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venerdì 12 luglio 2019
Partitalia investe +7% in R&S e lancia la Blockchain per la gestione ambientale
PR Boutique International: collaborazione tra Encanto Pr e un network di 23 agenzie boutique americane
Operano in tutti i settori del mercato dal Design al Food, dal Turismo alla Salute, all'Automotive, all'Energy, alla Tecnologia attraverso un modello di business che permette di offrire un servizio pari a quello di un ufficio interno, con I vantaggi dell'agenzia esterna.
"E' un network unico perché unisce alla flessibilità nei tempi e nei costi, la creatività dei migliori account che hanno scelto di aprire una loro realtà, oltre che la professionalità dei grandi gruppi di Pubbliche Relazioni, dalle quali, molti dei nostri professionisti provengono.- spiega Cristina Cobildi, co-titolare di Encato Pr - Con loro possiamo coprire tutto il Nord America in modo capillare sia sui media che sui social, organizzare eventi, partnership. Ovviamente si può scegliere di lavorare con una, più di una o tutte insieme a seconda dei bisogni e del tipo di progetto".
"Le agenzie associate a PR Boutique International – dichiara Amanda Foley, presidente di PRBI e co-fondatrice dell'agenzia Kiterocket di Seattle - spesso lavorano insieme per offrire ai clienti i migliori team di pubbliche relazioni e social media sulla base delle competenze e della posizione geografica. I proprietari delle agenzie si conoscono e si fidano l'uno dell'altro. Tutti i membri del nostro network vengono attentamente valutati prima di ottenere l'adesione al circuito. In questo modo, possiamo garantire un'alta qualità per tutti i clienti che lavorano con PRBI".
PR Boutiques International ™ (PRBI) è una rete internazionale di aziende di relazioni pubbliche "boutique". I dirigenti delle aziende associate sono professionisti esperti che hanno ricoperto posizioni di rilievo in grandi agenzie di PR e/o Aziende, ma ora mettono direttamente le loro competenze a disposizione dei clienti. Le agenzie PRBI eccellono nel soddisfare una vasta gamma di servizi in diversi settori, tra cui corporate , consumer , health care, investor relations, crisis management, business-to-business, economia, It, turismo e non profit,. I membri PRBI hanno vinto i più alti livelli di riconoscimenti professionali, con qualifiche che vanno da PHd a giornalisti di spicco, fanno inoltre parte delle più importanti associazioni di relazioni pubbliche e aziendali. Per ulteriori informazioni www.prboutiques.com.
Encanto Public Relations è un'agenzia di pubbliche relazioni nata 20 anni fa dalla richiesta di importanti clienti, che cercavano un servizio simile a un loro "ufficio interno" per relazioni con i media e i social network, per eventi, comunicazione di crisi e comunicazione interna. Un modello, quello dell'ufficio interno che ha portato in Encanto multinazionali da tutto il mondo, istituzioni pubbliche e anche ministeri di governi stranieri come quello della Corea del Sud e del Perù per i quali l'agenzia lavora in modo continuativo dall'anno precedente a Expo. Il successo è da attribuirsi al mix di competenze di una squadra di professionisti con esperienza consolidata tra giornalisti, relatori pubblici, social media manager ed esperti di web intelligence, ma anche partner in molti settori come il design e la ricerca..
Encanto è l'unico partner italiano di International Boutique Pr.
Tra gli attuali clienti ci sono Il Governo della Corea del Sud e quello del Perù e le aziende Solvay, Citterio, Gruppo Elior, Anicav, Italfarmaco, Gruppo Perini, Dekalaser, Poliù, Asseprim.
Ufficio stampa
Encanto Public Relations - 02 66983707
Benedetta Minoliti – benedetta.minoliti@encantopr.it
EMERGENZA RIFIUTI PALERMO, ESPOSTO IN PROCURA DEL M5S.“DISSERVIZI RAP, RISCHIO PER SALUTE PUBBLICA”
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www.CorrieredelWeb.it
giovedì 11 luglio 2019
Comunicato Stampa AiFOS: come partecipare al monitoraggio del D.Lgs. 81/2008
Comunicato Stampa
Come partecipare al primo monitoraggio del D.Lgs. 81/2008
Sono già oltre 2000 i questionari compilati per il monitoraggio nazionale organizzato da AiFOS sull'applicazione del D.Lgs. 81/2008. Disponibili dieci questionari destinati alle diverse figure della sicurezza individuate dal Testo Unico.
I dati forniti dall'Inail sugli infortuni e sulle malattie professionali denunciate nel 2018 mostrano come ci sia stato un incremento sensibile, rispetto al 2017, sia di infortuni mortali che di malattie. E anche i primi dati del 2019 non sono rassicuranti: nei primi quattro mesi dell'anno, rispetto al 2018, si è registrato anche un incremento del numero complessivo delle denunce di infortunio.
