martedì 2 agosto 2016

MON COEUR: "Uno spettacolo da non perdere quello andato in scena lo scorso sabato nelle valli di Lanzo, di grande coinvolgimento per il folto pubblico che lo ha applaudito".

Un Amore totalizzante per l'arte, per la sua esile e dolcissima compagna di vita, Chiara. Un Amore complesso, mai convenzionale, riottoso e coraggioso per aver scelto di vivere nella nostra citta Torino. Lo scrittore Andrea Brusa ci fa scoprire un grande artista con il suo monologo teatrale MON COEUR. "Ossessionato" da due figure, sua moglie e sua figlia, non ha nascosto il suo coriaceo  disincanto per il genere umano dal quale si sente tradito e al quale mai si sottomette. Lo spettacolo andato in scena lo scorso sabato in uno dei paesaggi piu' suggestivi delle valli di Lanzo è risultato di grande coinvolgimento per il folto pubblico che lo ha applaudito. L'amore è uguale per tutti; cambia la lingua, ma non le situazioni. Andrea Brusa ha cucito le varie situazioni con altrettanta intelligenza e allo stesso tempo discrezione, lasciando che la bravura stessa dello stesso interprete si esprimesse al meglio. E certamente lo scopo è stato raggiunto dallo stesso autore.
Amore disperato e sublimante, tra antico e moderno quello descritto dallo scrittore. L'amore come passione struggente, l'amore come malattia, come unica ragione di vita, l'amore che spinge alla disperazione e al suicidio, che spinge alla follia e alla perdita di dignità, ma anche l'amore sublimato nell'estasi dell'ammirazione, gioia sublime, indescrivibile, assoluta, come "bene" indispensabile dell'esistenza di un uomo e di una donna, l'amore come unica ragione di vita, questo "amore" non è invenzione della poesia romantica, di Foscolo, Byron, Goethe, Leopardi, e non è neanche invenzione del nostro straordinario Rinascimento. Anzi, il modo in cui tale sentimento è stato vissuto, rappresentato, descritto, potrebbe essere – come intese Marcuse – cartina di tornasole per comprendere l'evoluzione della stessa civiltà occidentale. Ed e' questo amore cosi' intenso e passionale quasi d'altri tempi quello che viene raccontato in MON COEUR, rivisitazione moderna e molto personale del CYRANO DE BERGERAC. Al termine dello spettacolo tra lacrime e sospiri l'autore dichiara: "Ti amo immensamente moglie mia, fin oltre le nubi, dove il vessillo di ciò che affermo non sarà oscurato, laddove la chiarezza è per sempre, e per sempre sarà, nonostante noi, con ogni difetto che il comune mortale possa avere. Per quanto vorrà essere illimitato il senso da dare all'universo, io vi estenderò ciò che vale per questo mondo. Tu piccola dolcissima creatura, sei la corona d'alloro dei poeti purissimi, e ho l'ardire di incoronarvi te, a testimone che Qualcuna è stata il Regina dell'Universo, e vorrei tanto che si estendesse tale profondità anche per te, perché non sfigureresti a quel livello, tanta è la tua semplicità, da ambire all'immenso, ed io caporale di giornata, tornerò ai miei doveri esistenziali, ma tu celeste creatura, apri le tue ali, e vola l'infinito, tanto da accedere all'universo, in un afflato magico di poesia".
Uno spettacolo da non peredere. Vi aspettiamo, per condividere con voi anche queste emozioni.

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CLAUDIO DELLA SETA
Capo UFFICIO STAMPA dell'autore

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