domenica 28 agosto 2016

Andrea Brusa si è sentito poco bene ieri sera mentre era in scena per il suo "MON COEUR" e non è riuscito a completare lo spettacolo. A comunicarlo è l'ufficio stampa dell'autore. "MOGLIE MIA... Chiara... AIUTAMI!"

Sono state ore di paura a Torino per il noto scrittore ed interprete piemontese. È stata improvvisamente sospesa sabato sera la replica di «MON COEUR» di Andrea Brusa. Oggi – informano alcuni membri del suo entourage – l'attore si è ripreso e la "recita" pomeridiana andrà in scena regolarmente. Ieri sera il malore da affaticamento che ha lo ha colpito, gli ha impedito di portare a termine lo spettacolo a pochi minuti dalla fine. L'attore ed autore della perfomance teatrale è ritornato sul palco con generosità e grande affetto nei confronti del pubblico che lo segue nei suoi applauditi allestimenti teatrali. Nel pomeriggio oggi - si legge ancora nella nota - l'attore si è riposato e non ha partecipato al previsto incontro con il pubblico. La sua malattia, definita da Andrea Brusa stesso "l'inevitabile frutto della solitudine e della mancanza della mia famiglia, mia moglie e mia figlia", ne influenza notevolmente lo stile poetico. Basta leggere alcuni dei suoi libri. Egli descrive la solitudine e lo sconforto di chi conosce la propria condizione ma senza alcun vittimismo. Confessa semplicemente ciò che prova e sente crescere dentro di sé; analizza il proprio tormento, lo sconforto verso il mondo, e nel metterlo in scena lo racconta a chi ascolta, trasformando quel dolore personale in una sofferenza totale che riguarda ognuno di noi. Quando lo ascoltiamo parlare, o meglio "interpretare" quel male, si ha la sensazione di scendere laddove non vorremmo mai sprofondare per paura di perdere noi stessi o conoscerci a fondo. Come l'eroe di un romanzo romantico, l'utore della LA VIA DEI MIRACOLI ed INVALIDO D'AMORE - gli ultimi due suoi successi in ordine di tempo in campo editoriale - accetta l'inevitabile sconfitta che non nasconde neanche nei brani più frenetici, durante i quali, dal vivo, si agita in un'incontrollabile sorta di danza macabra: da un lato performance, dall'altro un'arma di difesa che alla lunga lo sta spingengo ad aggravarsi ulteriormente. L'unico appello da lui fatto e' stato rivolto alla moglie per la quale non perde occasione di sottolinare che lui stesso vive: "Ti amo, moglie mia. Con tutto il mio cuore ti amo Chiara. Lo urlerei a tutto il mondo. Non vedo l'ora di tornare e riabbracciarti".

ALBERTO DE PRA
Scrittore e Ghostwriter Freelance

Nessun commento:

Posta un commento