Di fronte a questi dati negativi è ormai indispensabile iniziare una seria opera di analisi dello stato della salute della nostra normativa attraverso il monitoraggio dell'applicazione del Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, il Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante "Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro".
Il monitoraggio del D.Lgs. 81/2008
Ecco perché in occasione del decennale del D.Lgs. 81/2008 (e del successivo decreto correttivo D.Lgs. 106/2009), l'Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) ha avviato da qualche mese un vero e proprio monitoraggio relativo alla sua applicazione attraverso i dati forniti dalle figure della sicurezza individuate dal Testo Unico.
Con questa nuova e importante attività di ricerca, che verrà a costituire il Rapporto AiFOS 2019, l'Associazione AiFOS non si propone, chiaramente, di modificare direttamente il D.Lgs. 81/2008, ma di fornire un'attenta lettura e interpretazione sull'andamento complessivo del decreto al fine di fornire utili indicazioni per un suo idoneo aggiornamento e revisione. Una revisione coerente e razionale in grado di cogliere tutte le modifiche operate da altre norme, di risolvere le eventuali lacune, anche in relazione all'evoluzione del mondo del lavoro, e di colmare i ritardi delle norme applicative mancanti.
Come si articola il monitoraggio?
Il monitoraggio elaborato dall'Associazione AiFOS si concretizza in dieci questionari riferiti ciascuno ad una delle figure della sicurezza individuate dal Testo Unico: RSPP/ASPP, Formatori, Coordinatori della sicurezza, Medici Competenti, Datori di lavoro, Dirigenti, Lavoratori, RLS, Addetti al Primo Soccorso, Addetti Antincendio.
I dati raccolti nei questionari sono elaborati e analizzati esclusivamente in forma anonima e aggregata - nel pieno rispetto della normativa sulla privacy - e non sono riconducibili a singoli operatori o singole aziende.
A questo link è possibile accedere ai singoli questionari:
https://aifos.org/home/associazione/int/comunicazioni_associati/monitoraggio_aifos_81_2008
I risultati di questo monitoraggio si basano essenzialmente sulle risposte e sui dati forniti dalle figure della sicurezza individuate dal Testo Unico che in questi dieci anni hanno operato all'interno delle aziende con riferimento alle tutele e agli obblighi previsti dal decreto.
Come già raccontato anche nell'articolo di lancio del monitoraggio, l'efficacia di questa attività di ricerca si basa proprio su un'inversione di tendenza rispetto alle più usuali indagini accademiche: si parte direttamente dalla realtà vissuta dei soggetti coinvolti. E successivamente i dati emersi dal monitoraggio saranno messi a disposizione degli esperti, degli studiosi e di quanti inizieranno un'opera di analisi per una attenta revisione ed aggiornamento della normativa.
L'ottima partenza del monitoraggio
A distanza di pochi mesi dell'attività di monitoraggio sono già arrivati ben 2101 questionari compilati da vari professionisti, a conferma dell'attesa, anche da parte degli operatori, di un serio lavoro di ricerca sui possibili problemi correlati all'applicazione del D.Lgs. 81/2008.
Tuttavia per rendere questa attività di ricerca ancora più significativa e per raccogliere il maggior numero di dati utili ad una corretta revisione del D.Lgs. 81/2008, l'Associazione AiFOS invita tutti gli operatori che ancora non l'hanno fatto a contribuire attivamente al monitoraggio.
Chi volesse avere informazioni su come visionare, ricevere, utilizzare i questionari può fare riferimento a AiFOS via Branze, 45 - 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia tel.030.6595031 - fax 030.6595040 www.aifos.it - relazioniesterne@aifos.it.
Ufficio Stampa di AiFOS
CS SALUTE, QUANDO LA BILANCIA TI DICE DOVE ANDARE IN VACANZA UN ITALIANO SU DUE PREFERISCE NON MOSTRARE IL PROPRIO FISICO
SALUTE, QUANDO LA BILANCIA TI DICE DOVE ANDARE IN VACANZA
UN ITALIANO SU DUE PREFERISCE NON MOSTRARE IL PROPRIO FISICO
ESPERTA SU PROVA COSTUME: NO A DIETE LAMPO E CONFRONTI SU RIVISTE E GIORNALI
Sole, mare e ansia da prova costume. Torna l'estate e come ogni anno l'idea di affrontare le vacanze in bikini mette in difficoltà. Tanto che, secondo un'indagine, a boicottare la spiaggia, per non doversi mostrare senza vestiti, è più di un italiano su due. Un connazionale su tre dichiara di sentirsi a disagio con il proprio corpo, mentre per due su tre il peso diventa un problema di autostima.
