessi divergenti alla visione del futuro dell'Europa"

"Oggi, come dimostrano l'impasse nei negoziati sul bilancio dell'Unione e sulla possibilità di creare uno strumento di debito comune, il problema che non può più essere rimandato è quello di attribuire all'Unione la competenza fiscale", sottolinea Luisa Trumellini, Segretaria nazionale del MFE. "Inizialmente può essere limitata a poche risorse collegate a 'beni pubblici europei', come l'ambiente, ad esempio una border carbon tax; ma il punto è quello di affidare direttamente alle istituzioni politiche dell'Unione la possibilità di raccogliere risorse indipendenti dai contributi degli Stati membri. Questo passaggio creerebbe la base di un potere di governo autonomo a livello europeo e spezzerebbe l'attuale logica politica che concentra il potere nelle mani del Consiglio europeo". "Si tratta di un passo impegnativo", prosegue Luisa Trumellini "perché implica un trasferimento reale di sovranità alle istituzioni europee; e necessita ovviamente di una revisione dei Trattati. Ma in questo momento drammatico, che costringe ad aperture prima impensabili, il Parlamento europeo e gli Stati che invocano un'Europa più solidale e più capace di agire avrebbero tutte le possibilità di ingaggiare questa battaglia e di vincerla. Sarebbe anche il solo modo di salvaguardare e rilanciare la prospettiva dello svolgimento della Conferenza sul futuro dell'Europa, che rimane un appuntamento indispensabile, e che altrimenti sarebbe destinata ad essere travolta dalla crisi. Il fatto è che in questa ora buia di guerra contro il coronavirus, l'Europa non si potrà salvare se non recupererà lo spirito e il progetto politico dei Padri fondatori".

Pavia, 27 marzo 2020


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