"La prova costume si presenta ogni anno come un pensiero tormentoso - spiega Paola Vinciguerra, psicoterapeuta, presidente Eurodap (Associazione Europea per il Disturbo da attacchi di panico) e direttore scientifico del centro Bioequilibrium - Per alcuni passa in fretta, senza che vi diano molta importanza, mentre per altri può rappresentare una vera e propria difficoltà. Questo perché l'elevata considerazione per la propria immagine fisica diventa un serio ostacolo per vivere con serenità il periodo estivo".
Un sondaggio realizzato da Eurodap, Associazione europea disturbi da attacchi di panico, ha voluto analizzare lo stato degli italiani rispetto al loro aspetto fisico. Dai risultati del sondaggio, a cui hanno risposto circa 650 persone, è emerso come il 38% si sente maggiormente a disagio con il proprio corpo rispetto all'anno precedente. Il 57% ha, infatti ammesso che la propria forma fisica influenza la scelta della meta della vacanza, preferendo un contesto in cui non si debba mostrare troppo il corpo. Il 69% prova a regolare la propria alimentazione nel periodo precedente alla prova costume; ed il 74%, afferma apertamente che la propria autostima sia fortemente condizionata dal peso.
"Il timore di non ricevere l'approvazione altrui dovuta, appunto, alla paura di essere giudicati negativamente per il proprio aspetto fisico è la condizione psicologica con cui ci si presenta ad affrontare la prova costume - spiega Vinciguerra - Questa sorta di rimuginio è in grado di esaurire mentalmente una persona a causa delle continue preoccupazioni, paure, stati d'ansia e stress che incidono, in ultimo, sull'autostima. Infatti, in casi estremi, la soluzione alla prova costume potrebbe essere trovata nell'evitare tutte quelle situazioni in cui il rischio di giudizio riguardo il proprio aspetto fisico è elevato (es. mare, piscina, terme, ecc…)".
Ecco allora alcuni consigli per affrontare con più serenità la prova più temuta dell'estate. "Bisogna innanzitutto evitare di saltare i pasti per dedicarsi a diete lampo, mentre è consigliabile cambiare le proprie abitudini alimentari adottandone di più sane consultando una professionista - afferma l'esperta - Inoltre è sempre bene praticare attività fisica ed evitare assolutamente di fare confronti sfogliando giornali e riviste di moda. Infine cercare di non rimuginare troppo sul proprio aspetto, ma viversi l'estate con ciò che questa offre".
mercoledì 10 luglio 2019
Starkey Hearing Technologies spiega quali sono le differenze dei vari professionisti dell'udito
La soluzione DEFINITIVA contro l'umidita'
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martedì 9 luglio 2019
COMUNICATO STAMPA : MISSIONE UMANITARIA O POLITICA? LIBERA CAROLA RACKETE: È CORSA DELLE ONG VERSO LE SPONDE LIBICHE A SALVARE O CERCARE (la differenza fra i due verbi sembra assottigliarsi sempre più!) VITE IN “PERICOLO”
Il Giudice per le indagini preliminari presso la procura di Agrigento, con la ormai nota ordinanza dello scorso 2 luglio 2019, ha disposto il rigetto della richiesta di applicazione di misura cautelare nei confronti di Carola Rackete al comando della Sea Watch 3, ordinandone l'immediata liberazione.
Come tutti ricorderanno l'applicazione della misura cautelare del divieto di dimora nella provincia di Agrigento, preceduta dall'arresto in flagranza in reato, era stata sollecitata dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento in relazione a delitto di cui all'articolo 1100 del codice della navigazione (poiché Carola Rackete, quale comandante della motonave Sea Watch 3, compiva atti di resistenza e di violenza nei confronti della nave da guerra aperte "Vedetta V. 808" della Guardia di Finanza); nonchè in relazione al delitto di cui all'articolo 337 del codice penale (perché quale comandante della motonave Sea Watch 3, usava violenza per opporsi ai pubblici ufficiali presenti a bordo della vedetta della Guardia di Finanza mentre compivano atti di polizia marittima).
Le conclusioni cui è pervenuto il GIP di Agrigento sarebbero suffragate dalla ritenuta operatività della scriminante di cui all'articolo 51 del codice penale che ricordiamo, esclude la punibilità per il fatto costituente reato commesso nell'esercizio di un diritto o nell'adempimento di dovere imposto da una norma giuridica o da un ordine legittimo della pubblica autorità.
A tale scopo il giudice delle indagini preliminari richiama la normativa sia nazionale che sovranazionale relativa al passaggio di una nave nel mare territoriale (articolo 18 della Convenzione sul diritto del mare, c.d. Convenzione Montego Bay); nonché l'articolo 1158 del codice della navigazione che sanziona penalmente l'omissione da parte del comandante di nave, nazionale o straniera, di prestare assistenza ovvero di tentare il salvataggio nei casi in cui ne sussiste l'obbligo a norma dell'articolo 490 dello stesso codice ossia allorquando la nave in difficoltà sia del tutto incapace di effettuare le manovre.
A far escludere la sussistenza delle delitto di cui all'articolo 1100 del codice della navigazione è stata l'errata considerazione della natura da attribuire alla motovedetta della Guardia di finanza: il Giudice per le indagini preliminari di Agrigento, citando una sentenza della Corte Costituzionale (la n. 35 del 27 febbraio 2000) ha ritenuto di poter escludere che le unità navali della Guardia di Finanza , possano essere considerate "navi da guerra" quando operano fuori dalle acque territoriali ovvero in porti esteri ove non vi sia una autorità consolare.
NULLA DI PIÙ SBALORDITIVO e lontano dalla verità: il giudice delle leggi si è pronunciato sull'argomento in occasione della richiesta di referendum abrogativo di varie disposizioni dell'ordinamento del Corpo della Guardia di Finanza e, in particolare, per l'abolizione del carattere militare della guardia finanza.
In detta occasione la Corte Costituzionale ha ritenuto di dichiarare inammissibile il quesito per la sua intrinseca incongruenza ed inidoneità a conseguire il fine per cui era stato proposto, atteso che il carattere militare della Guardia di Finanza continuerebbe a connotare l'assetto normativo del corpo, dal reclutamento all'avanzamento in carriera del personale; dallo stato giuridico alla disciplina e alla rappresentanza; dalle funzioni e modalità di esercizio dei compiti istituzionali e per taluni profili di carattere penale.
Nulla invece è stato disposto in ordine alla natura del naviglio della Guardia di Finanza!
Della questione si è invece occupata la Corte di Cassazione con la sentenza resa dalla terza sezione penale in data 21 settembre 2006 (Sentenza n. 31403/2006) quando, decidendo in un caso disciplinato dall'articolo 1100 del codice della navigazione, ha precisato che alla motovedetta va riconosciuta la qualifica di nave da guerra in quanto non solo comandata ed equipaggiata da personale militare, ma soprattutto perché lo stesso legislatore ricomprende il naviglio della Guardia di Finanza in questa categoria con l'articolo 6 della legge 13 dicembre 1956 numero 1409, recante norme per la vigilanza marittima ai fini della repressione il contrabbando marittimo.
Nel corpo della stessa pronuncia la Corte di Cassazione ha altresì chiarito come il reato di cui all'articolo 337 del codice penale che punisce la resistenza a pubblico ufficiale, concorre con quello di cui all'articolo 1100 del codice della navigazione, che a sua volta punisce la resistenza o violenza contro una nave da guerra, in ragione della diversità del bene tutelato, individuato rispettivamente nella tutela fisica o morale del pubblico ufficiale e nella tutela della polizia marittima.
E allora, non solo il Giudice per le indagini preliminari ha "forzato" il contenuto di una pronuncia di inammissibilità della Corte Costituzionale, ma ha addirittura escluso il concorso formale di reati appellandosi ad una scriminante (l'art. 51 del codice penale) che, al contrario, non sembra trovare spazi in una vicenda così caratterizzata, anche perché non si capisce quale ordine stesse eseguendo la Comandante della Sea Watch cui, la stessa Olanda, ha negato la sovranità nazionale, tanto da poter essere definita come nave pirata!
E allora, ci si chiede come possa non riconoscersi portata politica alle decisioni di certa magistratura che legittimando, anche a discapito della sovranità Nazionale, le attività di talune ONG di ispirazione religiosa e di sinistra, fanno dei profughi dei proiettili di una battaglia politica particolarmente intensificatasi dopo che il decreto sicurezza ha ridotto le diarie assegnate a chi si occupa dei migranti giunti illegalmente in Italia?
Ci si chiede ancora, come possa continuare ad applicarsi la speciale disciplina internazionale di salvataggio in mare di profughi, quando è ormai accertato che la stragrande maggioranza dei migranti hanno pagato fior fiori di dollari ai loro scafisti per essere portati in Europa?
Soprattutto ci si chiede perché le imbarcazioni continuano a spegnere i trasponder per non essere localizzate ogni qualvolta "casualmente" identificano una imbarcazione di migranti?
L'Italia non è la pattumiera dell'Europa e difendere i confini Nazionali non è il capriccio dell'ultimo ministro acclamato a furor di popolo, ma il dovere che ogni cittadino dovrebbe proclamare a gran voce, come farebbe per difendere il giardino della propria abitazione.
STUDIO LEGALE GELSOMINA CIMINO